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Lugano

Sforzi ancora vani per il Lugano, ora con le spalle al muro

I ragazzi di McSorley vanno sotto per 3-0 nella serie. Ancora una volta l’ottima prova dei bianconeri non basta, lo Zugo è sempre una spanna sopra

(POSTFINANCE/KEYSTONE/Urs Flueeler)

Sforzi ancora vani per il Lugano, ora con le spalle al muro

ZUGO – LUGANO

6-3

(0-0, 2-2, 4-1)

Reti: 21’45 Bertaggia (Herren) 0-1, 22’43 Morini (Abdelkader, Arcobello) 0-2, 29’11 Herzog (Kovar, Djoos) 1-2, 33’34 De Nisco (Allenspach, Leuenberger) 2-2, 44’05 Allenspach (Leuenberger, Hansson) 3-2, 51’14 Kovar (Stadler, Hofmann) 4-2, 52’20 Lander (Müller) 5-2, 56014 Josephs 5-3, 58’57 Senteler (Müller, Schlumpf) 6-3

Note: Bossard Arena, 7’200 spettatori
Arbitri: Wiegand, Kaukokari; Obwegeser, Cattaneo
Penalità: Zugo 3×2′, Lugano 2×2′ + 1×5′ + 1×20′

Assenti: Julian WalkerLuca Fazzini (infortunati), Shane PrinceLeland IrvingDavide FadaniMikkel BoedkerJuho MarkkanenNelson ChiquetAlessandro Villa (sovrannumero)

ZUGO – Alla lunga diventa frustrante, scontrarsi con un muro come Leonardo Genoni, fare i conti con un attacco letale e un powerplay fatale, dopo aver dato tutto e anche di più. Per il Lugano sembra veramente che non basti mai fare quel passo in più, che lo Zugo sia così forte da avere sempre la carta vincente anche quando i bianconeri mettono sul tavolo quattro assi.

Poi appare chiaro che se qualcuno non avesse seguito questa serie e si basasse solo sul risultato parziale penserebbe che la squadra di Chris McSorley sia un fallimento totale, che forse quella di Serge Pelletier uscita con il Rapperswil un anno fa fosse persino migliore. Invece no, perché la frustrazione di cui sopra attanaglierà Arcobello e compagni per un’altra notte dopo aver giocato una partita alla pari e per larghi momenti – soprattutto in cinque contro cinque – anche superiore allo Zugo, andando però sempre a sbattere sul portiere bleniese dei campioni in carica e, va detto, anche sui propri limiti.

(POSTFINANCE/KEYSTONE/Urs Flueeler)

Perché se sapevamo già dall’inizio della forza dello Zugo e che si era fatto bestia nera del Lugano, sapevamo anche che i ticinesi per sperare di passare il turno avevano bisogno della serie quasi (o del tutto) perfetta, andando forse oltre i propri limiti.

Recuperato Josephs e inserito subito al posto di Prince ma in seconda linea (con Morini tornato in prima) McSorley chiedeva di fare un passo in più, di ritrovare furbizia e mestiere e per lunghi tratti la squadra lo ha di nuovo seguito, tanto da trovare un meritato vantaggio di 2-0 grazie a Bertaggia (che ha riscattato in parte l’errore di domenica sera) e Morini, contro uno Zugo tutt’altro che rilassato e tranquillo, bensì una squadra che ha dovuto dar fondo a tutti i suoi sforzi per ritrovarsi poi sul 2-2 alla seconda pausa.

I limiti del Lugano dicevamo, quelli che – uniti come detto alle capacità di Genoni – gli hanno impedito di nuovo di andare in vantaggio magari pure con una certa larghezza già nell’eccellente primo periodo, limiti che in questo momento riguardano degli attaccanti spuntati e che faticano a trovare le soluzioni giuste per sfruttare l’enorme mole di lavoro messa sul ghiaccio.

Proprio il rientrante Josephs ha dato profondità e centralità all’attacco bianconero, che ha spesso trovato delle vie centrali per bucare la trappola applicata in zona neutra da Dan Tangnes, come successo sulle prime due reti ospiti e su diverse altre grosse occasioni. Poi il Lugano è ricaduto in vecchi errori, come nel caso del fallo di Alatalo, per poi crollare sul cinismo micidiale degli attaccanti di casa, per una volta trascinati dal quarto blocco quando Kovar e compagnia erano stati perfettamente limitati dagli ospiti.

Ora le spalle sono contro il muro, il senso di “ingiustizia” si fa largo dopo le prestazioni messe in pista dai bianconeri, ma l’hockey è crudele e onesto, come qualcuno ripeteva anni fa, e alla fine contano i numeri. Forse continuando ad insistere il Lugano troverà la sua prima (e sarebbe ampiamente meritata) vittoria in questa serie, dovendolo fare per forza giovedì nella classica ultima spiaggia.

Cosa potrà fare di più la squadra di McSorley per sperare di almeno allungare la serie? Dirlo è difficilissimo, come già ribadito i bianconeri dovranno mettere sul ghiaccio prestazioni praticamente perfette e sperare pure in qualche anello debole dello Zugo. E sull’ultimo punto non siamo così sicuri che possa accadere.


IL PROTAGONISTA

Leonardo Genoni: Mostruoso. È quanto viene da pensare sul portiere dello Zugo, che con quel suo stile calmo, robotico e senza movimenti spettacolari diventa un muro quasi invalicabile per gli attaccanti avversari. Il Lugano per la prima volta è riuscito in questa serie a segnare almeno tre reti, ma Genoni ne ha salvate altrettante nel primo tempo, quando gli ospiti avrebbero già potuto trovare un vantaggio anche piuttosto comodo.


HIGHLIGHTS

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