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Ambrì Piotta

Hietanen: “Era tempo di cambiare, ad Ambrì ho trovato una nuova sfida e tanta energia”

Il veterano arriverà in Leventina dopo dieci stagioni in KHL: “So come vuole giocare la squadra ed è un sistema a cui sono già abituato. Arrivo ad Ambrì per prendermi tante responsabilità ed essere un esempio da seguire”

© Dinamo Mosca

L’Ambrì Piotta ha colmato una delle lacune evidenziate dalla scorsa particolare stagione. L’ingaggio di un difensore straniero era infatti tra le primissime voci sul taccuino di Paolo Duca, e con l’arrivo del veterano finlandese Juuso Hietanen i biancoblù sperano di dare nuova dimensione al reparto arretrato.

Il 36enne arriverà in Svizzera dopo dieci anni passati in KHL, ed una carriera che lo ha visto giocare sette mondiali (conditi da due argenti) e due edizioni delle Olimpiadi (medaglia di bronzo nel 2014 a Sochi).

“Per me era arrivato il momento di cambiare ed affrontare una nuova sfida a livello personale, anche pensando alla mia famiglia”, ci ha spiegato Hietanen. “Era tempo di vivere qualcosa di diverso, che potesse darmi nuova energia per evitare di sedermi ed abituarmi troppo alla routine che ho vissuto oramai per le scorse dieci stagioni”.

L’Ambrì cercava un difensore completo, che potesse anche contribuire in fase offensiva e gestire il powerplay. Il tuo sembra il profilo giusto…
“Sì, questa è grossomodo la mia descrizione. Cerco di dare un contributo completo in tutte le zone della pista e credo che questo sia uno dei miei punti di forza, posso giocare in tutte le situazioni durante una partita. Il mio obiettivo è di prendermi responsabilità sia in avanti che in retrovia, powerplay o inferiorità numeriche, ed è anche con questo intento che arrivo ad Ambrì”.

Dopo tanti anni in KHL, come ti immagini la transizione in una nuova lega?
“Sono molto ottimista al riguardo. Sicuramente sarà una sfida, perché mi ritroverò confrontato con un gioco un po’ diverso rispetto a quanto ero abituato in KHL, ma credo anche che scendere in pista con uno stile diverso di hockey mi possa dare nuova energia. Ho già discusso sia con il direttore sportivo che con l’allenatore in merito allo stile che la squadra vuole portare sul ghiaccio, e mi sono subito sentito a mio agio… È un sistema a cui sono già abituato e penso di trovarmi bene”.

L’Ambrì è un club con una precisa cultura, e la prossima stagione sarà molto importante perché la prima nella nuova pista…
“Sono venuto in visita per due giorni la scorsa settimana e tutto l’ambiente mi ha dato ottime sensazioni. Ho incontrato varie persone che lavorano per il club ed ho subito visto professionalità ed entusiasmo, si sono occupati di tutti gli aspetti burocratici ed il benvenuto è stato caloroso. Ho avuto insomma la conferma di ciò che avevo sentito in passato sull’Ambrì Piotta, ed è stato bello visitare sia la vecchia pista che quella nuova… L’arena è ancora in costruzione ma penso sarà davvero eccezionale quando potremo giocarci”.

© Pekka Rautiainen

La squadra conterà su di te anche per portare esperienza e leadership… Che giocatore sei in questo senso in spogliatoio?
“Non sono il più chiacchierone dei giocatori, ma sul ghiaccio posso indicare la giusta via. In spogliatoio solitamente non mi metto a fare discorsi al gruppo o cose del genere, ma sono sempre a disposizione di tutti per un consiglio, e mi piace molto essere un esempio positivo da seguire. Fuori dal ghiaccio e nel lavoro di ogni giorno vi sono tante cose che è necessario fare con dedizione per poter poi giocare ad un buon livello, e nella preparazione posso sicuramente trasmettere un certo messaggio”.

In Svizzera vediamo da sempre in pista tanti finlandesi, hai chiesto consiglio a qualcuno di loro prima di prendere la tua decisione?
“Sì, ho discusso con alcuni giocatori che sono passati dalla Svizzera, ma non è stato un passaggio che ritenevo fondamentale. Sapevo sin dal principio che il vostro è un bellissimo paese in cui vivere, e la National League è un campionato di alto livello. Non ho insomma mai avuto alcun dubbio sulla mia decisione”.

Anche tuo papà e tuo nonno erano dei giocatori, sei praticamente cresciuto con l’hockey nel sangue…
“Sì, nella mia famiglia l’hockey ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Naturalmente i tempi erano molto diversi quando mio padre giocava…  In Finlandia ci si stava solamente avvicinando al concetto di professionismo, ed infatti lui oltre a giocare doveva anche andare al lavoro. Indubbiamente però avevo dei modelli da seguire. Ho iniziato a pattinare molto presto e da bambino ho giocato sia ad hockey che calcio, ma ad un certo punto ho dovuto scegliere un solo sport e la mia decisione a quel punto è stata piuttosto ovvia”.

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