STOCCOLMA – Timo Meier e la Nazionale sono approdati a Stoccolma per il gran finale di questo Mondiale. “La gioia di pregustarsi questo weekend è tanta. Questo era il nostro obiettivo, volevamo avere la chance di conquistare qualcosa di importante e ci siamo riusciti. L’impianto è molto bello, ancora più speciale che a Herning, lo stesso vale per la città. Ora dobbiamo mantenere il focus e la concentrazione”.
Tutti hanno fame, ma tu probabilmente ancora di più visto che l’anno scorso avevi dovuto rinunciare alla rassegna iridata a causa di un infortunio…
“La voglia e la fame ci sono sempre e comunque. È così per ogni sportivo. Già in passato avevamo la possibilità di vincere il Mondiale e abbiamo fallito, avere nuovamente una possibilità per rifarsi è veramente un privilegio”.
Come avevi seguito il Mondiale dell’anno scorso? Intensamente, oppure eri talmente frustrato che hai preferito prendere un po’ di distanza?
“Non ero frustrato, ho accettato il fatto che dovevo operarmi e che sarebbe stata l’opzione migliore per la continuazione della mia carriera. Non dico di aver visto ogni minuto, ma ho guardato le partite e, specialmente a partire dai quarti di finale, ho fatto tanto tifo davanti alla TV ed ero più nervoso sul divano di casa che sul ghiaccio, proprio perché non hai nessun controllo. Ora sono semplicemente contento di essere di nuovo a disposizione e partecipare al Mondiale con questo magnifico gruppo di ragazzi”.
E adesso in semifinale vi attende la Danimarca. Che sorpresa. Tu giochi quasi quotidianamente contro dei giocatori canadesi. Com’è possibile che un Canada con i vari Crosby, MacKinnon e compagni si faccia sconfiggere dai danesi?
“Devo essere onesto, ho guardato solamente gli ultimi 10 minuti, in fin dei conti i più importanti. Questo è il bello dello sport, tutto è possibile e ogni match va giocato sino all’ultima sirena. La Danimarca, con le vittorie ottenute in precedenza, ha potuto fare un bel pieno di fiducia e gioca un buon hockey. Dovremo dunque essere pronti sin dall’inizio e svolgere il nostro compito. Abbiamo mostrato di poter crescere con il passare del torneo, ora è necessario compiere un ulteriore passo in avanti”.
Non è evidente giudicare da fuori, ma secondo te i canadesi hanno preso i danesi sottogamba?
“Io credo che per i canadesi sia stato frustrante fare il viaggio da Stoccolma a Herning. Questo fatto forse ha avuto un ruolo, non erano magari così felici di cambiare le abitudini. Qui in Europa si gioca anche un hockey differente rispetto alla NHL, la superficie ghiacciata è più grande, pure ciò potrebbe avere avuto un influsso”.
L’ultima domanda è su di te, come ti senti e com’è andata la tua stagione dopo l’operazione alla spalla dello scorso anno?
“È stata una bella sfida tornare dopo l’intervento. Sono contento di come sia andata e sono ancora più contento di essere qui a indossare la maglia rossocrociata. Sono motivatissimo, il mio focus è di migliorarmi partita dopo partita, so quali sono i miei compiti in determinate partite, come quella contro la Danimarca, e voglio assolutamente aiutare la squadra portando sul ghiaccio la costanza sui 60’ al fine di arrivare al successo”.
