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Ambrì Piotta

Pezzullo: “Ho vissuto un periodo molto duro, ma l’infortunio mi ha fatto crescere”

Nella passata stagione il difensore era stato fermato da due commozioni cerebrali: “È stato difficile di digerire, ma ho superato la cosa grazie all’aiuto di staff, compagni e mental coach. Ora voglio guadagnarmi un posto”

L’ultima stagione è stata decisamente complicata per il difensore Rocco Pezzullo, fermato da una commozione cerebrale in un’amichevole di preparazione e poi nuovamente nella sfida contro l’Ajoie di fine ottobre. Due duri colpi che hanno messo alla prova l’oggi 22enne, che sta ora lavorando per cercare di ottenere un posto nella difesa dell’Ambrì Piotta.

“Il feeling è tornato quello di prima degli infortuni, mi sento molto bene”, ci ha spiegato Pezzullo. “Nel finale della passata stagione avevo già avuto occasione di giocare sia con i Rockets che nella squadra U20-Elit, e questo è stato importante per tornare in fiducia. Ora nelle prime amichevoli con l’Ambrì ho avuto sensazioni positive, spero di andare avanti così”.

Nel reparto difensivo ogni ruolo è da conquistare, una situazione ideale per te che vuoi rilanciarti?
“Sicuramente, tutti possono giocarsi le loro carte ed otterranno il ruolo che ci saranno meritati. Sul ghiaccio e in allenamento bisogna far vedere allo staff che si vuole giocare, questa è la cosa importante. Il mio obiettivo è naturalmente quello di far parte del lineup”.

Una delle cose più difficili degli infortuni è guardare i compagni giocare. Come avevi reagito a quella situazione?
“È stato un periodo molto duro per me. Mentalmente ho dovuto lavorare tanto, anche con psicologi e mental coach, perché la situazione era per me difficile da digerire. Anche quando non giocavo ho però sempre avuto il supporto dello staff e di tutti i compagni, dunque con il tempo ho iniziato a metabolizzare quanto mi era successo. Questo infortunio mi ha fatto crescere molto ed ora mi sento pronto per andare al 100% questa stagione”.

Quest’anno nel vostro staff c’è anche un mental coach, e tu sai quanto possa essere importante…
“Sicuramente è un buon aiuto che ci viene messo a disposizione. Quella del mental coach è una figura importante, e chi pensa che non lo sia è in errore… Anzi, direi che oggi questi sono degli aspetti fondamentali per uno sportivo”.

Ripensando all’infortunio con l’Ajoie, senti di aver imparato qualcosa? La lega ora è ancora più veloce e bisogna sempre essere pronti…
“È stata indubbiamente una lezione. Ho guardato la clip dell’infortunio migliaia di volte, ma sul ghiaccio di quel giocatore non avevo visto neanche l’ombra. Ho dunque lavorato tanto sul mio occhio debole, il destro, ed in generale c’è tanto che si può fare sul ghiaccio per farsi trovare pronti. Bisogna posizionarsi nelle zone corrette, andando in quelli che si considerano i propri punti forti. Se mi è rimasta la paura? Quello non direi, ho superato molto bene quella sensazione ed ora non ci penso più”.

Negli ultimi anni per te è stato difficile giocare con regolarità e progredire, vedi questa stagione come un nuovo inizio?
“Non la considero una partenza da zero, perché ho comunque alle spalle quasi 80 partite in National League e questa esperienza mi rimane. Sicuramente sono ancora giovane ed ho tanto da imparare, sono convinto che continuando a lavorare duro le cose arriveranno. In questo preseason voglio mostrare solidità ed efficacia in quelle cose che riesco a fare bene”.

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