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National League

L’effetto “wow” della Swiss Life Arena, una pista che vale la pena di essere visitata

© Berend Stettler

ZURIGO – La nuova Swiss Life Arena è finalmente realtà. In estate avevamo fatto un’intervista con Edgar Salis parlando appunto dell’imminente apertura del nuovo impianto zurighese. Ieri, seguendo il Lugano, abbiamo avuto l’occasione di vedere di persona il gioiello, fiore all’occhiello dello sport zurighese.

La nuova pista non ha deluso le attese, specialmente all’interno. È una strana sensazione non recarsi all’Hallenstadion. La nuova stazione di riferimento è Altstetten e non più Oerlikon. La stragrande maggioranza del pubblico si muove con i mezzi pubblici. Anche perché i posteggi sono merce rarissima, è praticamente impossibile trovare un parcheggio raggiungibile nell’arco di un quarto d’ora a piedi nei pressi della Swiss Life Arena.

Dopo una camminata di 10 minuti dalla stazione si raggiunge l’arena. Dall’esterno, seppure imponente per le dimensioni, non è nulla di particolarmente spettacolare. La costruzione, prettamente in cemento, e la relativa architettura non suscita chissà che emozioni. All’esterno l’illuminazione delle mura è evidentemente rossa, blu e bianca, i colori sociali del club. L’afflusso del pubblico è garantito dalle molte generose entrate.

All’interno i corridoi sono larghissimi, le decorazioni sono spartane. La rassegna delle varie maglie vintage dello ZSC fa bella figura. Gli spacci sono parecchi, ma le attese sono comunque lunghe specialmente durante le pause. “Fino a 20 minuti per prendere una birra”, ci dice un tifoso bianconero. Un po’ come era accaduto ad Ambrì, anche a Zurigo devono ancora abituarsi a gestire la nuova realtà e ci vuole sempre un attimo a capire come muoversi e dove si necessitano migliorie.

La parte clou sono ovviamente le tribune e la visuale. Quando si entra nel cuore della pista c’è l’effetto wow. “Ci saranno delle lounge all’interno del maxischermo? Guardiamo la partita sul ghiaccio o alla televisione?”. Sono queste le parole del collega del CdT Fernando Lavezzo. Fanno ben capire le megalomania del maxischermo, la prima cosa che salta inevitabilmente all’occhio.

Le dimensioni sono incredibili, non si può descriverlo, bisogna vederlo con i propri occhi. Qualcosa di mai visto alle nostre latitudini. In confronto quelli delle altre piste sembrano degli Atari anni ’80. Le tribune sono spaziose, parecchia la distanza tra le file e i seggiolini. Si può raggiungere il proprio posto velocemente. Qui si è deciso di lasciare spazio al comfort e alle varie scale d’accesso evitando di incastonare seggiolini a gogo.

La visuale è ottima, si è molto vicini al ghiaccio grazie alla verticalità della struttura. Fa specie vedere la frangia calda del tifoso zurighese dietro alla porta così in basso e non più nascosta in alto nel terzo anello dell’Hallenstadion. L’ambiente però non è rovente, si sentono di più i fans bianconeri. L’acustica è di buona qualità e lo spettacolo delle luci non delude. Anche per gli addetti ai lavori è molto comodo lavorarci, gli accessi agli spogliatoi e la distanza tra la tribuna stampa e quest’ultimi è breve e il tragitto è semplice.

Tante altre rinomate piste europee che ospitano i Mondiali non sono strutturate così bene. La Swiss Life Arena è decisamente l’impianto elvetico che più si avvicina al modello NHL, ancor più della Vaudoise Arena, anche a causa delle dimensioni maggiori. Insomma complessivamente la nuova pista ha superato in pieno l’esame e merita sicuramente di essere visitata.

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