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Lugano

Un Lugano a intermittenza non basta a sgambettare i Lions

I bianconeri giocano un ottimo primo periodo ma si slegano in quello successivo favorendo la rimonta dei Lions. Si ferma a due la striscia vincente

© Vedran Galijas | JustPictures.ch

Un Lugano a intermittenza non basta a sgambettare i Lions

ZSC LIONS – LUGANO

5-2

(0-1, 3-0, 2-1)

Reti: 7’56 Morini 0-1, 21’33 Weber (Krüger, Sigrist) 1-1, 33’15 Sigrist 2-1, 39’52 Quenneville 3-1, 49’32 Quenneville (Guebey, Malgin) 4-1, 55’42 Walker (Arcobello, Fazzini) 4-2, 59’16 Malgin (Andrighetto) 5-2

Note: Hallenstadion, 7’657 spettatori. Arbitri Lemelin, Urban; Cattaneo, Huguet
Penalità: ZSC 5×2′, Lugano 6×2′ + 1×5′ + 1×10′ + x20′

Assenti: Timo HaussenerDaniel CarrRomain LoeffelTroy Josephs (infortunati), Davide Fadani (Rockets)

ZURIGO – Lavorare sulla continuità e sulla costanza, questo il compito che Chris McSorley ha affidato agli “allievi” e suoi giocatori in questo avvio di stagione. A Zurigo il coach canadese ha capito che i suoi ragazzi hanno bisogno di altro impegno per raggiungere la continuità di rendimento cercata, ma si sapeva che la bella prova di forza contro lo Zugo non doveva far pensare che i bianconeri fossero ormai lanciatissimi.

Sempre privo di Carr – atteso al rientro martedì, a meno di sorprese – e anche di Josephs il Lugano può sì fare la prestazione come quella contro i tori se ognuno viaggia al 100%, ma comunque senza due stranieri il pericolo che prima o poi si paghi pegno è anche normale. Contro i Lions è successo (anche) questo, con i ticinesi partiti benissimo e andati in vantaggio con Morini, grazie a un piglio fisico e di intensità che ha messo in grossa difficoltà i padroni di casa.

© Vedran Galijas | JustPictures.ch

Il problema è stato che quando si lavora così intensamente per “soffocare” l’avversario poi occorre (come accaduto martedì) che i singoli siano sempre in grado di tirare fuori la giocata, ma in questo caso, da quando i Lions hanno aumentato il ritmo delle operazioni soprattutto con il suo impressionante attacco, il Lugano non sapesse più quale arma usare.

È stato forse il vantaggio di casa trovato con una sfortunata autorete di Alatalo che ha forse scombussolato di più gli ospiti, che a un certo punto sono andati in confusione. I bianconeri hanno iniziato a pattinare meno – o in maniera sbagliata – senza più riuscire a contenere lo ZSC e nemmeno proponendosi più dalle parti di Flüeler, lasciando a metà sia la fase senza possesso del disco che quella inversa, quasi indeciso su che piega dare al proprio gioco.

Slegandosi in quella maniera il Lugano ha mandato a nozze gli attacchi dei ragazzi di Grönborg, perdendo le posizioni quando Malgin e compagni di scampagnate hanno iniziato a mostrare tutte le loro qualità tecniche.

© Vedran Galijas | JustPictures.ch

Il gioco senza disco era un aspetto su cui McSorley ha voluto lavorare moltissimo, una delle grandi debolezze del Lugano della scorsa stagione, e finché Fazzini e compagni hanno spinto sul forecheck in maniera intelligente e continua i Lions sono stati limitati in buona parte, mantenendo nel contempo discreti spazi di avanzata offensiva, fino appunto a quei minuti in entrata di secondo periodo.

Reti anche fortunate quelle trovate dallo ZSC, ma perfettamente giustificate dalla mole di gioco e andate a compensare anche quel doppio palo colpito da Malgin a Schlegel battuto, quindi poco si può dire sui meriti trovati dagli zurighesi in quel secondo periodo a tratti decisamente affannoso per i bianconeri.

La squadra di McSorley è tornata più ordinata sul ghiaccio nel periodo conclusivo, ma non è bastato a far dubitare in maniera seria uno ZSC che ha gestito il risultato badando soprattutto al sodo e chiudendo il discorso con il 4-1 al 50’, anche se il 4-2 di Walker e delle seguenti occasioni in power play e 6 contro 5 avrebbero potuto avere qualche effetto in più sul finale di partita.

© Vedran Galijas | JustPictures.ch

In generale il Lugano ha giocato una partita senza la necessaria continuità, ma in questo caso è uscita anche la differenza non solo di un top six (o top nine) degli ZSC Lions che è di uno scalino – almeno – sopra già con il Lugano a formazione completa, ma nella serata di venerdì l’aver concesso due stranieri ai Lions ha accentuato ancora di più questa differenza. Per fare la differenza nel punteggio comunque la squadra di casa ha dovuto dar fondo a tutte le sue forze senza risparmiarsi, mettendo sul ghiaccio tutta la forza tecnica della sua squadra senza speculare su nulla.

Dall’altra parte il Lugano sa che la continuità è da ricercare di partita in partita ma anche di periodo in periodo, per fare sì che i grandi sforzi non vengano resi vani da anche una sola frazione giocata sotto tono.


IL PROTAGONISTA

John Quenneville:Ben otto tiri in porta, visione di gioco, movimenti rapidi e tanto lavoro, e naturalmente anche una doppietta, che è ciò che più conta.
La partita del canadese dei Lions è stata di grande qualità e quantità, proponendosi spesso nelle azioni più pericolose dei padroni di casa e guidando il loro stellare power play. Anche fortunato sulla sua prima rete, ma la fortuna bisogna anche cercarsela.


HIGHLIGHTS

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