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Ambrì Piotta

L’Ambrì non affonda il colpo ma un punto tiene viva la sua corsa

Biancoblù battuti dopo una prova equilibrata ed in cui il Davos si è mostrato solido. Rammarico per le chance in powerplay e per un fallo su Virtanen nell’OT

L’Ambrì non affonda il colpo ma un punto tiene viva la sua corsa

AMBRÌ – DAVOS

3-4

(2-1, 0-1, 1-1; 0-1)

Reti: 2’29 Kneubuehler (Rüfenacht) 1-0, 10’25 Dahlbeck (Nordström, Bristedt) 1-1, 14’36 Formenton (Chlapik, Zwerger) 2-1, 25’27 Nussbaumer (Chris Egli, Dominik Egli) 2-2, 42’03 Rasmussen (Knak, Stransky) 2-3, 50’02 Heed (Rüfenacht, Hofer) 3-3, 63’38 Rasmussen (Dahlbeck) 3-4

Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Lemelin, Mollard; Obwegeser, Huguet
Penalità: Ambrì 4×2, Davos 6×2

Assenti: Diego KostnerTobias Fohrler (infortunati), Brandon McMillanZack MitchellStefan MüllerGiona BiondaRocco PezzulloJosselin Dufey (sovrannumero)

AMBRÌ – È un punticino che tiene viva la corsa dell’Ambrì Piotta quello ottenuto al termine di una sfida contro il Davos che ha ribadito quanto equilibrato sia l’attuale campionato, in cui sono i dettagli a decidere partite e posizioni in classifica. Anche la sfida di venerdì si è sviluppata su queste premesse, con un match veloce ed appassionante da seguire, ed in cui i biancoblù hanno anche avuto le opportunità per ottenere qualcosina in più.

Alla fine però i grigionesi del duo ImmonenMetropolit hanno fatto valere un po’ d’esperienza – ma anche malizia – in più e la capacità di essere concreti sotto porta, ricordando quanto sia importante fare costantemente bene le piccole cose. L’Ambrì Piotta ha però fatto il suo, portando sul ghiaccio l’evidente volontà di tornare alla vittoria davanti al suo pubblico, e confermando di aver abbracciato la complicata sfida di questo finale di stagione con la giusta attitudine.

Ed in fondo ai leventinesi non è mancato molto per fare proprio il match, soprattutto con quei quattro minuti di powerplay nel terzo tempo che potevano aprire la via verso il successo, dopo che Heed aveva rimesso la sfida in parità con una bella iniziativa personale. Fermo restando che sorprendere il Davos con i propri special teams non è facile per nessuno – i grigionesi hanno il miglior penalty killing con quasi l’89% di efficacia – sul fronte leventinese è mancata un po’ di lucidità, non tanto in termini di manovra ma piuttosto nell’esecuzione dei singoli.

Elementi come Pestoni e Zwerger non stanno vivendo una fase al massimo delle loro potenzialità, ed anche Spacek e Chlapik non hanno visto premiata la loro intraprendenza, con i due cechi che sembrano spesso poter avere “in canna” la giocata decisiva, ma in questa fase qualcosa manca per affondare i colpi. Un compito sicuramente non semplice, visto il contesto altamente competitivo in cui si sta concludendo la regular season – e che bello vedere una lotta così serrata in classifica! – e degli avversari che concederanno sempre meno spazi da qui al termine.

L’Ambrì ha comunque trovato il modo di costruirsi le prime due reti con delle belle combinazioni a smarcare il tiratore nello slot, intervallate dal provvisorio 1-1 di Dahlbeck nato da una sfortunata deviazione di Kneubuehler. Qualcosa di più a livello difensivo si poteva invece fare sulle successive due reti grigionesi, con Grassi che in quelle circostanze ha visto il suo uomo trovare la via del gol.

Nell’epilogo dell’overtime c’è invece da recriminare su un intervento chiaramente falloso di Ambühl su Virtanen, con il ribaltamento di fronte che ha portato alla segnatura vincente di Rasmussen, bravo a sfruttare Bürgler per sorprendere Juvonen.

Arrivati a questo punto è però inutile rimuginare su singoli episodi, soprattutto perché si ha avuto di nuovo la dimostrazione che mantenere alta la concentrazione è imperativo. D’altronde la serata di venerdì non ha scosso molto la classifica – cinque squadre sono raccolte in quattro punti, ed alcune hanno già giocato una gara in più – e nei quattro match rimanenti le chiavi saranno volontà di vincere ed efficacia nei due slot.

La squadra di Cereda è viva ed ha le sue carte da giocare. Venerdì nella mano biancoblù è mancato qualche asso nella manica, la giocata giusta per rompere quegli equilibri nei momenti più importanti della sfida. Ma non è certo finita qui, ne mancano ancora quattro.


IL PROTAGONISTA

Michael Fora: Approfittiamo di questo spazio per sottolineare la buona prestazione dell’ex capitano biancoblù, che soprattutto a livello difensivo ha compiuto alcuni interventi importanti, compreso uno su Pestoni in una fase molto concitata. Davvero ingenerosi i fischi che gli ha riservato la Gottardo Arena quando è stato premiato come migliore dei suoi, ma purtroppo non è da tutti riconoscere con oggettività il valore di una prestazione, anche se sul fronte avversario.


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