Social Media HSHS

Lugano

Prova coraggiosa, ma a Zugo il Lugano è fermato dai suoi limiti

I bianconeri iniziano bene, ma Hofmann e compagni decidono la sfida nel periodo centrale. Debutto per Jari Näser, e in corso d’opera anche per Fadani

Prova coraggiosa, ma a Zugo il Lugano è fermato dai suoi limiti

ZUGO – LUGANO

5-2

(1-1, 3-0, 1-1)

Reti: 8’39 Heed (Boedker) 0-1, 16’37 Alatalo (Martschini) 1-1, 20’40 Hofmann (Genoni) 2-1, 32’28 Klingberg 3-1, 33’01 Diaz (Thorell) 4-1, 44’24 Morini (Bertaggia) 4-2, 55’23 Hofmann (Kovar) 5-2

Note: Bossard Arena, porte chiuse. Arbitri Lemelin, Fluri; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Zugo 4×2′, Lugano 4×2′

Assenti: Sandro ZurkirchenRaffaele Sannitz (infortunati), Timo Haussener (Rockets), Reto SuriRomain LoeffelEliot Antonietti (indisponibili)

ZUGO – Ha cercato di metterci del suo il Lugano nel difficile impegno di Zugo, ma alla fine gli uomini di Pelletier hanno dovuto fare i conti con i limiti della propria condizione, che comprensibilmente avrà ancora bisogno di tempo e partite nelle gambe prima di tornare su buoni livelli.

Ciò che i bianconeri possono però controllare in questa particolare fase è il proprio atteggiamento, ed in questo senso c’è poco da rinfacciare a Morini e compagni, che contro un avversario decisamente più in palla – gli uomini di Tangnes erano al quarto impegno in sette gironi – non hanno mai rinunciato a giocare.

Difficile però pretendere che il Lugano riuscisse a tenere gli ottimi ritmi evidenziati nel primo quarto d’ora, frangente in cui gli ospiti hanno retto ottimamente l’avversario, vincendo anche diverse battaglie e portandosi in vantaggio in doppia superiorità numerica con Heed.

Con il passare dei minuti gli equilibri si sono però invertiti e, dopo un inizio di gara frenato anche da tre penalità, lo Zugo ha mostrato segnali di crescita sempre più costanti che hanno portato al pareggio di Alatalo, nell’occasione un po’ fortunato vista la deviazione involontaria di Heed.

Quella marcia in più messa dai padroni di casa negli ultimi cinque minuti del primo periodo ha trovato una veemente conferma nella frazione centrale, iniziata con il bell’assolo di Hofmann valso il vantaggio dopo appena 40 secondi.

Da quel momento il Lugano non è sostanzialmente più riuscito a strappare allo Zugo il controllo delle iniziative, ma se da un lato Kovar e banda hanno avuto più spesso il puck sul bastone, dall’altro il Lugano ha avuto la capacità di rendersi spesso minaccioso, pur con fiammate isolate.

Ad andare vicinissimo al pareggio è stato Boedker, nell’occasione sfortunato nel colpire i ferri della porta di Genoni. La sua linea completata dal “promosso” Herburger – a risultato dalla partenza di Kurashev – ha trovato combinazioni interessanti, ma tra il danese e Bertaggia è chiaro che il blocco può e deve puntare a transizioni più veloci per essere davvero pericoloso.

Lo stesso discorso vale un po’ per tutti – come normale che sia – visto che se da un lato le intenzioni e le idee hanno già mostrato una certa lucidità, dall’altro è la velocità e precisione d’esecuzione che avrà bisogno d’esercizio.

Il match è poi cambiato velocemente nel giro di 23 secondi, il lasso di tempo sufficiente a Klingberg – sfuggito al debuttante Jari Näser – e Diaz per trovare due gol che hanno ucciso la partita. A quel punto è terminata la serata di Schlegel, che ha lasciato spazio alla prima apparizione assoluta nella massima lega di Fadani.

Passato lo spavento per un’uscita avventata pochi secondi dopo il suo inserimento, il giovane italiano si è ben comportato, e solamente una combinazione perfetta tra Kovar e Hofmann nel finale gli ha impedito di tornare a casa con un “mini-shutout”.

Gli equilibri della sfida erano però saltati da tempo, questo nonostante Morini abbia trovato il secondo gol ospite al 44’24. La terza sirena è così arrivata senza troppi sussulti, con il Lugano che a quel punto non aveva più benzina e lucidità per trovare nuove soluzioni.

Per la squadra di Pelletier in vista del derby ci sono sicuramente alcuni aspetti nel gioco “da ripulire”, soprattutto in fase difensiva ed uscita dal terzo, ma complessivamente le prime due partite dopo il lungo stop – e la malattia affrontata da gran parte del gruppo, sempre privo di Sannitz, Suri e Loeffel – hanno trasmesso un messaggio positivo in termini di atteggiamento e volontà di ripartire. Per tornare al meglio, il primo mattone da posare era proprio quello.


IL PROTAGONISTA

Gregory Hofmann: È il solito concentrato di energia, e contro i suoi ex compagni ha firmato una bella doppietta che lo conferma in grande forma. L’attaccante ha infatti ottenuto ben nove punti nelle ultime cinque partite, e dopo un inizio di stagione difficile ora sta tornando ad essere esplosivo come lo ricordavamo.

Ad ogni cambio ha accelerato i ritmi delle operazioni ed ha pure colpito l’incrocio dei pali, confermandosi un pericolo costante e ben difficile da arginare, specialmente per una squadra ancora un po’ “sulle gambe” come il Lugano di oggi.


HIGHLIGHTS

Click to comment

Altri articoli in Lugano