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Interviste

Heed: “Tornare in NHL è il mio obiettivo, ma ora penso solo a dare il meglio per il Lugano”

Lo svedese non guarda troppo avanti: “Sono venuto qui per avere un ruolo importante e tanto ghiaccio. Nelle ultime stagioni ho giocato poco, ma ora sono eccitato di far parte di una squadra veloce e ben attrezzata”

LUGANO – Appena arrivato a Lugano, il difensore svedese Tim Heed è sceso sul ghiaccio per le sue prime pattinate in bianconero agli ordini di Serge Pelletier, iniziando un’avventura che per ora è a breve termine.

“In questo momento sono semplicemente felice di essere qui, con la prospettiva di giocare qualche partita… Poi vedremo cosa succederà”, ha spiegato l’ex giocatore dei San Jose Sharks. “Il mio obiettivo in questo momento è quello di vincere il titolo con il Lugano, poi se le cose cambieranno strada facendo cambierò anche le mie ambizioni, ma ora guardo solo al presente”.

Qui sarai uno dei giocatori più importanti, un bel cambiamento di ruolo rispetto al recente passato…
“Sì, sono venuto qui per questo. Nel corso delle ultime stagioni non ho giocato molto, dunque sono a Lugano per avere tanto ghiaccio e far parte di una squadra che ho già capito essere molto buona. Sono eccitato di essere parte di tutto questo”.

Il tuo obiettivo è tornare in NHL per la prossima stagione?
“Poter giocare in NHL è l’obiettivo di tutti, dunque tornarci è anche il mio. Militare nella miglior lega del mondo è sempre il mio sogno, ma non voglio guardare troppo avanti e in questo momento sono felice di essere a Lugano. Vedremo se resterò per l’intera stagione oppure no, ma darò il mio meglio per aiutare la squadra sino a quando sarò in bianconero”.

Il sistema di Serge Pelletier, fatto di velocità e difensori chiamati ad aggiungersi alla fase offensiva, sembra l’ideale per te…
“Sì, spero di trovarmi subito bene nel sistema e di poter dare una mano. Abbiamo una squadra veloce e con diversi giocatori tecnicamente notevoli, se riusciremo a trovare la giusta alchimia penso che potremo disputare un buon campionato”.

Hai iniziato la carriera da attaccante, questo influenza ancora il tuo gioco?
“Sicuramente, perché sono un giocatore dall’accento offensivo e che non ha mai smesso di imparare. L’ultima volta che ho giocato da attaccante è però stato una decina di anni fa, dunque è passato un po’ di tempo, ma c’è sempre spazio per trovare nuove elementi nel proprio gioco. Nel tornare in Europa dovrò abituarmi nuovamente alle piste più grandi, dunque anche in questo senso avrò alcune cose da assimilare”.

A Lugano ritroverai Mikkel Boedker…
“Quando si arriva in una nuova squadra è sicuramente più facile integrarsi se si trova un volto conosciuto, specialmente all’inizio. Lui è già qui da qualche mese, sa come funzionano le cose e posso fare affidamento ai suoi consigli sia sul ghiaccio che fuori. Le nostre mogli si conoscono, ed anche questo rappresenta un aiuto perché possono passare del tempo assieme quando noi non siamo a casa”.

Perché hai scelto Lugano piuttosto di un ritorno in Svezia?
“Ho parlato con diversi giocatori che sono passati da Lugano in passato, come Klasen oppure Zackrisson, ed avevano solamente cose positive da raccontarmi sul club ed i suoi tifosi. Ho dunque pensato che sarebbe stato divertente vedere un nuovo paese ed una nuova lega, dunque ho fatto questa scelta”.

A San Jose hai potuto giocare con Erik Karlsson, una chance per imparare dal migliore?
“È stato positivo per alcuni aspetti, negativo per altri visto che ci trovavamo in competizione. Ovviamente lui è uno dei migliori difensori offensivi al mondo – forse il migliore in assoluto – dunque ho cercato di imparare qualcosa imitando il suo modo di lavorare. C’erano inoltre diversi altri giocatori a cui ispirarsi, come Brent Burns, ed in questi contesti è importante riuscire ad imparare qualcosa da tutti, visto che ogni giocatore porta esperienze e caratteristiche diverse”.

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