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Ambrì Piotta

Ambrì ancora battuto dal Friborgo e ora con le spalle al muro

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FRIBORGO – AMBRÌ

5-2

(2-1, 3-0, 0-1)

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Reti: 4’41 Reichert (Mieville) 0-1, 10’38 Sprunger (Kamerzin) 1-1, 16’26 Vauclair 2-1, 24’16 Bykov (Kamerzin) 3-1, 34’39 Sprunger (Kamerzin) 4-1, 35’38 Mauldin (Monnet) 5-1, 49’46 Giroux (Pestoni) 5-2

Note: BCF Arena, 6’700 spettatori. Arbitri: Reiber, Wiegand; Kaderli, Wüst

Penalità: Friborgo 3×2′, Ambrì 4×2′

FRIBORGO – L’Ambrì non c’è più. I biancoblù non sono riusciti a trovare nemmeno in gara 3 gli argomenti per arginare l’impeto di un Friborgo superiore in ogni reparto, incassando così una sconfitta per 5-2 che riduce ai minimi termini le speranze di proseguire l’avventura nei playoff. La sensazione è che la stagione si stia per chiudere in maniera ingenerosa, con la squadra che evidenzia difficoltà su talmente tanti fronti che diventa difficile individuare la vera causa delle deludenti prestazioni.

Le premesse, d’altronde, non erano delle migliori. La giornata di sabato è infatti iniziata con la notizia di Williams multato dalla società per la tanto discussa cena a Zurigo alla vigilia della una partita di playoff. Se poi si aggiunge il fatto che con lui ci fosse un altro giocatore – che però a Friborgo è sceso in pista – ecco che il clima nello spogliatoio potrebbe non essere stato sereno come in passato.

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Ad un nulla dal primo ingaggio ha poi dovuto alzare bandiera bianca Zurkirchen, che dopo la bella partita di giovedì era stato confermato tra i pali. Il numero 39 non si è però sentito bene, ed ha passato parte del match negli spogliatoi lasciando a Schaefer il compito di opporsi alla “sassaiola” burgunda. Il Gotteron è infatti stato assoluto padrone del gioco sostanzialmente sino a quando lo ha voluto, togliendo il piede dal gas solamente in un terzo tempo in cui i biancoblù hanno provato a rialzare la testa.

Dopo 4 minuti Reichert aveva trovato il gol d’apertura con un’azione insistita, con la grinta dell’esperto numero 21 che aveva fatto ben sperare per il proseguimento del match. I padroni di casa hanno però iniziato a pattinare il triplo rispetto all’Ambrì, apparso spesso e volentieri in balia degli eventi e troppo confuso per poter reagire con lucidità alle offensive di Sprunger e compagni.

Il pareggio è così arrivato poco dopo, quando Schaefer ha inavvertitamente spinto in rete con il gambale un puck scagliato in mezzo proprio da Sprunger. L’azione che ha portato al 2-1 del Friborgo riassume però al meglio le attuali condizioni dell’Ambrì, con Trunz che in powerplay si è fatto dapprima anticipare da un avversario nel recupero di un disco alla balaustra (“trotterellando” al posto di pattinare a mille) ed ha poi sbagliato completamente il passaggio in impostazione. Tristan Vauclair ha ringraziato, facendo capire ai 6’700 presenti che la vittoria sarebbe ben presto diventata solo una formalità.

L’Ambrì è apparso difatti “svuotato” e senz’anima, fattori che per una squadra come quella leventinese sono di fondamentale importanza se si vuole dare del filo da torcere ad un avversario sì superiore, ma che sicuramente poteva essere messo maggiormente in difficoltà. Impossibile capire “da fuori” cosa sia realmente successo, ma è chiaro che qualcosa nella carica di entusiasmo di questo gruppo è stato compromesso.

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Spostando la propria attenzione alle individualità, risulta difficile trovare qualcuno che abbia saputo cantare fuori dal coro, mentre gli errori individuali hanno anche in quest’occasione svolto un ruolo determinante. Si veda ad esempio il 5-1, quando Schaefer ha rilanciato senza alcuna attenzione un disco in pasto a Monnet, che ha poi dovuto semplicemente passarlo a Mauldin per una rete a porta sguarnita.

Sono episodi come questi che fanno capire come questo Ambrì non sia assolutamente pronto a livello mentale ad affrontare questa serie di playoff, nella quale un sospetto senso di appagamento si sta trasformando in un’impressione di rassegnazione a priori da parte dei giocatori.

Se il gioco di squadra – specialmente a livello difensivo – ha sbandato in maniera evidente per buona parte dei 60 minuti, nemmeno l’apporto di chi dovrebbe rivestire il ruolo di leader si sta rivelando sufficiente in questo quarto di finale. A questo Ambrì manca la fantasia di Park, il killer instinct di Giroux, l’esuberanza di Pestoni, le giocate di Mieville, le fiammate di Noreau, la calma di Nordlund e la forza fisica di Steiner.

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In generale si percepisce inoltre l’assenza delle piccole cose, come qualche colpo proibito di tanto in tanto, qualche scazzottata, l’intensità riflessa negli occhi dei giocatori, e tutti quegli elementi che trasformano le normali partite in vere e proprie battaglie.

Troppi fattori mancano però all’appello. Il primo che andrà ricercato sarà l’orgoglio di una squadra che in regular season ha fatto sognare i propri tifosi, ed il cui campionato merita sicuramente un epilogo più felice di quello che si sta attualmente delineando.

L’Ambrì targato 2013/14 ha dato molto, ma a questo punto va chiesto un ultimo sforzo. Va chiesta un’ultima vittoria casalinga, per poter perlomeno festeggiare il ritorno nei playoff. Poi si vedrà.

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