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Ambrì Piotta

Cereda: “Con umiltà dobbiamo diventare più squadra, nessuno è più forte del gruppo”

Il coach: “Dobbiamo fidarci l’uno dell’altro, non possiamo credere che siano le individualità a dover risolvere la situazione. Nessun deve sentirsi superiore o in dovere di fare qualcosa a livello personale”

AMBRÌ – Per quasi due periodi di gioco l’Ambrì Piotta si è fatto preferire al Rapperswil, ma la sola rete di Matt D’Agostini non è stata sufficiente per dare la giusta direzione all’incontro.

Due pali, un disco fermato sulla linea e la mancanza di costanza sui 60 minuti hanno condannato i leventinesi alla terza sconfitta in altrettante uscite, con appena un gol all’attivo in questo inizio di campionato.

“Fino al loro secondo gol abbiamo giocato bene, il risultato era bugiardo. Poi però abbiamo perso la pazienza, forzato il nostro gioco e ognuno ha voluto provare a risolvere la partita da solo”, ci ha spiegato coach Luca Cereda. “Il risultato, come sempre per l’Ambrì, è questo… Quando non si gioca come squadra si viene penalizzati”.

Il secondo gol vi ha fatto molto male, ed è poi mancata la reazione…
“Si è percepita dopo il secondo gol una pugnalata al cuore. Si tratta ora di imparare da questo, non importa molto il risultato, la pista in cui giochi oppure l’avversario… Quando giochiamo come i primi 37-38 minuti abbiamo delle chance, ma se non lo facciamo le nostre possibilità sono nulle”.

Cosa non ha funzionato in questo senso?
“Dobbiamo diventare più squadra, fidarsi uno dell’altro e non credere che siano le individualità a dover risolvere la situazione. Nessuno è più forte della squadra, specialmente ad Ambrì”.

Ti aspetti un apporto di maggior sostanza da parte degli stranieri?
“Mi aspetto di vederci crescere come squadra, e loro devono dare l’esempio in quello. Devono lavorare e soffrire per la squadra, fare le cose sporche… Come abbiamo fatto per i primi 38 minuti”.

Per trovare costanza nel vostro gioco credi la squadra debba ancora crescere anche dal punto di vista fisico?
“Si tratta di lavorare con tutte e quattro le linee. Sino al loro secondo gol abbiamo mostrato un buon livello, ma poi ci siamo persi. L’aspetto principale è quello di lavorare per la squadra, e non sentirsi superiori ed in dovere di fare qualcosa a livello personale… È sempre il gruppo che risolve, non il singolo. “Umiltà”, la chiamerei”.

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