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Ambrì Piotta

L’Ambrì rompe la maledizione e vince il derby con merito

Il Lugano inizia forte ma poi non riesce a trovare le risposte per contrastare un Ambrì più determinato. Manzato out dopo il primo periodo per infortunio

L’Ambrì rompe la maledizione e vince il derby con merito

AMBRÌ – LUGANO

2-1

(1-1, 0-0, 0-0; 1-0)

Reti: 3’13 Hofmann (Vauclair) 0-1, 17’21 Lauper (Müller) 1-1

Rigori: Kubalik, Klasen, Lerg, Fazzini, Müller

Note: Valascia 6’118 spettatori. Arbitri Wiegand, Lemelin; Castelli, Cattaneo
Penalità: Ambrì 3×2′, Lugano 5×2′

AMBRÌ – È stato un derby intenso e che sino all’ultimo avrebbe potuto prendere una direzione piuttosto che un’altra, ma alla fine la partita della Valascia ha premiato un Ambrì Piotta che ha sicuramente saputo dare di più sull’arco dei 60 minuti.

Luca Cereda ha così potuto festeggiare la sua prima vittoria in un derby casalingo, mentre la sua squadra ha interrotto una serie di cinque sconfitte consecutive in campionato e rotto una maledizione che aveva visto i biancoblù perdere le ultime sei sfide cantonali.

Sull’altro fronte i bianconeri hanno invece saputo mantenere in bilico sino all’ultimo un match che “ai punti” avrebbero verosimilmente perso dopo 65 minuti, ma questo non toglie che Hofmann e compagni si sono costruiti alcune grandi occasioni in momenti chiave del match, che avrebbero anche potuto permettere loro di fare il colpaccio.

Un powerplay ancora deficitario ed un Conz in ottima forma – entrato dopo un tempo a sostituire l’infortunato Manzato – hanno però impedito ai bianconeri di espugnare la Valascia, ma la loro prestazione ha evidenziato qualche lacuna di troppo per poter legittimare un bottino superiore al punticino racimolato.

Con entrambe le squadre in pista con degli infortuni di sicuro impatto – sottocenerini in particolar modo senza Lapierre, Lajunen e Cunti, leventinesi privi di D’Agostini, Fora, Pinana e capitan Bianchi – il Lugano ha saputo entrare immediatamente in partita, aggredendo i cugini per una decina di minuti a trovando velocemente il vantaggio con Hofmann.

In quel frangente i bianconeri avrebbero anche potuto trovare il raddoppio, ma l’Ambrì ha saputo stringere i denti e darsi il tempo per entrare gradualmente in partita, iniziando a farsi vivo dalle parti di un ottimo Merzlikins dopo una decina di minuti. Nel momento in cui il derby si è stabilizzato i padroni di casa hanno pareggiato grazie ad un bel tiro di Lauper, prima di ingranare una marcia in più nel periodo centrale.

Il Lugano non è riuscito trovare reali e definitive risposte a questo cambiamento di andatura, ed ha reagito alle sollecitazioni avversarie solamente a fiammate, mentre la squadra di Cereda ha saputo sostenere con maggiore costanza la costruzione della propria manovra.

Inserita la rotta di crociera, il derby non ha più deviato la sua via nello svilupparsi degli eventi, anche se alcuni powerplay in momenti chiave avrebbero potuto ribaltare da un momento all’altro la situazione. Nessuna delle due squadre ha però saputo trovare nella propria superiorità numerica la chiave per risolvere la sfida, trovando sì dei tiri pericolosi ma per certi versi anche prevedibili, visto che gran parte di queste fasi sono ruotate attorno alle capacità offensive rispettivamente di Kubalik e Hofmann.

Il finale è stato di quelli estremamente emozionanti, con due penalità evitabili – ritardo di gioco per i biancoblù, cambio scorretto per i bianconeri – che hanno consegnato nelle mani delle rispettive squadre delle opportunità d’oro per vincere. Nessuno ha però saputo trovare gloria, nemmeno Incir che a tu-per-tu con Merzlikins ha avuto sul suo bastone un’occasionissima a pochi secondi dal termine dell’overtime.

L’epilogo dei rigori ha poi premiato l’Ambrì, capace di segnare con le sue prime tre esecuzioni ad opera di Kubalik, Lerg (stupendo il suo shootout) e Müller, mentre sull’altro fronte hanno saputo rispondere solamente Klasen e Fazzini.

È così andato agli archivi un derby intenso, piacevole da seguire e con il giusto epilogo, che ha premiato la squadra che ha lavorato maggiormente per arrivare al successo. Una vittoria che al gruppo di Cereda fa bene, soprattutto dopo quel weekend frustrante che aveva preceduto la pausa.

Deve invece dare di più per compensare le importanti assenze il Lugano, che è a volte apparso privo di reali idee se non quella di sperare nell’esplosività di un Hofmann semplicemente eccezionale, ma a volte lasciato un po’ solo nell’ambito di una manovra non sempre caratterizzata dalla giusta personalità.

Sul fronte bianconero determinante la prestazione di un Merzlikins sugli scudi – anche se poi battuto ben tre volte ai rigori – mentre sul fronte biancoblù sono diversi i giocatori ad aver fornito un prova di sostanza, come i vari Müller (capitano di serata), Novotny oppure Zwerger. A tratti ancora un po’ evanescente Lerg, schierato per la prima volta all’ala, ma l’americano ha nuovamente dato prova di avere delle caratteristiche che se fatte crescere lo renderanno un giocatore molto interessante.

Una nuova fase di campionato è dunque lanciata, con le due ticinesi a cavallo della linea e separate da soli due punti. Dopo questo ritorno in materia non c’è però tempo per fermarsi a riflettere, il prossimo weekend sarà per entrambi di quelli impegnativi.


IL PROTAGONISTA

Benjamin ConzNon è stato determinante perché ha salvato l’Ambrì dalle fasi di pressione del Lugano – anzi, i leventinesi sul piano del gioco hanno creato sicuramente di più – ma piuttosto perché ha reagito al meglio ad un compito molto difficile.

Conz è infatti stato chiamato ad entrare in pista dopo un periodo di gioco, quando Manzato ha dovuto alzare bandiera bianca per un infortunio al gomito (serietà ancora da verificare). Il portiere si è però confermato calmo e sereno, ed ha controllato con grande senso della posizione le iniziative bianconere, facendo dimenticare immediatamente l’imprevisto tra i pali.


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