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Ambrì Piotta

Riparte l’Ambrì di Cereda: “Al centro una solida struttura che farà bene a tutta la squadra”

Il coach guarda alla nuova stagione: “Abbiamo aumentato il nostro tasso tecnico. Con due stranieri in più puoi compiere delle scelte, anche se questo vale per tutti. Zwerger? Nulla cambia, con lui viviamo alla giornata”

AMBRÌ – L’avvicinamento alla nuova stagione è entrato ufficialmente nel vivo, e per l’Ambrì Piotta questo significa iniziare una fase fondamentale della preparazione forte dell’energia dei tanti nuovi arrivi, tutti sul ghiaccio per l’allenamento di lunedì.

Un occhio di riguardo lo hanno avuto gli stranieri, con Spacek e Chlapik già uniti nei vari esercizi della mattinata in un terzetto completato da Pestoni, mentre assieme a Shore si è visto sul ghiaccio anche Zwerger, il cui status rimane incerto per i postumi della commozione cerebrale rimediata con l’Austria prima del Mondiale.

“In questo periodo dell’anno c’è sempre tanta voglia di scoprire e conoscere i nuovi giocatori, e capire i punti di forza e quelli deboli che abbiamo”, ci ha spiegato coach Luca Cereda. “Abbiamo cambiato tanto, e quando si creano nuove dinamiche ci sono nuove cose da scoprire e valorizzare. Da parte dello staff c’è inoltre il compito di far capire le nostre esigenze ed i valori del club, dunque ci aspetta un agosto intenso e con la voglia di farci trovare pronti tra un mese”.

Sul ghiaccio c’era anche Dominic Zwerger, come sta?
“Le sue condizioni sono le stesse di un mese fa. È veramente difficile dare dei tempi di recupero, viviamo alla giornata ed è difficile pianificare qualcosa con lui. È positivo che si stia allenando seguendo il suo programma di recupero, ma prendiamo giorno per giorno. Difficile dire quando potrà fare tutto, ma è importante abbia iniziato a pattinare e speriamo che stiamo andando nella giusta direzione. È difficile avere delle certezze”.

Quest’anno potete svolgere tutta la preparazione nella vostra pista, una prima praticamente assoluta per l’Ambrì…
“È comodo poter essere nella propria pista, si ha tutto il materiale a disposizione. C’è però un lato negativo se si pensa che il campo d’allenamento dura sei settimane, e negli scorsi anni quando ci spostavamo da Biasca ad Ambrì il momento era percepito come l’inizio imminente del campionato. Cercheremo di creare una dinamica del genere partecipando al torneo di Bolzano, ma comunque avere una struttura come la nostra a disposizione è molto positivo. Abbiamo già potuto pattinare durante l’estate, e questo ci aiuta”.

Vi hanno lasciato gli ultimi due capitani, Fora e Bianchi. Durante agosto ci sarà anche un occhio per vedere chi porterà questo tipo di leadership…
“Onestamente al ruolo di capitano non ci abbiamo ancora pensato, ma come negli scorsi anni osserveremo le dinamiche durante il mese di agosto, poi automaticamente qualcuno si ergerà a leader. Siamo con la mente aperta in questo senso, poi a ridosso del campionato prenderemo una decisione. Nelle prime amichevoli distribuiremo questo ruolo a turno. Solitamente si tratta di una scelta fatta a livello societario. La questione viene discussa tra staff sportivo e dirigenza, proponendo alcune possibilità e poi assieme viene determinato il capitano per la stagione”.

Con l’ultimo arrivato Shore avete una solidità al centro che praticamente mai hai potuto avere da allenatore. Un cambiamento importante…
“Esatto. I centri ed i difensori sono gli elementi che ti danno solidità, ed infatti cercavamo un giocatore che potesse completare il nostro pacchetto. Sicuramente l’arrivo di Shore è molto importante, è bravo agli ingaggi ed in zona difensiva, e con un potenziale offensivo da scoprire. Questa solidità al centro è qualcosa di inedito, gli altri anni ci mancava sempre una pedina, anche se poi a parlare sarà il ghiaccio. Di partenza abbiamo comunque una buona struttura che può fare bene a tutta la squadra”.

L’innalzamento del limite a sei stranieri vi ha permesso di creare una squadra completa in ogni suo reparto, cosa che era molto più difficile nel recente passato…
“Sicuramente abbiamo aumentato il nostro tasso tecnico. Con due stranieri in più puoi compiere delle scelte, anche se ovviamente questo vale per tutte le squadre e dunque ci sarà sempre da lottare. Per quanto riguarda noi comunque è qualcosa che ci fa bene e che ci ha dato una mano… Poi tutto il discorso relativo alle conseguenze che avrà per l’hockey svizzero lo vedremo più avanti, ma sicuramente in questa prima fase a livello tecnico ci ha permesso di fare un passo avanti”.

Con voi si sta allenando anche Hedlund, che sviluppo prevedete per lui?
“Deve continuare a giocare negli Juniori per proseguire nel suo percorso per ottenere la licenza svizzera, quindi qualche partita sicuramente la farà in quella categoria. Tutto il resto invece è abbastanza aperto, visto che le possibilità sono per lui la U20, la Swiss League oppure la National League… Questo dipenderà da lui, cercheremo di trovare la soluzione migliore per il suo sviluppo, ma ora è un po’ presto per capire dove ci orienteremo. Vedremo come andranno queste settimane, per arrivare a metà settembre con un’idea chiara. L’unica certezza è quella relativa alle partite che deve fare con gli Juniori per arrivare poi alla licenza”.

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