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Ambrì Piotta

Prova buona ma incompleta, l’Ambrì in avanti ha poche idee

I biancoblù costringono il Davos ad una sfida equilibrata, ma la sterilità in powerplay toglie alla squadra l’arma che avrebbe potuto fare la differenza

Prova buona ma incompleta, l’Ambrì in avanti ha poche idee

AMBRÌ – DAVOS

0-2

(0-0, 0-0, 0-2)

Reti: 44’27 Knak (Aeschlimann, Guerra) 0-2, 59’18 Herzog 0-2

Note: Valascia, porte chiuse. Arbitri Mollard, Nikolic; Gnemmi, Huguet
Penalità: Ambrì 2×2′, Davos 5×2′

Assenti: Patrick IncirMatt D’AgostiniBenjamin ConzElias BianchiElia MazzoliniIsacco Dotti (infortunati), Christian Pinana (Rockets), Stanislav Horansky (sovrannumero)

AMBRÌ – Non è stata una brutta prova quella dell’Ambrì Piotta, anzi tutt’altro, ma non è stata sufficiente. I biancoblù contro il Davos hanno dimostrato nuovamente di poter tenere testa sul piano del gioco alle formazioni che sul ghiaccio viaggiano ad alto regime, ma se da un lato l’aver saputo reggere il ritmo ha dato vita ad una prestazione molto equilibrata, dall’altro è chiaro che gli uomini di Cereda devono riuscire a fornire risposte più rassicuranti sul fronte offensivo.

L’imputato principale è chiaramente il powerplay, che anche venerdì non ha saputo trovare efficacia ed ha così reso un po’ fine a se stesso lo sforzo fatto a 5-contro-5, fase in cui il Davos ha dimostrato di avere maggiore qualità ma che ha visto l’Ambrì Piotta districarsi comunque discretamente a difesa di un Ciaccio in buona forma.

Dopo le sette opportunità vanificate contro il Ginevra, anche al cospetto dei grigionesi i biancoblù non hanno saputo segnare in superiorità numerica, questo nonostante le cinque chance avute a disposizione. Ottenere qualcosa in più specialmente nel primo tempo avrebbe forse cambiato la partita, ma gli schemi dell’Ambrì appaiono al momento troppo prevedibili ed anche il Davos – che ha la seconda peggior difesa e boxplay del campionato – ha saputo leggere gli intenti di Nättinen e compagni segna particolari affanni.

Con il passare del tempo i ticinesi hanno comunque confermato di saper gestire i cambi di ritmo – a tratti indiavolati – del Davos, ma la partita si è adagiata su un equilibrio molto delicato per i leventinesi. Una volta che Knak ha cambiato le coordinate della sfida sbloccando il risultato, Flynn e compagni non hanno infatti mai dato l’impressione di poter rimettere in carreggiata la sfida, e quando è stato vanificato quel powerplay a poco meno di 8’ dalla terza sirena si è capito che non ci sarebbe stato nulla da fare.

Credito va dato a Sandro Aeschlimann, che tra i pali ha giocato una partita molto solida e strutturata valsa il primo shutout stagionale, ma il test a cui è stato sottoposto dagli attaccanti biancoblù non era di quelli particolarmente impegnativi. Poche infatti le conclusioni ad alto coefficiente di difficoltà e – pur tenendo presente che l’Ambrì continua a concedere uno straniero agli avversari – è mancato un po’ di mordente per rendere più caotica ed imprevedibile la situazione nello slot.

Il Davos ha invece continuato a pattinare molto e mostrare un gioco verticale per bruciare la copertura in zona neutra dei leventinesi, e da una ripartenza è nato il gol che ha deciso la partita, su cui Ciaccio nulla ha potuto. Poche le frecce rimaste a quel punto all’arco dell’Ambrì Piotta, che in seguito ad una prova buona ma non completa è rimasto nella periferia della porta grigionese, sino a quando Herzog ha messo in cassaforte il risultato.

Da un certo punto di vista il tutto può risultare frustrante, visto che di errori particolari l’Ambrì Piotta non ne ha commessi, ma bisognerà lavorare per trovare maggiore dinamismo e “peso” sul fronte offensivo, visto che per arginare le prevedibili manovre biancoblù è bastata la difesa di un Davos che in retrovia sinora non sta brillando.

Chissà che per assurdo non possa andare meglio già domenica, contro uno Zugo che sta attualmente dominando il campionato e che può vantare la miglior retroguardia dell’intera lega. Sicuramente la prestazione di venerdì ha comunque presentato elementi solidi su cui costruire, ma anche altri che andranno stimolati per evitare di finire troppo velocemente le idee quando si cerca la via del gol.


IL PROTAGONISTA

Simon Knak: Nell’allenamento prepartita era rimasto a lungo sul ghiaccio per affinare la mira, tirando più e più volte nella porta vuota mentre i suoi compagni avevano da tempo preso la via degli spogliatoi.

L’esercizio per il 18enne ha evidentemente dato i frutti sperati, perché il suo tiro è stato quello che ha sbloccato una sfida giocata all’insegna dell’equilibrio, ma in cui era evidente che la prima rete sarebbe stata pesantissima.


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HIGHLIGHTS

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