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Lugano

Il Lugano rischia ma rimane troppo forte per il Friborgo, piegato 7-4

LUGANO – FRIBORGO

7-4

(3-1, 2-0, 2-3)

Reti: 4’06 Pettersson (Ulmer) 1-0, 8’27 Sprunger (Plüss, Mottet) 1-1, 12’45 Sannitz (Bertaggia) 2-1, 13’59 Hirschi (Brunner, Hofmann) 3-1, 25’12 Dal Pian (Kostner) 4-1, 36’50 Pettersson (Klasen, Martensson) 5-1, 44’26 Mottet 5-2, 45’50 Rivera (Neukom, Ellerby) 5-3, 51’50 Sprunger (Ngoy, Schmutz) 5-4, 53’20 Pettersson (Klasen) 6-4, 59’28 Hofmann 7-4

Note: Resega, 5’338 spettatori. Arbitri Küng, Stricker; Kaderli, Obwegeser
Penalità: Lugano 1×2′, Friborgo 2×2′

LUGANO – Il 7-4 casalingo sta diventando – esagerando – un’abitudine, ma di quelle che si possono rivelare dannose. Come domenica scorsa, quando ci vollero 7 reti per affondare il Losanna, il Lugano ha dovuto compiere lo stesso sforzo contro il Friborgo, ma se si è dovuti arrivare a tanto, gran parte della colpa va addossata ai bianconeri.

Con il rientrante Stapleton al posto di Filppula – e con nell’aria la prossima probabile firma di Lapierre – il Lugano è sceso sul ghiaccio con il dovere di mantenere l’imbattibilità casalinga, di fare punti per la scalata ai piani alti, ma soprattutto per dimostrare che il disastro di Bienne è stato solo un passo falso.

Dopo questa vittoria vien da dire che sì è stato un passo falso, ma che i bianconeri ci potrebbero inciampare ancora, o perlomeno “ciondolare”, visto il passaggio a vuoto che ha permesso al Friborgo di rientrare clamorosamente in partita nel terzo tempo. E non è di sicuro il primo, quel passaggio a vuoto, un male che da troppo tempo (stagioni?) affligge la squadra bianconera e che spesso compromette partite che erano semplicemente da gestire che autorità. Sicuramente vanno dati i giusti meriti a un Gottéron che ci ha sempre creduto, ma dopo quel bel primo tempo e un periodo centrale giocato con intelligenza e cinismo, ci si aspettava perlomeno più cautela e meno affanni.

Bravi i ragazzi di Shedden nel primo periodo a sfruttare gli ettari di ghiaccio messi a disposizione della disastrata difesa burgunda, battendo Conz per tre volte facendo pure divertire il pubblico. Bravi anche nel periodo centrale, quando gli ospiti hanno controllato maggiormente il disco e manovrato di più, bravi perché in grado di colpire con cinismo e affondando i colpi, portando la sfida su un 5-1, che se non deve rilassare, deve perlomeno chiudere la partita.

Eh già, perché sarebbe bastato poco a Pettersson – tornato quello di un tempo, prima tripletta in LNA – e compagni per giocarsi l’ultimo tempo con tranquillità e autorità, sarebbe bastato solo mantenere la concentrazione e evitare certi turn over da mani nei capelli sulla blu difensiva.

Sarebbe troppo affidare al caso il fatto che da quando è fuori Furrer la difesa bianconera ha questi black out, perché prima della sua assenza, e nelle partite precedenti sotto la gestione Shedden, il fortino del Lugano era uno dei meno perforati del campionato. Basti vedere anche i dischi persi malamente in power play, con spesso gli avversari più pericolosi in shorthand che il Lugano in superiorità, per capire che la retroguardia sottocenerina ha bisogno di una regolata e del suo uomo migliore.

In molti si sono chiesti se non fosse il caso di ingaggiare un difensore straniero, ma il direttore sportivo Habisreutinger ha confermato solo la trattativa per cercare un attaccante – e uno come Lapierre nei playoff potrebbe sì fare molto comodo – asserendo che la difesa è a posto così.

Ci viene da credergli, soprattutto per quanto visto tra novembre e l’inizio dell’anno, con sempre però quel naso che si storce pensando che un solo infortunio – di peso ci mancherebbe – può mandarla in una certa crisi. Shedden può comunque contare su un Ulmer ritrovato e dall’apporto quasi da straniero vero, e su un bottom six che ha tanto spazio, macina gioco e mette in grave difficoltà l’avversario, ecco perché la difesa non va costruita solo con i difensori ma anche con un sistema che coinvolga gli attaccanti, soprattutto quelli come Sannitz, Martensson e Reuille che sanno sacrificarsi con efficienza sui due fronti.

Ai playoff mancano 9 partite, è il momento delle prove generali. Sbagliare le prossime significherebbe dover ripensare a qualche strategia.

fattore2

AFFONDARE I COLPI, FINO IN FONDO: Quello che il Lugano avrebbe dovuto fare nel terzo tempo, ossia controllare la partita ed eventualmente sfruttare gli spazi ospito, per fortuna lo aveva già fatto nel periodo centrale.

In quei secondi 20’ il Friborgo ha fatto più gioco, tirato di più e costretto Merzlikins ad alcuni interventi di grande difficoltà, ma a segnare è stato il Lugano. Quel parziale di 2-0 aveva portato i bianconeri sul 5 -1, mostrando finalmente una capacità di andare a rete piuttosto facile, grazie al grande potenziale offensivo. Allora perché rovinare tutto con 10’ da incubo?

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