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Lugano

Il Lugano ci spera ma poi cede di fronte al Ginevra

I granata si impongono nella prima gara dei quarti. Due reti ravvicinate in avvio del terzo periodo lanciano il Servette con la partita ancora in parità

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Il Lugano ci spera ma poi cede di fronte al Ginevra

GINEVRA – LUGANO

6-3

(2-1, 0-1, 4-1)

Reti: 11’43 Andersson (Granlund) 0-1, 13’27 Karrer (Richard) 1-1, 18’24 Hartikainen 2-1, 29’31 Carr (Herburger) 2-2, 40’47 Filppula (Tömmernes) 3-2, 41’15 Miranda 4-2, 51’12 Hartikainen (Vatanen, Tömmernes) 5-2, 55’19 Thürkauf (Klok) 5-3, 59’58 Karrer 6-3

Note: Les Vernets, 6’102 spettatori
Arbitri: Stricker, Hungerbühler; Obwegeser, Burgy
Penalità: Ginevra 6×2, Lugano 8×2

Assenti: Mark ArcobelloBrett ConnollyJeremi Gerber (infortunati), Yves StoffelDavide FadaniAlessandro Villa (sovrannumero)

GINEVRA – Certe distrazioni sono imperdonabili in campionato, figuriamoci nei playoff, oltretutto se si è confrontati con una corazzata offensiva come quella del Ginevra.

Il Lugano farà meglio ad impararlo in fretta sul bus di ritorno in Ticino, perché i bianconeri in fondo sono stati traditi da queste distrazioni, seppure in una prima partita della serie dove il Servette ha già messo in mostra una sua superiorità su più livelli. Sul piano offensivo, ovviamente, contro dei bianconeri che oltretutto non possono schierare due dei suoi stranieri titolari in attacco, e leggendo i nomi solo dei giocatori d’importazione granata vengono quasi i brividi.

E poi superiorità anche sul piano fisico, caratteristica che fa della squadra di Cadieux una macchina terribile da trovare sulla sua strada in contesti simili, ma il Lugano fino a quelle distrazioni era rimasto comunque in qualche maniera – anche fortunata – in partita, sperando pure in un terzo tempo che andava gestito in altra maniera.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Koskinen si era infatti ripreso alla grande da quel clamoroso errore costato il 2-1 di Hartikainen nel primo periodo, e con grande grinta aveva tenuto i padroni di casa sul 2-2 fino alla seconda sirena grazie alla rete di Carr.

Un Lugano che aveva saputo pungere ma che ha avuto il suo bel da fare nel tentativo di arginare la forza del Ginevra nello slot davanti al proprio portiere, mentre sull’altro fronte, seppure confrontati con un Descloux tutt’altro che rassicurante, le azioni offensive degli ospiti si sono contate molto più raramente.

Questo non significa che il Lugano non se la sia giocata, ma sulla lunghezza della serie non potrà bastare un gioco di contenimento e ripartenza, anche se è quello che in questo momento si addice di più alla squadra di Gianinazzi, oltretutto ancora tradito dalle troppe penalità incassate.

Eppure in tutto questo il Lugano era lì, era vivo, poi l’inizio di terzo tempo ha rovinato tutto, con la fuga di Filppula dopo soli 47” dal rientro sul ghiaccio e il gol dallo slot di Miranda poco dopo che hanno indirizzato la sfida su binari ben precisi.

I bianconeri non possono permettersi certi errori contro una corazzata come quella ginevrina, tanto più se le difficoltà nel trovare la rete continuano, logico quindi che Gianinazzi imponga una tattica conservativa che permetta di stare vicino all’avversario il più a lungo possibile, soprattutto in trasferta.

E in un contesto come questo vien da se che le situazioni speciali sono fondamentali, ma se il power play del Lugano è stato quello che è stato – nonostante la rete di AnderssonKlok e compagni hanno giocato troppo con il fuoco prendendosi troppe penalità, spesso per giocate troppo dure e di scarsa utilità, lasciando che il Ginevra sfoderasse il miglior power play del campionato.

Gara 1 è andata ai granata, e la si può mettere agli archivi. Il divario tra le due squadre è potenzialmente elevato, ma il Lugano quando è rimasto concentrato ha dimostrato di potersela giocare e di contenere il Ginevra, oltretutto contro un Descloux non molto sicuro, i problemi sono sorti nel momento in cui i bianconeri hanno spento anche solo per pochi attimi la luce.

La serie è appena iniziata, tutto può ancora accadere, ma a fare la prossima mossa dovranno essere i bianconeri, perché è già ben chiaro dove Granlund e compagni dovranno fare meglio per sperare in quella che appare una vera e propria impresa.


IL PROTAGONISTA

Teemu Hartikainen: Impressionante il dominio fisico dell’attaccante finlandese nello slot offensivo e alle assi. Difficilissimo da spostare, il numero 70 fa impazzire la difesa bianconera per la capacità di difendere il disco e di arrivarci sempre e comunque nonostante abbia sempre un marcatore addosso, firmando pure una doppietta.


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