Social Media HSHS

Lugano

Il Lugano risorge dai suoi fantasmi, Ginevra affossato per 5-1

LUGANO – GINEVRA

5-1

(2-0, 2-1, 1-0)

Reti: 7’24 Reuille (Brunner, Klasen) 1-0, 11’13 Pettersson (Hofmann, Filppula) 2-0, 20’41 Reuille (Furrer, Pettersson) 3-0, 22’24 Fransson (Mayer) 3-1, 29’12 Ulmer (Steinmann, Fazzini) 4-1, 48’07 Brunner (Bertaggia) 5-1

Note: Resega, 4’887 spettatori. Arbitri Kurmann, Vinnerborg; Espinoza, Büng
Penalità: Lugano 4×2′ + 1×5′ (Chiesa) + 1×20′ (Chiesa), Ginevra 10×2′ + 1×10′ (Traber)

LUGANO – La bestia nera per ripartire. Mica facile a livello mentale, visti i precedenti, ma soprattutto visto il periodo corrente del Lugano, reduce da tre sconfitte consecutive e da prestazioni tutt’altro che esaltanti.

Oltretutto, per la sfida infinita a Chris McSorley, Patrick Fischer ha dovuto rinunciare a Tony Martensson – non che in molti si siano strappati i capelli –  e ricostruire un blocco d’attacco con Klasen nell’inedito ruolo di centro e con il rientrante Reuille a dar man forte al numero 86 e a Brunner. Oltre al neo papà svedese, il coach bianconero ha visto darsi forfait da Vauclair e Sannitz, spostando così Morini al centro di Walker e Romanenghi e convocando Sartori come settimo difensore.

E senza il suo primo centro designato, il Lugano ha sfoderato la miglior prestazione stagionale. Saremmo sicuramente troppo crudeli ad addossare delle colpe puramente matematiche al sin qui deludente Martensson, troppe sono le variabili, ma fatto sta che i bianconeri sono diventati tutto a un tratto brillanti e sicuri di sé, pur contro un Servette ormai in crisi.

Non che ci volesse molto rispetto alle prime uscite stagionali, ma la concentrazione, l’intensità e la voglia di rivalsa viste in pista hanno affossato un Ginevra che via via non ci ha capito più nulla, e il Lugano ha potuto giocare di nuovo come una squadra. Non un centimetro concesso a Bezina e banda – che invece di contropiedi ne hanno concessi a iosa – volume di lavoro fisico finalmente decente e schemi sulla porta veloci e pungenti.

Essere partiti nel primo tempo con tanta decisione e aver trovato le reti che lo hanno messo sul 2-0 ha finalmente slegato il Lugano, decisamente più sicuro di sé nel suo insieme e per ogni singolo giocatore. È stato un fattore determinante pure quello di riuscire a mettere in rete il 3-0 dopo pochi secondi dall’inizio del secondo tempo, che ha ulteriormente rafforzato lo spirito dei bianconeri.

Infatti il primo e unico gol dei ginevrini non ha scalfito la squadra di Fischer, nonostante il timore che potesse spegnersi di nuovo, e invece ha continuato a macinare gioco e chilometri sui pattini, lasciando privi di ossigeno i portatori del disco ospiti.

Il Lugano infatti non ha più commesso l’errore di smettere di giocare, portando intensità e ingaggio fisico per 60’, a parte qualche passaggio a vuoto di brevissima durata, ma dopo le convinzioni nate nel primo tempo ha giocato con fiducia e sicurezza.

Vittoria che sa di squadra, nonostante qualche assenza, e che sa di lavoro d’insieme e di sacrificio, di chi ha cambiato ruolo giocoforza e di chi è abituato a farlo ogni volta che scende in pista, come Reuille, premiato per il grande lavoro con una doppietta al rientro.

Nemmeno le consuete bagarre e i colpi proibiti che scaturiscono ogni qual volta da questa sfida hanno impensierito Hirschi e compagni, perché, forse per la prima volta da molte stagioni, il Ginevra si è trovato davanti un Lugano consapevole di esserne superiore e che ha fatto di tutto per mostrarlo, segnale di non poco conto sul piano della personalità.

Certo, ci sono molte altre analisi tecniche da sviscerare, come un power play a singhiozzo ma in miglioramento, o come la buona  protezione su Merzlikins, o ancora il timing giusto per le uscite dal terzo, finalmente fluide e veloci. Ma quel che più conta era che il Lugano doveva ritrovare fiducia per ritrovare se stesso.

Questi sono altri passi avanti, quelli più timidi che Fischer aveva già visto nel derby e che per natura sono tornati a mostrarsi in una pista che deve tornare fortino. Il coach ha avuto risposte anche dal bottom six, grazie alle prestazioni del sempre più convincente Morini e di Walker, oltre a un Fazzini frizzante – chissà se troverà la continuità –, da una difesa che sta pian piano trovando un leader in Furrer, e si spera un Ulmer rinfrancato dalla rete.

Forse il Ginevra di questo periodo non è granché, ma se anche il Lugano era in difficoltà, perlomeno ha dimostrato di saperne uscire, con forza del gruppo e la classe di Brunner & Friends. Calma ora, nulla è stato fatto se non la dimostrazione che la squadra c’è e aveva bisogno di fiducia, ora occorre solo abbassare di nuovo la testa e lavorare per trovare continuità.

E attenti, che venerdì si va alla Ilfis, mica in passeggiata.

fattore2
IL PRIMO TEMPO CHIUSO IN VANTAGGIO: Finora il Lugano aveva sempre chiuso il primo tempo sotto di una o due reti e alla lunga questo fatto può portare in un oscuro vortice mentale fatto di insicurezza e dischi che scottano.

Stavolta i bianconeri hanno fatto loro il match lanciandosi dopo un primo tempo chiuso avanti 2-0 e dopo la terza rete segnata dopo pochi secondi nel secondo tempo, guadagnando fiducia che gli ha permesso di amministrare il match.

galleria

(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)

Click to comment

Altri articoli in Lugano