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Interviste

Wolf: “Come giocatore sono cresciuto, sono un combattente e cerco di ripagare le fiducia”

Il difensore dopo la vittoria a Ginevra: “La nostra è una lega equilibrata e si può solo vincere come squadra. In situazioni difficili come gli ultimi minuti devi crescere, essere presente l’uno per l’altro e lottare”

GINEVRA – Per il Lugano a Ginevra è stata una vittoria frutto di un miglioramento avvenuto a partita in corso, dopo un primo tempo difficile. Anche se, è importante ricordarlo, il Ginevra aveva più ritmo nelle gambe grazie alla partita di CHL disputata due giorni prima. Bernd Wolf analizza così la contesa de Les Vernets.

“All’inizio ci siamo resi la vita difficile, non abbiamo giocato semplice e ci siamo complicati la vita. Loro hanno iniziato con molta energia, e lo sapevamo, hanno effettuato delle ottime transizioni tra difesa e attacco. D’altronde il Ginevra è una squadra piena di talento. Nel secondo tempo ci siamo compattati e nel terzo siamo stati cool”.

Specialmente negli ultimi quattro minuti, trascorsi in inferiorità numerica, avete mostrato una grande unità d’intenti e spirito di sacrificio…
“Ne discutiamo da tempo, ormai in questa lega così equilibrata puoi solo vincere come squadra. In queste situazioni difficili devi crescere, essere presente l’uno per l’altro e lottare”.

A mio avviso attualmente stiamo vedendo il miglior Bernd Wolf di sempre, concordi con me?
“Credo di essere cresciuto come giocatore. Negli ultimi anni non ho avuto un ruolo così importante come adesso e io sono una persona che desidera captare la fiducia. Quando sento la fiducia, cerco sempre di ripagarla, sono un combattente. Gli errori succedono, ma la mia forza maggiore è la mia attitudine, dò ogni giorno il massimo e faccio di tutto per non uscire perdente dai contrasti”.

Questa tua responsabilizzazione è dunque anche il merito dello staff tecnico? C’è magari un compagno che ti aiuta particolarmente, penso ad esempio a Müller?
“Mirco e io abbiamo già giocato insieme negli scorsi playoff e già lì ha funzionato bene. Giochiamo semplice, questo aiuta e lo stile di gioco improntato da Gianinazzi in questo senso mi dà una mano, si addice al mio stile. Io sono sul ghiaccio per vincere duelli, portare energia. Più ho tempo di ghiaccio, più riesco a portare energia. Sono dunque contento al momento. Ribadisco, è merito della mia attitudine. Ci sono stati anche momenti più difficili, chiaro, ma la mia attitudine non me la può rubare nessuno”.

Il tuo contratto è in scadenza, ti sei già fissato una deadline per decidere il tuo futuro?
“Ovviamente si vuole avere chiarezza il più presto possibile. Si tratta di una decisione importante, devo prenderla esclusivamente io, devo valutare hockeisticamente parlando quale sia la migliore soluzione per il mio futuro. Non mi faccio però pressione e non rifletto troppo, io gioco e quando ci sarà una soluzione che farà al caso mio, la coglierò”.

Sei uno che lascia fare al suo agente, oppure preferisci essere sempre al corrente e implicato in prima persona in eventuali trattative?
“Ho una buona relazione con il mio agente, ci conosciamo già da tanto tempo. Lui sa come io funziono, sa quello che voglio, inoltre discutiamo a lungo, quindi lui può fare il suo lavoro. Ogni tanto mi dà degli aggiornamenti, io mi posso così concentrare esclusivamente sul mio compito sul ghiaccio”.

Ora arriva un Davos riposato, voi invece oltre all’impegno di Ginevra avete un lungo viaggio di ritorno, insomma è un bello svantaggio. Come si affronta la situazione?
“Trovo strano che si giochi un venerdì a Ginevra e poi il giorno dopo in casa. Perché non fare un doppio turno in zona e giocare ad esempio a Losanna? Vabbè, è così, non si possono cambiare queste cose. Il Davos è una squadra veloce, piena di energia. Dovremo giocare semplice, vincere i duelli e non fare errori stupidi”.

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