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Ambrì Piotta

Duca: “Conz è un portiere che ha lasciato il segno, Senn ha il potenziale da titolare”

Il DS ha parlato anche della Spengler: “È difficile trovare giocatori per rinforzare la squadra. Mueller cercava una chance per mettersi in mostra e trovare poi un altro club, i due restanti innesti saranno probabilmente difensori”

La Coppa Spengler è dietro all’angolo, ma per il DS Paolo Duca la manifestazione in fin dei conti è iniziata da tempo. Il primo rinforzo già comunicato è quello di Peter Mueller.  Fa strano vedere un giocatore che disdice il suo contratto in essere con il Vitkovice per poi accasarsi ad Ambrì al fine di disputare solamente la Coppa Spengler. Il 35enne rimarrà dunque alcune settimane senza giocare nessuna partita.

“Il motivo di come mai abbia rescisso il suo contratto in Cechia dovete chiederlo a lui”, ci ha spiegato Duca. “Peter era alla ricerca di una squadra, noi gli abbiamo offerto la possibilità di mettersi in mostra alla Coppa Spengler per poi trovare un nuovo accordo con un’altra società. Insomma, lui non ha disdetto il suo contratto per venire da noi, d’altronde non si allenava già più con la squadra da qualche settimana. Abbiamo tentato d’ingaggiarlo per la Spengler, lui ha risposto affermativamente e al fine di farsi trovare pronto per il torneo arriverà prima per allenarsi”.

È più facile rispettivamente più difficile trovare giocatori che arrivino a rinforzarvi oppure non cambia nulla rispetto alle passate edizioni?
“È come gli altri anni, è difficile. Ci sono diversi giocatori interessati a venire e che avrebbero piacere, ma pochissimi club disposti a metterli a disposizione. Solo i canadesi sono obbligati a partecipare con il Team Canada a causa di accordi internazionali, altrimenti bisogna sempre trovare l’intesa con le altre squadre. È interessante magari per qualche giocatore reduce da un infortunio o che deve mettersi in mostra. In questi casi la società di appartenenza può essere interessata. Infine ci sono gli elementi senza contratto e per loro è ovviamente importante come vetrina. Però in questi ultimi casi non è sempre l’ideale: giocare 3-4 partite in sei giorni senza avere il ritmo è difficile. Per quello, potendo scegliere, sarebbe meglio reclutare un giocatore che ha il ritmo del campionato”.

Quanti saranno i rinforzi e qual è il piano?
“Tre, anche perché di più non si può. Probabilmente i due restanti saranno difensori”.

È uscito il nome di Alex Breton, canadese che milita nel Kosice…
“Ci sono più giocatori con cui stiamo discutendo, ma come già detto non è semplice, ci sono tanti interessi in gioco, volontà e desideri di giocatori, squadre e a volte pure federazioni. Quando avremo la certezza di avere qualcuno, lo comunicheremo, come sempre”.

Lasciamo la Spengler. Con Conz se ne va uno dei primi giocatori da te messi sotto contratto, forse addirittura il primo…
“Era il secondo, il primo fu Zwerger. Se è qualcosa di speciale la sua partenza? Assolutamente sì. A quei tempi non avevamo un portiere titolare, c’era solo Descloux in prestito. È stato un percorso lungo, lui ha trascorso in Leventina probabilmente gli anni più proficui della sua carriera. Abbiamo un rapporto particolare, sette stagioni tante, d’altronde è comprensibile che a un certo punto un giocatore valuti di rientrare all’ovile. Un po’ come avevo fatto anch’io, seppur Conz non aveva mai escluso di restare. Ne avevamo già discusso nella scorsa stagione. È uno dei giocatori che ha lasciato un segno in questa società e manterremo un rapporto stretto”.

Negli scorsi anni l’Ambrì ha sempre avuto diversi giocatori romandi, penso a Jelovac, Lauper, Ngoy ecc. Se guardiamo al roster dell’anno prossimo finora non c’è nessun romando sotto contratto (escludiamo Douay che è francese). È un caso?
“Assolutamente sì, non guardo la provenienza dei giocatori o la nazionalità. Si valutano i bisogni dal punto di vista strategico e poi si cerca il profilo che più si addice al disegno, in questo senso non abbiamo mai fatto ragionamenti di percentuali o quote di provenienza, se non per quel che riguarda i ticinesi rispettivamente i giovani provenienti dal nostro vivaio”.

Cosa puoi dirci di Gilles Senn? È stata una trattativa difficile?
“È stata una trattativa normale direi. Lui è uno di quei giocatori che hanno potenziale per essere un titolare. Ha un’età interessante, a 27 anni si arriva alla maturità. Atleticamente lo trovo pure interessante, ora sta a lui trovare il modo di farsi spazio e difendere la gabbia dell’Ambrì a più riprese possibile. La strategia rimane la solita, quella di avere due portieri forti però è chiaro, se dovessimo trovare un portiere in grado di giocare ad alti livelli, essendo svizzero, potremmo nuovamente riproporre una piccola era come quella già avuta anni addietro con Conz. Questo è stato un po’ il nostro ragionamento. Senn non era l’unico candidato, ma era uno di quelli interessanti, lo abbiamo contattato abbastanza presto. È un lavoratore, un ragazzo umile e tranquillo, un vallesano che da lì è andato a Davos, pure in montagna. Pensiamo che anche questo aspetto potrà aiutarlo a integrarsi nella nostra realtà senza problemi”.

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