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Ambrì Piotta

Poco concreto sotto porta, l’Ambrì vanifica il suo lavoro

Dopo un primo periodo timido i leventinesi alzano il ritmo e controllano le operazioni. Troppe però le occasioni sciupate davanti all’ottimo Säteri

Poco concreto sotto porta, l’Ambrì vanifica il suo lavoro

AMBRÌ – BIENNE

2-3

(0-0, 1-1, 1-2)

Reti: 31’37 Burren (Heponiemi, Kessler) 0-1, 32’42 Heed (Douay, Zaccheo Dotti) 1-1, 46’02 Rathgeb (Brunner) 1-2, 57’37 Haas 1-3, 59’58 Lilja (Pestoni, Spacek) 2-3

Note: Gottardo Arena, 6’558 spettatori
Arbitri: Stricker, Kaukokari; Schlegel, Cattaneo
Penalità: Ambrì 1×2, Bienne 5×2

Assenti: Isacco DottiDiego Kostner (infortunati), Laurent DauphinKilian ZündelValentin Hofer (sovrannumero)

AMBRÌ – Si chiedeva all’Ambrì Piotta di confermarsi dopo il primo successo dell’anno ottenuto contro il Kloten, e sul piano dell’iniziativa i biancoblù hanno sicuramente dato i giusti impulsi anche nella più impegnativa sfida contro il Bienne, ma alla fine agli uomini di Luca Cereda è mancata la più importante delle caratteristiche, ovvero la capacità di concretizzare il proprio gioco.

I correttivi in questo senso i biancoblù dovranno trovarli velocemente, perché siamo ora entrati nella fase in cui i punti iniziano a pesare sempre di più e bisogna badare soprattutto al sodo, ma in generale venerdì c’è stato poco da criticare ai leventinesi, fatta eccezione per il quarto d’ora iniziale.

L’avvio di gara sembrava infatti presagire una serata in cui sarebbe stato il Bienne a dirigere le danze, ed infatti nella frazione iniziale i leventinesi sono stati tenuti a galla da uno Juvonen eccezionale, che ha permesso l’Ambrì di scrollarsi di dosso un certo torpore ed iniziare pian piano a trovare ritmo.

Da un primo tempo dominato i seeläander non hanno tratto praticamente nulla di concreto, e questo purtroppo è successo anche ai leventinesi nella frazione centrale, controllata nettamente in termini di gioco ma terminata sul risultato di 1-1. Davvero tante le chance costruite dalle parti dell’ottimo Säteri – il portiere ospite è stato particolarmente lucido nel gestire il traffico davanti a lui concedendo pochi rebound – che già sul finale di primo periodo era stato impegnato in particolar modo da Lilja.

Proprio l’attaccante svedese può essere l’immagine della partita, con tante opportunità capitate sul suo bastone – alcune è stato bravo a costruirsele lui stesso, bisogna dirlo – ma poi vanificate dalla sua incapacità di trovare il gol, ed ora che le partite saranno sempre più importanti per l’Ambrì è fondamentale ritrovare il modo di spedire questi dischi in porta.

La volontà sicuramente non è mancata, con il Bienne che è stato anche costretto a bloccare una ventina di tiri, ma in termini di finalizzazione si è visto ancora qualche limite. Sicuramente importante è stato il gol di Heed, valso la pronta reazione dopo la “doccia fredda” rappresentata dalla rete di Burren in shorthand proprio nel miglior momento dei biancoblù, ma poi nelle altre fasi di pressione – a tratti pure arrembante – è mancata la finalizzazione.

Il powerplay nell’occasione non è riuscito ad affondare il colpo – certo il punto di Heed è arrivato in superiorità, ma non da una canonica azione degli special teams – e tra gli altri ha visto Eggenberger nel ruolo di tiratore, compito che è sembrato un po’ fuori dalle sue corde nonostante alcuni buoni passaggi di Spacek. Proprio il numero 25 è poi stato tra i protagonisti in negativo delle due segnature del Bienne – in combutta prima di Formenton e poi Heed – ed in generale non ha vissuto una gran serata.

Molto ispirata per produzione di gioco invece la partita del blocco LiljaSpacekPestoni, con il ceco autore della sua miglior prestazione da diverso tempo ed in generale la sua linea abile nel tenere il disco in profondità e costruire diverse combinazioni insidiose. Faticano invece ancora Heim, Bürgler e Kneubuehler, riuniti da qualche tempo ma che pure venerdì non sono riusciti a combinare molto. Anche a livello individuale nessuno dei tre appare in un buon momento di forma.

Complessivamente l’Ambrì Piotta ha comunque giocato una partita che “ai punti” avrebbe probabilmente meritato di vincere, visto che anche nel terzo periodo erano stati i padroni di casa ad iniziare meglio. Peccato per il ferro colpito da De Luca, che ha fatto il suo rientro molto in anticipo sui tempi e che dunque è stato centellinato dallo staff – poco meno di sette minuti per lui – ma che nei cambi che ha giocato ha lasciato il segno.

Il Bienne ha avuto sicuramente il merito di essere più cinico, visto che dopo aver mostrato un grande ritmo nell’avvio di gara ha perso la sua capacità di controllare la manovra, basandosi principalmente sul proprio gioco di transizione.

L’Ambrì il tanto lavoro svolto avrebbe però dovuto capitalizzarlo, e dunque alla terza sirena è rimasta solamente la consapevolezza di aver affrontato la sfida con il giusto spirito, il che è comunque una conferma positiva dopo i dubbi di inizio anno. A contare saranno però sempre di più i punti, e la concretezza delle proprie prestazioni.


IL PROTAGONISTA

Harri Säteri: Si è confermato in un ottimo periodo di forma il portiere del Bienne, bravissimo venerdì sera a fermare con grande freddezza le tante buone occasioni costruite dall’Ambrì. Ha impressionato in particolare la sua capacità di controllare i rebound e di leggere il traffico davanti a lui, ed infatti Lilja e compagni nemmeno da pochi passi sono riusciti ad abbattere il suo muro.


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HIGHLIGHTS

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