Social Media HSHS

Lugano

Prima sconfitta stagionale per un Lugano disordinato e poco brillante

Hockey_Club_Davos.svg
DAVOS – LUGANO

2-1

(0-0, 1-0, 1-1)

lugano
Reti: 24’54 Koistinen (Hofmann, Paulsson) 1-0, 57’30 Vauclair (Steinmann) 1-1, 59’12 Du Bois (Koistinen)

Note: Vaillant Arena, 5’640 spettatori. Arbitri Mollard, Stricker, Kaderli, Zosso
Penalità: Davos 5×2′, Lugano 3×2′

DAVOS – Energie al ribasso, idee latitanti, peccati d’ingenuità e powerplay confuso. Con queste quattro definizioni si potrebbe riassumere la sconfitta del Lugano – la prima di questo campionato – al cospetto di un Davos non certo irresistibile, ma solamente più bravo a capitalizzare almeno alcune delle occasioni capitate.

Ma poi subentra pure la Legge di Murphy, recitante in uno dei suoi articoli che se le cose stanno andando male, possono pur sempre peggiorare. Il peggio al Lugano, oltre alla sconfitta, è capitato attorno al 50’, quando il ginocchio di Pettersson ha subito una brutta torsione, costringendo il topscorer a rientrare negli spogliatoi in condizioni invero piuttosto preoccupanti.

Tornando all’inizio, il Lugano presentato da Fischer alla Vaillant Arena ha subito alcune sostanziali modifiche al reparto offensivo, con Klasen diviso dal “gemello” svedese per andare a far compagnia a Filppula e Murray promosso nel blocco del topscorer. Inoltre si è rivisto Merzlikins tra i pali, dopo le pur eccellenti uscite di Manzato, a conferma che il dualismo dei portieri è sempre un argomento in voga a Lugano.

Sin dal primo ingaggio si è capito che l’intensità della partita sarebbe stata ben diversa da quella che aveva caratterizzato la sfida contro il Berna, fattore evidenziato da entrambe le squadre, ben poco precise in impostazione e leggere negli spunti offensivi. Il Davos ha perlomeno recitato la parte del padrone di casa, mettendo in difficoltà il Lugano con alcune veloci ripartenze, ma Merzlikins e i suoi colleghi hanno sempre retto bene, pur se con qualche affanno in box play.

In una partita piuttosto brutta anche se intensa si è dovuto attendere il secondo tempo per vedere una rete, quella di Koistinen che ha regalato il vantaggio agli uomini di Del Curto e che ha – per fortuna dei tifosi – parzialmente riacceso una sfida poco spettacolare. Non che il match sia virato su binari di alto livello, sia chiaro, ma perlomeno il gol ha costretto il Lugano ad aprirsi di più e a rendere la contesa più veloce.

Il Lugano le occasioni le avrebbe anche avute – 35 tiri a 34 per i bianconeri – ma un power play a dir poco sterile da parte degli uomini di Fischer ha vanificato tutte le migliori occasioni avute durante il match.

Salto temporale fino al 50’ minuto, nel quale Pettersson è costretto ad uscire per il citato infortunio, per arrivare poi al 57’30”, momento in cui – quando ormai pochi ci speravano – Vauclair ha pareggiato la contesa con un tiro dallo slot deviato da Guerra dopo un’incursione di Steinmann. E se pochi speravano nel pareggio, tutti credevano ormai nell’overtime, ma invano. Sì perché un’ingenuità di Sannitz a 1’ dalla fine dei tempi regolamentari ha permesso al Davos di giostrare in power play, occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata, e difatti Du Bois con un tiro dalla linea blu ha riportato il vantaggio in casa propria, stavolta definitivamente.

Il rimescolamento delle linee da parte di Fischer non ha portato i frutti sperati, anche per il grande forechecking del Davos che ha impedito gran parte delle manovre bianconere. Ma soprattutto il Lugano è apparso privo di idee anche in diversi suoi leader, ad immagine di un Klasen sempre molto intraprendente ma piuttosto inconcludente nel momento decisivo e un Filppula spesso alla conclusione vista la scarsa brillantezza dei compagni.

Per Hirschi e compagni è stato difficile pure trovare un certo equilibrio tra attacco e difesa, rimanendo troppo scoperti dopo i propri attacchi ma anche troppo “morbidi” quando si trattava di ripartire dopo le manovre grigionesi.

Nella serata di Davos sono comunque emersi alcuni spunti interessanti, colti dalle ottime prestazioni di Steinmann, Walker, Dal Pian e Vauclair. Particolarmente ispirato è parso Merzlikins, molto concentrato e pulito nei suoi interventi e bravo nel proteggere la sua zona.

Una sconfitta doveva pur capitare prima o dopo, l’amaro in bocca lo lascia il fatto di averla persa per un’ingenuità dopo che i bianconeri l’avevano riagguantata in extremis. Ora il Lugano avrà a disposizione qualche giorno di riposo, necessario per ricaricare batterie, riordinare le idee e sperare che dall’infermeria le notizie non escano troppo infauste.

Click to comment

Altri articoli in Lugano