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Lugano

Nuova reazione tardiva, il Lugano va in pausa con un’altra sconfitta

Il Bienne espugna la Resega grazie a un secondo periodo micidiale e infligge la terza sconfitta di fila al Lugano. Klasen ritrova il gol dopo 15 partite

Nuova reazione tardiva, il Lugano va in pausa con un’altra sconfitta

LUGANO – BIENNE

3-4

(0-1, 1-3, 2-0)

Reti: 9’56 Tschantré (Rajala, Pouliot) 0-1, 21’44 Bertaggia (Fazzini) 1-1, 29’57 Micflikier (Fey, Rajala) 1-2, 32’15 Micflikier (Forster) 1-3, 35’33 Fuchs (Fey) 1-4, 41’55 Sannitz (Romanenghi, Morini) 2-4, 49’48 Klasen (Sartori, Ronchetti) 3-4

Note: Resega, 6’059 spettatori. Arbitri Oggier, Stricker; Bürgi, Fuchs
Penalità: Lugano 3×2′, Bienne 3×2′

LUGANO – Benedetta sia la pausa, per questa volta. Sì perché nei precedenti stop del campionato il Lugano aveva inveito contro la pausa, arrivandoci con la squadra lanciatissima verso i piani alti della classifica e che non avrebbe mai voluto fermarsi.

Oggi però, alle soglie ultime del Natale, i bianconeri tutti, dallo staff tecnico ai giocatori, fino ai tifosi, questa pausa la stavano aspettando quasi fosse la pozza d’acqua nel deserto. E ne hanno ben donde a tirare un sospiro in questi 10 giorni scarsi che ci separano dalla parte di campionato dell’anno nuovo, perché il temuto dicembre si è tramutato in un mese che è passato dalle sfumature grigiastre (evitiamo paragoni letterari, per favore) al nero del tunnel delle ultime tre giornate, anche se sono già cinque le sconfitte nelle ultime sette uscite per Chiesa e compagni.

Contro il lanciatissimo Bienne, ormai a ridosso dei bianconeri in classifica, per il Lugano, privo pure degli ammalati Reuille, Sanguinetti e Manzato, era fondamentale almeno una cosa: reagire col carattere all’orrida prestazione messa in campo la sera prima a Kloten. Missione riuscita solo in parte, non tanto per la sconfitta in sé, ma perché i ragazzi di Ireland il carattere lo hanno mostrato sul serio solo nel terzo tempo, quando ormai era troppo tardi, esattamente la stessa situazione (da 1-4 a 3-4) vissuta contro il Davos.

Il Lugano lo ha sofferto il Bienne, già nel primo tempo, andando in ritardo di un metro rispetto al disco e al suo possessore, denotando ancora difficoltà nel mantenimento del ritmo (va detto, a onore di cronaca, del virus intestinale che ha colpito alcuni giocatori, anche tra quelli regolarmente in pista) e soprattutto delle solite tribolate uscite dal terzo difensivo.

La cosa si è mantenuta per un certo tempo anche nel periodo centrale, nonostante la rete di Bertaggia a pareggiare l’iniziale vantaggio di Tschantré, ma arrivata quasi contro l’andamento del gioco. Volenterosi certo, i bianconeri, ma anche ingenui e di nuovo colpevoli di diversi black out difensivi, capaci ancora di subire tre reti nello spazio di 5’, con figure poco edificanti sull’1-3 di Micflikier e soprattutto sull’1-4 di Fuchs, libero e quasi incredulo di poter fare qualsiasi cosa davanti all’arrabbiatissimo Merzlikins.

Una storia già vista, quella del Lugano che crolla nel secondo tempo, ma già vista anche quella del Lugano che prova a rientrare nei 20’ finali, giocati finalmente con convinzione soprattutto dopo la deviazione vincente di Sannitz per il 2-4.

L’assalto non è riuscito fino in fondo, nemmeno dopo la rete del 3-4 di Klasen, che era a secco da 15 partite, sulla quale lo svedese ha esultato come un ragazzino, mostrando un sorriso inusuale per l’ex topscorer, da far pensare a un grosso peso liberato dal suo stomaco.

Non ce l’ha dunque fatta il Lugano a riportare il sorriso ai propri tifosi, incassando la terza sconfitta consecutiva, vedendosi risucchiato nella lotta che parte già dal settimo posto. La classifica per ora deve rimanere l’ultimo dei problemi per la squadra di Greg Ireland, che in questi 10 giorni che la separano dalla sfida dell’Hallenstadion di Zurigo dovrà cercare di ritrovarsi.

Per ritrovarsi i bianconeri dovranno tornare sui concetti di squadra, di gruppo e di applicazione, con l’aiuto, si spera, del rientro di qualche assente, Furrer su tutti.

Il Lugano ha pagato un mese di dicembre in cui forse ci è arrivato sin “troppo bene”, con un inconscio (si spera) rilassamento da classifica comoda unita a altri fattori, soprattutto le assenze di peso.

Non devono diventare un alibi le assenze di uomini importanti, lo ricordiamo, soprattutto per quel che concerne la forma della prestazione, ultimamente spesso insufficiente se non inguardabile. Anche Greg Ireland dovrà riguardare le sue mosse, il continuo rimescolamento delle carte non ha portato i frutti sperati e il coach bianconero deve al più presto ritrovare un lineup di base, stando attento a non cadere nella confusione che tradì alcuni suoi predecessori.

Il Lugano deve ripartire in un qualche modo, magari da quell’esultanza e da quella felicità di Linus Klasen, un giocatore da recuperare e specchio di una squadra da ritrovare.


IL PROTAGONISTA

Jacob MicflikierQuanto fa male la legge dell’ex. Il piccolo attaccante canadese è stato una vera spina nel fianco della difesa bianconera, sfuggente e pericoloso a ogni cambio.

La sua doppietta ha dato il via alla vittoria del Bienne, sfruttando il troppo spazio concessogli dai distratti luganesi, lui ha ringraziato (forse) e ha punito nella maniera che preferisce.


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HIGHLIGHTS

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