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Ambrì Piotta

Non è un Ambrì da battaglia, il Ginevra vince in tranquillità

Biancoblù battuti al termine di un match in cui la squadra non ha reso la vita difficile agli avversari. Poche le occasioni per impensierire l’ottimo Descloux

Non è un Ambrì da battaglia, il Ginevra vince in tranquillità

GINEVRA – AMBRÌ

5-0

(2-0, 2-0, 1-0)

Reti: 4’10 Le Coultre (Omark) 1-0, 17’56 Asselin (Fehr) 2-0, 24’31 Fehr 3-0, 34’25 Fehr (Omark, Asselin) 4-0, 48’42 Miranda 5-0

Note: Les Vernets, porte chiuse. Arbitri Lemelin, Mollard; Schlegel, Burgy
Penalità: Ginevra 5×2′, Ambrì 6×2′

Assenti: Matt D’AgostiniIsacco DottiTommaso GoiElias BianchiJulius Nättinen (infortunati) Stanislav Horansky (Olten), Joël NeuenschwanderDario RohrbachViktor ÖstlundChristian Pinana (Rockets)

GINEVRA – Nel presentare la partita di martedì, il Ginevra sul proprio sito web paragonava l’Ambrì Piotta all’irriducibile villaggio di Asterix e Obelix, facendo riferimento al fatto che i biancoblù erano l’unica squadra della lega che ancora non aveva dovuto inchinarsi ai granata. Stavolta però la truppa di Cereda ha completamente dimenticato lo spirito battagliero dei Galli, e con il passare dei minuti è diventato sempre più evidente che nemmeno la famosa pozione magica avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro.

Intendiamoci, nessuno pretendeva che i biancoblù si imponessero per la quarta volta in altrettante partite contro una corazzata come quella allenata da Emond (seconda in classifica con 1.82 punti di media), ma ci si aspettava di vedere un Ambrì determinato nel dare il massimo per rendere la serata complicata a Omark e compagni.

Per il Ginevra è invece stato tutto troppo semplice, e non solo grazie ad una differenza di tasso tecnico che rimane abissale – i due assist del top scorer locale sono da lustrarsi gli occhi -, ma anche e soprattutto perché l’Ambrì Piotta non ha sembrato credere molto nelle sue possibilità di aggredire l’avversario.

Sicuramente finire in svantaggio alla prima occasione concessa non ha rappresentato la premessa ideale, ma offensivamente i leventinesi non hanno mai saputo rendersi davvero minacciosi, e quando lo hanno fatto è stato per fiammate sporadiche e non per una certa efficacia e costanza in forecheck e battaglie per il possesso del puck.

Pochi dunque gli interventi davvero impegnativi a cui è stato chiamato il bravo Descloux, impensierito in un paio di circostanze da Perlini (il più pericoloso dei suoi), con una deviazione di Dal Pian e soprattutto con un’incursione di Mazzolini, che per pochi centimetri non ha trovato il gol.

Il numero 24 ha ribadito di trovarsi in un ottimo momento di forma – sono ora diverse le partite consecutive in cui riesce a distinguersi – ed in generale la quarta linea con Kostner e Trisconi è stata la migliore dei leventinesi. Non è infatti un caso che sia stata l’unica a non venir rimescolata da Cereda tra secondo e terzo tempo, quando il coach ha cercato di provocare una scintilla che però non è mai arrivata. Ne è stato l’immagine Zwerger, piuttosto arruffone e poco efficace.

La partita ha preso una piega molto complicata già nel finale di primo periodo, quando in doppia superiorità numerica Asselin (sesto gol in quattro partite!) ha infilato il 2-0. Gli special teams sono poi risultati determinanti anche nel periodo centrale, quando l’Ambrì ha concesso una nuova rete in shorthand e poi ha dovuto nuovamente inchinarsi davanti ad Omark, che in powerplay ha “danzato” nel terzo offensivo prima di offrire un 4-0 solo da insaccare a Fehr.

Con pochi sussulti dunque la terza frazione, iniziata dagli ospiti con un piglio perlomeno volenteroso di dare un segnale positivo, ma Perlini e compagni non sono riusciti nell’intento di rovinare lo shutout a Descloux, che ha così raggiunto Schlegel nella classifica specifica a quota cinque.

L’ultima sirena è così arrivata in maniera un po’ incolore, e con la consapevolezza che a nove partite dal termine sarà necessario un altro livello di intensità se l’Ambrì vorrà strappare da Rapperswil o Berna l’ultimo posto disponibile nei pre-playoff. Non si potrà però semplicemente attendere che qualcuno prepari la pozione magica, lo spirito battagliero dovrà essere portato in pista con il sacrificio di tutti.


IL PROTAGONISTA

Linus Omark: Lo svedese è semplicemente una gioa per gli occhi di tutti gli appassionati. Giocatore lunatico, quando è in serata regala dei numeri di altissima classe, e quei tocchi del puck con cui si è fatto beffa di Dotti e Fischer fanno parte di un repertorio da applausi. Ha consegnato ai compagni dei dischi solamente da infilare alle spalle di Ciaccio, il tutto con una facilità incredibile.


HIGHLIGHTS

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