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Ambrì Piotta

Cereda: “Giocare solo 40 minuti non basta, sono mancate costanza e intensità”

Il coach dopo la sconfitta di Rapperswil: “Nel secondo tempo abbiamo evitato i contrasti, rendendo la vita facile all’avversario che poteva prendere velocità e trovare spazi. Così non abbiamo nessuna chance”

RAPPERSWIL – Una sconfitta a Rapperswil ci può stare, ci mancherebbe, ma in particolare modo il tempo centrale è stato veramente interpretato in maniera pessima dai leventinesi. Una lezione da portare a casa e di cui farne tesoro? Luca Cereda si esprime in maniera chiara a tal proposito…

“In questo campionato se non giochi e non competi per tutti i 60 minuti non hai chance contro nessun avversario e su qualsiasi pista. La partita l’abbiamo persa appunto nel secondo periodo, quando il Rapperswil è stato nettamente superiore a noi, a immagine del primo powerplay, in cui ha avuto quattro occasioni da rete. Mi ripeto, quando giochi solo 40 minuti non è sufficiente”.

Dopo il 2-1 hai chiamato il timeout, cosa avete detto alla squadra?
“Semplicemente che stavamo evitando i contrasti, rendevamo la vita facile all’avversario che poteva prendere velocità e trovare spazi. In verità il cambio dopo il timeout è stato mica male, l’abbiamo trascorso in zona offensiva, ma poi un errore in zona difensiva ci è costato il 3-1 che ha fatto sicuramente male, ma bisogna saper reagire e soprattutto portare l’intensità per tutti i tre tempi, cosa che appunto non abbiamo fatto”.

Una cosa positiva c’è. Nonostante tutto eravate lì aggrappati al Rapperswil negli istanti finali e quasi riuscivate a “rubare” un punticino o comunque a portare a casa qualcosa…
“Io trovo che nel primo e nel terzo periodo sia stata una partita equilibrata, mentre come già detto nel secondo siamo stati dominati. Nell’ultimo terzo ci sono stati anche due breakaway in nostro favore. Di positivo aggiungerei anche la partita di Heim, l’ho visto più solido rispetto a qualche settimana fa. Anche Hofer ha giocato bene, ha avuto gran merito nel secondo gol, ha lavorato tantissimo davanti alla porta avversaria. Ci sono cose positive, ma ripeto, se non lotti per 60 minuti è complicato”.

Spacek che si presenta solo davanti a Nyffeler e al posto di tirare cerca un passaggio no look all’indietro… È la reazione di un giocatore mentalmente sfiduciato e che quindi per questo non ha cercato la conclusione? Gli hai parlato?
“Non ho parlato con lui, per come l’ho vista io ha voluto cercare la finta sul secondo palo, il disco gli è saltato e a quel punto non ha più voluto tirare e ha cercato il passaggio. Anche per lui vale un po’ il detto: quando le cose non girano tanto bene dalla tua parte, concentrati sulla base, lavora bene sui duelli e difensivamente, cerca di creare delle situazioni sporche. È la ricetta anche per uno dotato di un così grande talento come lui al fine di ritrovare il suo tocco magico”.

Che puoi dirci di Tim Heed?
“Risente sempre della botta presa alla Spengler, non si è ancora ristabilito. Si è allenato martedì e giovedì, ma non sappiamo ancora se sarà arruolabile per la sfida di domenica. Se non dovesse essere il caso speriamo di recuperarlo per il prossimo weekend”.

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