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Ambrì Piotta

L’Ambrì riparte, convinto ma senza illusioni: “I miracoli non esistono, l’obiettivo è la salvezza”

I biancoblù di capitan Fora si sono presentati alla stampa. Lombardi: “Vogliamo proporre un hockey che non faccia rimpiangere le trasferte alla Valascia”. Duca: “Le nostre scelte sono scommesse che crediamo di poter vincere”

CADEMARIO – È un Ambrì Piotta che ha l’entusiasmo di ricominciare da zero quello che si è presentato martedì sera alla stampa, conscio dei propri limiti e ben consapevole che la prossima stagione sarà durissima, ma anche convinto che le scelte per dare una sterzata al club dopo l’ultimo disastroso campionato siano quelle giuste.

Poche invero le novità emerse dall’incontro, fatta eccezione per l’annuncio che ha visto consegnata la “C” di capitano al giovane Michael Fora, scelto quale leader della squadra dopo un training camp in cui il difensore ha saputo dimostrare di avere le caratteristiche giuste per raccogliere il testimone lasciato da Paolo Duca.

“Volevamo che la squadra trovasse i suoi equilibri prima di scegliere il leader designato del gruppo”, ha spiegato il DS. “Siamo convinti di aver identificato il giocatore che più incarna lo spirito di questo Ambrì. Fora è un guerriero, un esempio di dedizione e grinta, ha una positività contagiosa e un carattere umile ma deciso. Per me è un grande onore nominarlo come mio successore”.

“Tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei”

Ha esordito così il presidente Filippo Lombardi, scherzando su quanto la conferenza stampa di un anno fa avesse rappresentato per lui un vero e proprio boomerang, con tutte le ottimistiche dichiarazioni fatte a inizio settembre che gli sono poi state rinfacciate per l’intero campionato.

“Ad un certo punto avevamo il morale talmente a terra che pensavamo di non organizzare più alcuna conferenza di inizio stagione, ma con il passare delle settimane la nostra visione è cambiata”, ha spiegato Lombardi. “Abbiamo ritrovato la voglia di combattere e riscattarci. Quello dell’80esimo sarà un bell’anno, ma non perchè promettiamo una determinata posizione in classifica, ma perché vogliamo proporre un hockey che non faccia rimpiangere ai nostri tifosi di aver intrapreso la lunga trasferta sino alla Valascia”.

Una corposa parentesi è stata giustamente dedicata al progetto di nuova pista, di cui sono stati mostrati per la prima volta dei rendering dell’interno dell’impianto. “Stiamo proseguendo più lentamente di come speravamo, ma i mesi non sono trascorsi invano”, ha affermato il numero uno biancoblù. “Strada facendo abbiamo capito che dovevamo concentrarci sull’essenziale, dopo essere stati all’inizio troppo ambiziosi. Oggi possiamo dire che lo stadio da 7’000 posti sorgerà definitivamente là dove è stato previsto, tra l’autostrada e il campo d’aviazione di Ambrì”.

Dopo tanto lavoro il club si è finalmente assicurato i primi sostegni bancari e privati, riuscendo inoltre ad aumentare l’entità dei sussidi pubblici. Il progetto presenta un costo complessivo di 48 milioni: 12,5 milioni di mezzi propri, 12,5 da sussidi già garantiti, 3 da finanziamenti senza interessi attraverso il progetto Gottardo 2020. Rimangono da coprire 20 milioni: “Ci diamo un orizzonte di tre mesi per concludere tutti i negoziati con gli istituti bancari, per cominciare dopo la pausa invernale i lavori di costruzione”.

“Focus sul lavoro quotidiano, stringendo i denti”

Il direttore sportivo Paolo Duca ha nuovamente ribadito le basi su cui si vuole fondare il lavoro di rifondazione del club, direzione apparsa chiara al termine dell’ultimo campionato.

“Ci siamo accorti che lo spirito combattivo andava scemando e, anzi, a dire la verità lo si è visto solamente alla fine, quando si trattava di salvare la stagione. L’annata è stata durissima anche a livello finanziario e ha portato il CdA a ridurre il budget di un milione, decisione questa che sposo appieno… Fare il passo più lungo della gamba è veramente pericoloso. Ci siamo così ritrovati a dover fare delle scelte mirate e coraggiose, delle scommesse che pensiamo di poter vincere”.

La strategia sportiva è cambiata in maniera evidente in Leventina, ora si tratterà di avere pazienza e fiducia. “Nello sport i miracoli non esistono, l’unica cosa che paga è la serietà, il lavoro duro e la dedizione. È difficile prevedere quando arriveranno i risultati, ma possiamo garantire che ogni sera scenderemo in pista con lo spirito giusto. Naturalmente sappiamo di operare in un contesto in cui i risultati contano, ma se vogliamo dare vita a questo progetto dobbiamo tenere duro. L’obiettivo è la salvezza… Quando arriverà non lo so, prima arriva meglio è, ma il nostro focus rimane sul lavoro quotidiano”.

Confermato l’arrivo – pur se ancora da ultimare formalmente – del portiere Sacha Rochow per il mese di settembre, Duca ha nella sua agenda anche un’approfondita analisi del settore giovanile da fare il prima possibile.

“Sinora ho avuto poco tempo da dedicarci – ha spiegato – ma nei prossimi mesi dovremo analizzare tutta la struttura, capire cosa vogliamo ottenere e che risorse potremo investire, così da studiare una nuova strategia. Tempo fa si faceva direttamente il passo dagli Élite alla prima squadra, ma oggi il livello della NLA è talmente alto da rendere questo salto impossibile, salvo per giovani davvero talentuosi che si rischiano però di veder partire per le leghe giovanili nordamericane. Ora abbiamo la possibilità di sfruttare la stazione intermedia dei Ticino Rockets, ma è chiaro che tutta la strategia del settore giovanile va ripensata”.

“Una serata memorabile”

Un ultimo appunto sulla prima partita di casalinga del 9 settembre, che coinciderà con l’iniziativa “Di padre in figlio”, dedicata ai festeggiamenti per l’80esimo anniversario del club.

La serata – che richiedere il pagamento dell’entrata anche per gli abbonati – promette alcuni momenti memorabili. I presenti riceveranno in omaggio un libretto ricordo curato da Luca Dattrino, mentre una “coreografia memorabile” farà da contorno al ritorno alla Valascia delle vecchie glorie ticinesi del club, a cui si aggiungeranno Erik Westrum ed i mitici Valery Kamensky e Alexander Yakushev.

Da non dimenticare inoltre la cerimonia di ritiro della maglia di Paolo Duca, il cui numero 46 andrà ad affiancare l’8 di Nicola Celio, il 15 di Dale McCourt e il 19 di Peter Jaks.

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