STOCCOLMA – Primo Mondiale e subito una finale per Tim Berni. “È un enorme privilegio poter essere qui, contro la Danimarca è stata un’ottima partita, decisive sono state le prime reti segnate”, ha commentato il difensore del Ginevra.
Per te è ancora più bello tutto questo dopo una stagione disastrosa con il tuo Ginevra…
“Assolutamente, è magnifico, ma adesso bisogna restare concentrati e cercare di vincere anche la finale”.
Lo stesso vale per il tuo ex allenatore Jan Cadieux, licenziato dal Ginevra lo scorso dicembre e assistente di Fischer qui a Stoccolma…
“È una bella storia per lui, ma direi che vale un po’ per tutti. C’è una grande chimica sia nello staff tecnico che all’interno del nostro gruppo”.
Tu la medaglia l’hai ottenuta. Pensi in questo istante al tuo compagno di squadra Roger Karrer, che è stato tagliato proprio all’ultimo prima dei Mondiali, magari proprio per fare spazio a te?
“Penso tantissimo a Roger. Abbiamo una grande intesa, giochiamo assieme da parecchio tempo, ci siamo spinti e aiutati a vicenda, sia a Ginevra che con la Nazionale. È un peccato che non sia qui, se lo sarebbe meritato anche lui. Possiamo solo ringraziarlo per la sua presenza durante la preparazione. Qualsiasi giocatore che ha partecipato alla fase di avvicinamento ha portato energia e qualcosa al gruppo”.
Domenica c’è la finale con gli USA. È meglio non pensarci troppo, è possibile non avere pensieri in merito?
“È difficile non pensarci, è una grandissima partita per ognuno di noi, ma non possiamo perdere troppe energie riflettendo più del dovuto. L’ideale è recuperare e poi concentrarsi e pensare a cambio dopo cambio”.
Gli americani li avevate battuti 3-0 nella fase preliminare. Sfiderai nuovamente Zach Werenski, che fu tuo compagno di squadra a Columbus…
“Lui è ovviamente un grandissimo punto di forza per gli Stati Uniti, è un fortissimo difensore, sa dare impulsi dappertutto, sia in difesa che in attacco. Non sarà la stessa partita stavolta, sarà un match molto più duro e intenso, bisogna dimenticare quindi quanto accaduto a Herning”.
La finale mondiale sarà la partita più importante della tua carriera, o magari Gara 7 di finale contro il Bienne le fa concorrenza?
“È difficile fare una classifica in questo senso, ho avuto nella mia carriera due o tre partite veramente importanti. La finale mondiale è sicuramente nei piani alti, è una cosa che non capita mica ogni giorno, cercherò di godermela e di divertirmi”.
Tra l’altro il tuo nome evoca l’Italia…
“Mio nonno è emigrato dalla Sicilia in Svizzera all’età di 17 anni, purtroppo però non ha mai parlato italiano con me e mio fratello. Un giorno mi piacerebbe impararlo”.
