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Interviste

Sataric: “Non mi sarei mai aspettato di vedere Gianinazzi coach in NL, ma sembra pronto”

Il difensore ex compagno del nuovo allenatore bianconero: “Appena l’ho saputo ho inviato la news a Leandro Profico, pure lui militava con noi a Turgovia. Nei media l’ho visto tranquillo, sarà interessante vedere come andrà”

(JustPictures)

RAPPERSWIL – Si è conclusa con una vittoria sullo Slovan Bratislava l’avventura del Rapperswil in CHL. Dopo un avvio in salita e le sconfitte casalinghe contro i Red Bull di Monaco e i finlandesi del Tappara Tampere, i sangallesi sono riusciti a risalire la china e hanno concluso la rassegna internazionale con tre vittorie e un totale di 9 punti.

Non abbastanza per raggiungere la fase a eliminazione diretta, ma il bilancio per la squadra di Hedlund, alla loro prima partecipazione in assoluto, può comunque essere considerato come conferma il difensore Rajan Sataric.

“È stata una bella esperienza, peccato non aver passato il turno. È affascinante sfidare altre culture hockeistiche spesso molto diverse dalla nostra, sono sfide davvero interessanti. Ed è decisamente particolare alle nostre latitudini recarsi alle partite in aereo, insomma il tutto è divertente”.

Per te era la seconda avventura in CHL dopo quella del 2019/20 con il Bienne…
“È stata simile alla prima, con i bernesi eravamo però andati avanti e fatto un bel cammino. Già in quell’occasione mi ero trovato di fronte il Tappara Tampere, se non ricordo male avevamo sfidato oltre a loro una squadra norvegese (il Frisk Aker ndr) e gli austriaci del Klagenfurt. Passammo poi gli ottavi contro i tedeschi degli Augsburger Panther e arrivammo sino nei quarti di finale dove fummo eliminati dal Frölunda”.

Rammarico per l’eliminazione?
“Peccato per l’inizio, qualcuna di quelle partite perse in entrata avremmo anche potuta vincerla, ad esempio a Monaco l’abbiamo buttata via noi, ma l’importante è stato l’evolversi del cammino. Siamo riusciti ad aumentare il nostro livello, fare uno step in avanti e i risultati sono arrivati”.

Anche in campionato il trend è positivo…
“Siamo partiti bene, anche qui si vedono progressi, ma il margine di miglioramento c’è ancora eccome, specialmente perciò che concerne l’applicazione del nostro gioco sull’arco dei 60’. Dobbiamo applicarlo con maggiore consistenza, a volte ci sono degli spezzoni di partita in cui usciamo dal gameplan e questo ci costa delle reti”.

La concorrenza per te è sempre più spietata per restare nel line-up. Da dietro spingono giovani come Baragano, Aebischer, Vouardoux ed è arrivato Noreau…
“La sfida mi eccita, la concorrenza fa parte del business e per questo si lavora quotidianamente. A me piace quando dietro ci sono i giovani che spingono, attualmente gioco con uno di loro, Baragano, è molto bravo ed è divertente giocare insieme a lui”.

Il Lugano ha un nuovo allenatore, Luca Gianinazzi. Hai giocato con lui una stagione a Turgovia nel 2013/14, qual è stata la tua prima reazione quando è uscita la notizia?
“Ho subito scattato uno screenshot della news e l’ho inviato a Leandro Profico, pure lui militava con noi a Turgovia. Boaaaah, non me lo sarei mai aspettato, penso che nessuno si attendeva una simile novità. Io ai tempi l’avevo ovviamente conosciuto in qualità di giocatore e lo inquadravo come tale. Nel frattempo so che ha svolto la formazione da allenatore e che ha guidato la U20 bianconera. Sarà molto interessante vedere come andrà, è difficile fare previsioni, sono curioso”.

Che persona era Gianinazzi?
“Era una persona perlopiù tranquilla e calma. Si poteva scherzare e ridere con lui, ma era molto pacato, oltre a ciò era intelligente. Se siamo ancora in contatto? No. Abbiamo giocato solo una stagione insieme, appunto quasi 10 anni fa, poi le nostre vie si sono divise, come spesso capita in questo mondo. Oltretutto lui ha smesso qualche anno dopo con l’hockey giocato e quindi non l’ho più incrociato nemmeno da avversario”.

Tu hai qualche mese in più di lui, che impressione ti fa quando vedi che un tuo praticamente coetaneo è alla testa di una squadra di NL?
“E una situazione molto speciale, ovvio, ma da come l’ho visto apparire nei media mi ha dato l’impressione di essere tranquillo e pronto per questo compito”.

A 30 anni stai già pianificando il tuo futuro posthockeistico?
“Ho iniziato a studiare a distanza economia aziendale nell’ambito sportivo. Ho cominciato due mesi or sono e dovrei concludere tra quattro anni e mezzo. Nel frattempo spero di poter continuare a giocare a hockey e conciliare le due attività in maniera adeguata”.

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