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Interviste

McSorley: “La squadra ha carattere e coraggio, senza leadership non avrei alcun impatto”

Il coach dopo l’amichevole casalinga: “Ogni giorno che passa i giocatori credono sempre di più nello stile di gioco che vogliamo praticare. Vogliamo trovare un modo di giocare un po’ diverso rispetto alle altre squadre”

© Photobruscaluckyvideo

LUGANO – È un Chris McSorley decisamente di buon umore quello che si presenta alla stampa nel post partita di sabato sera. “Sono molto molto felice”, è così che esordisce sorridendo l’allenatore del Lugano davanti ai microfoni.

Chris McSorley, quali sono i pensieri dopo l’amichevole vinta davanti al vostro pubblico?
“Sono sicuramente soddisfatto. Quello che stiamo cercando di fare è trovare un modo di giocare un po’ diverso rispetto alle altre squadre. In questa lega la duplicazione (degli stili di gioco, ndr) è molto alta. Se giochi nello stesso modo di tutti gli altri, poi alla fine della stagione coloro che sulla carta hanno la miglior squadra vincono. Il mio mantra come allenatore è sempre stato “fai abbastanza cose in modo differente, gioca un po’ diversamente rispetto all’avversario, e in questo modo lo costringerai a cambiare il suo modo di giocare quando ti affronta”. Domenichelli in questo senso si è dimostrato molto paziente, ha detto che quello che vogliono è solo vedere la squadra giocare con impegno e un senso d’urgenza. Questa per me è la cosa più importante, sono le fondamenta di qualsiasi gruppo di successo. Il risultato sarà semplicemente una conseguenza per una squadra che gioca duro”.

E queste fondamenta le hai viste nell’amichevole contro il Krefeld?
“Sì. Sai, l’altro giorno a Visp abbiamo visto Riva che, pur sapendo che avrebbe fatto male, si è buttato su un tiro per bloccarlo. Il giorno dopo abbiamo fatto rivedere al video questa scena alla squadra, e poi sabato sera abbiamo visto Fazzini fare la stessa cosa. Sapeva che il dolore stava per arrivare, ma nonostante ciò ha bloccato il tiro. Se hai una squadra che fa queste cose nel pre-season, in partite che non contano niente, questo mi dice che abbiamo molto carattere nello spogliatoio. E il carattere o ce l’hai oppure no, io come allenatore posso solo agitare le emozioni, dare ossigeno al fuoco; questo è il mio lavoro. Questa squadra ha carattere e coraggio, si mettono sulle linee di tiro e siamo appunto solo ancora nel pre-season. Sabato sera abbiamo fatto un passo avanti, perché la squadra ha vinto una partita che meritava di vincere, ma tatticamente, con il nostro sistema, abbiamo sicuramente ancora del lavoro da fare. È una scultura in divenire, non è ancora finita, ma per adesso ho anche solo avuto tre settimane di tempo (ride, ndr)”.

© Photobruscaluckyvideo

A questo punto della preparazione, siete dove volevate essere? Sia a livello di gioco, sia a livello di formazione di una cultura del lavoro?
“Sì. C’è davvero un buon gruppo di leader in questa squadra, e senza leadership io non potrei avere nessun impatto. Quello che vedo è che, con ogni giorno che passa, i giocatori credono sempre di più nello stile di gioco che vogliamo praticare. Il nostro boxplay è ancora un po’ da cardiopalma, ma Schlegel, in modo molto calmo, ha fatto le parate che ci servivano ad inizio gara, fino a quando la squadra ha trovato fiducia e ritmo”.

Settimana prossima comincerà la CHL… È un problema che delle partite che contano arrivino così presto, considerando che difficilmente potrete già essere al 100%?
“Non ci possiamo nascondere, il prossimo weekend giocheremo contro dei top team. A Lugano ci sono stati molti cambiamenti, tanti nuovi giocatori, e incontreremo delle squadre che sono rimaste praticamente invariate, che giocheranno esattamente nello stesso modo di come facevano in aprile. Per me sarà una buona esperienza, entreremo in pista per vincere e daremo il massimo. Allenarsi è una parte del processo di apprendimento, ma hai anche bisogno di giocare. I giocatori hanno bisogno delle partite per sviluppare la ripetizione dell’abitudine”.

Per le prime due partite di CHL avrete molte assenze in attacco… Sei preoccupato o i giovani ti hanno dato le risposte che cercavi?
“I giovani hanno giocato molto bene, hanno portato energia, sono stati fisici e hanno fatto tutto quello che i coach gli hanno chiesto di fare. Vogliono un posto in squadra, vogliono giocare e la loro attitudine è stata formidabile. I veterani li rispettano e i giovani viceversa rispettano loro, quindi c’è un’ottima cultura qui. Darò ai giovani un’occasione di giocare”.

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