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Ambrì Piotta

Moses: “Qualcosa ad Ambrì si è sbloccato, ho portato un po’ d’aria fresca e ne sono fiero”

L’americano è andato di nuovo in gol: “È quello per cui sono stato ingaggiato, per me è un ottimo segnale. Ho subito un infortunio pesante ma il mio corpo ha risposto presente, non sono al 100% ma devo darmi tempo”

AMBRÌ – Con la vittoria di sabato l’Ambrì Piotta ha confermato di essersi finalmente lasciato alle spalle un periodo nero che perdurava ormai da troppo tempo. La compagine di Luca Cereda, forte di una prova giocata con grande energia, ha ritrovato sicurezza e velocità nelle trame del proprio gioco, riuscendo a mettere alle corde il Davos. A contribuire alla manovra offensiva è stato Steve Moses, alla sua terza rete in quattro partite disputate con la maglia biancoblù.

Con lo statunitense del Rapperswil – in prestito fino al primo marzo – abbiamo analizzato l’importante vittoria che permette ora ai leventinesi di sopravanzare il Berna e di rimanere in piena corsa pre-playoff. “È una vittoria pesante, nata dalla giusta attitudine dei ragazzi. Non sono qui da molto e non conosco bene i miei nuovi compagni, ma si nota subito quando un gruppo gioca con la giusta dose di serenità. In queste ultime partite ho percepito positività nello spogliatoio e, con questo approccio, la squadra è riuscita ad imporsi con merito in entrambe le partite del weekend”.

Dal tuo arrivo la squadra pare giocare con maggiore fiducia nei propri mezzi. Pura coincidenza?
“Non saprei, forse ho semplicemente portato una ventata di aria fresca nello spogliatoio. Le scorse settimane sono state complicate per la squadra. I risultati non arrivavano e la frustrazione era tanta. Invertire la rotta non è mai semplice, ma credo che i ragazzi abbiano trovato il modo di uscire da questa spirale negativa. A dimostrarlo sono soprattutto queste due vittorie del weekend maturate da due sfide radicalmente diverse tra loro. Il fatto di essere riusciti a sconfiggere dapprima una squadra in cerca di riscatto come i Tigers e poi una corazzata come il Davos, indica che soprattutto a livello mentale qualcosa si è sbloccato”.

A sbloccare il punteggio ci ha pensato Dario Bürgler, autore di una rete pesantissima in un momento delicato della sfida…
“È stato un gol pesante arrivato al momento giusto. Nel corso della partita ci eravamo creati diverse occasioni ma Aeschlimann ci ha reso la vita difficile. Trovo che nel primo periodo siamo stati superiori al Davos e che avremmo dovuto concretizzare maggiormente le nostre occasioni. Nel tempo centrale la sfida si è via via equilibrata mentre nel terzo tempo in alcuni frangenti abbiamo faticato. Per questo la rete di Bürgler acquisisce ancor più importanza, perché arrivata in un momento molto delicato della sfida”.

In sole quattro partite con l’Ambrì hai già collezionato tre reti. Si tratta di un impatto notevole per un giocatore appena calato in una nuova realtà e, inoltre, reduce da un infortunio così importante…
“È ciò per cui sono stato ingaggiato e, ad ogni modo, questo rappresenta sicuramente un ottimo segnale per me. Sono un giocatore che esige molto da se stesso… Sapevo che non sarebbe stato facile rientrare dopo un infortunio del genere – al tendine d’achille, ndr. – ma il fisico ha risposto presente. La prima partita è stata particolare, ho dovuto ambientarmi e capire dinamiche e sistema di gioco. Poi, dalla seconda uscita ho iniziato a calarmi maggiormente nella realtà biancoblù e aver trovato subito una rete ha certamente contribuito in termini di fiducia. I ragazzi, poi, sono stati grandiosi per come mi hanno accolto”.

Guardandoti giocare, specie a livello di intensità, non si direbbe che hai dovuto osservare uno stop di cinque mesi. Come te lo spieghi?
“A dire il vero sono molto fiero del mio recupero. Si è trattato dell’infortunio più pesante di tutta la mia carriera e non ero sicuro che sarei potuto tornare a giocare ai miei livelli. Un infortunio del genere condiziona i tuoi movimenti, e come puoi immaginare la preoccupazione era tanta. Ero nervoso e non sapevo come il corpo avrebbe reagito al termine del periodo di riabilitazione. Ora sono qua e mi sento bene. Il corpo risponde ottimamente e sul ghiaccio riesco a crearmi le occasioni. Sono un giocatore che ama tirare molto in porta e quando ci riesco significa che sto bene. Sento di non essere al 100%, specie nei duelli, ma sono sicuro che pian piano arriverà anche quello. Devo solo darmi un po’ di tempo”.

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