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Lugano

Un roccioso Ginevra stende per 3-1 il Lugano nel suo fortino

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LUGANO – GINEVRA

1-3

(0-0, 1-2, 0-1)

Reti: 22’36 Andersson (Pettersson, McLean) 1-0, 27’06 Rivera (Mercier, Picard) 1-1, 39’29 Picard 1-2, 59’55 D’Agostini (Mercier) 1-3

Note: Resega, 4’822 spettatori. Arbitri Mollard, Vinnerborg; Kovacs, Wüst
Penalità: Lugano 6×2′, Ginevra 8×2 + 1xpp (Traber)

LUGANO – I bianconeri continuano con il loro calendario piuttosto singolare – non che le altre si differenzino – e di nuovo ha avuto a disposizione quasi una settimana intera per preparare gli incontri del week end. Se il derby va sempre qualificato come partita a sé stante, con equilibri e disegni cosmici che esulano spesso e volentieri dai coraggiosi pronostici, la sfida casalinga contro il Ginevra Servette avrebbe potuto dare altri segnali importanti sulla squadra di Patrick Fischer.

Questo perché le assenze di Steinmann, Hirschi, Balmelli e Kostner costringono (o invogliano) il coach a trovare soluzioni inedite nel line up, ma soprattutto l’assenza di Klasen priva il miglior marcatore del campionato del miglior playmaker e di conseguenza dei suoi magistrali assist.

E allora è un’occasione, o meglio un dovere, per gli altri attaccanti in rosa cercare di aumentare il proprio feeling con la rete – più facile a dirsi… – perché ora siamo in regular season, ma nei playoff la marcatura sui due fenomeni aumenterà esponenzialmente.

Formazione quindi di nuovo inedita contro i granata di McSorley, con Manzato in porta e una prima linea offensiva composta da Pettersson, McLean e Murray, con Bertaggia “indietreggiato” assieme a Filppula e Walker.

Del Ginevra si ha sempre timore per il “vigore” fisico messo in pista, e sin da subito gli ospiti ne hanno mostrato sin troppo. In un primo tempo da segnalare per qualche buona occasione su entrabi i fronti – Vauclair e Walsky e dall’altra parte Romy più di una volta – e per una rete annullata a Pettersson (disturbo sul portiere) c’è stato spazio per qualche colpo andato troppo oltre, come nel caso di Tim Traber, che dopo nemmeno 2’ si è guadagnato 5’ e penalità di partita, a causa di un check a gomito alto su Maurer, uscito sanguinante e tramortito.

Colpi proibiti che hanno sortito logicamente dei power play, ma i bianconeri, pur riuscendo a far girare il disco abbastanza discretamente, non ne hanno approfittato. Un leggero cambio di marcia è avvenuto dal 15’ in avanti, quando la velocità bianconera ha messo perlomeno un po’ più di pressione sui difensori avversari.

Un cambio di marcia che sembrava poter lanciare il Lugano, ma nonostante la rete di Andersson al 23’, i padroni di casa non sono riusciti a prendere completamente i sopravvento sui ginevrini. Molta la fatica a costruire azioni lineari, Schwendener ben protetto e una certa “leggerezza” alle assi hanno frenato l’entusiasmo bianconero. Il pareggio ginevrino ad opera di Rivera ha poi legittimato un certo equlibrio sul piano del gioco, ma è stato evidente che i bianconeri soffrissero la fisicità ospite.

A complicare ulteriormente i piani è caduta poi la rete di Picard al 39’30”, seguita da grosse contestazioni bianconere, in quanto il disco ha dapprima varcato la linea blu causando un offside sul quale evidentemente gli arbitri non erano d’accordo.

La rete deve aver scosso ulteriormente i bianconeri, dato che dal 40’ si è assistito al festival della bruttezza e dell’errore. Bianconeri che hanno sbagliato un’inifinità di dischi in uscita dal terzo, operando marcature leggere e piuttosto “distratte” su Romy e compagni. Per Pettersson e banda è stato quasi impossibile operare con la consueta velocità e fluidità e per questo vanno dati anche i giusti meriti a un Ginevra decisamente in forma e guizzante.

Solo nei minuti finali, dopo un time out chiesto da Fischer, i bianconeri hanno abbozzato una reazione, ma nemmeno i restanti power play e la spinta finale in 6 contro 5 hanno dato i frutti sperati in una partita che è sembrata difficile sin dall’inizio.

Un Lugano troppo distratto e fisicamente meno prestante dei suoi avversari, con diversi uomini in ombra o perlomeno poco precisi. Con fuori Klasen ci si dovrebbe aspettare che altri playmaker tirino fuori il coniglio dal cilindro, ma in questo senso sia Filppula che Walsky (due tra chi ha le qualità migliori) sono sembrati imprecisi e privi di quel tocco finale che avrebbe potuto generare il pericolo di fronte a Schwendener, che a dire il vero non ha mai dovuto compiere chissà che interventi.

Stavolta ben pochi degli attaccanti svizzeri si sono salvati, non solo per non essere andati a segno – non una gran novità…- ma anche perché incapaci di far fronte con la loro velocità al muro ginevrino. Una sconfitta che brucia, non solo per l’errore arbitrale, ma anche perché effettivamente “ai punti” avrebbe meritato comunque il Ginevra per la costanza di gioco e per aver impedito al Lugano di imporre la legge della Resega, spesso e volentieri decisiva in questa stagione.

Chissà se il derby riuscirà a ridare brillantezza a questo Lugano, soprattutto per non perdere troppo terreno dalle primissime della classe.


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