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Lugano

Lugano, le valutazioni dei giocatori per la stagione 2022/23

LUGANO – È stata una stagione turbolenta quella che ha vissuto il Lugano, iniziata in maniera difficile e con il cambio di allenatore arrivato in tempi brevi. Con Luca Gianinazzi la squadra ha poi lavorato per crescere, arrivando a disputare infine dei pre-playoff e playoff che hanno saputo riportare entusiasmo alla Cornèr Arena.

Di seguito vi proponiamo la valutazione di tutti i giocatori bianocneri per quanto riguarda l’annata agonistica appena conclusa, con un breve commento dedicato ad ogni elemento della rosa.

PORTIERI

Mikko Koskinen (41 GP, 91.85 SV%, 2.48 GAA): Partito subito forte ha mostrato di avere numeri di caratura internazionale, ma poi ha faticato a ritrovare le migliori sensazioni quando Schlegel si è preso la scena. Nel finale di regular season, nei preplayoff e nei playoff però si è rivisto il miglior Koskinen, capace di rubare le partite e di infondere grande sicurezza alla difesa con la sua personalità. Il finlandese ci ha abituati anche a qualche errore banale o serate storte (il primo tempo contro il Friborgo a gennaio, quando però è emerso in seguito che soffriva di un infortunio al piede), ma quando è stato in serata è risultato intrattabile, e nel futuro forse andrà gestito meglio il dualismo con Schlegel sulla lunga distanza. Forse il piccolo punto debole del 34enne, che ha sempre dato il meglio di sé sotto pressione e su una serie di cinque-sei partite in fila.

Niklas Schlegel (22 GP, 90 SV%, 2.77 GAA): In autunno sembrava quasi perso, le prestazioni di Koskinen lo avevano relegato in panchina e alcune partite non sembravano presagire molto di buono. Poi però, con il lavoro dello staff tecnico e di Michael Lawrence e con una grande dose di pazienza, il numero 34 ha saputo attendere di nuovo il suo turno e ha infilato delle bellissime settimane di campionato, meritandosi il rinnovo da parte del club bianconero. Sul finale di stagione ha di nuovo perso il posto non a causa sua ma per merito delle capacità di Koskinen, e Gianinazzi può dormire tranquillo verso il futuro sapendo di aver recuperato un portiere svizzero di assoluto valore.

Thibault Fatton (1 GP, 71.4 SV%, 4,79 GAA): Una sola partita ingiudicabile, poi il prestito a Zugo e l’infortunio. Stagione da dimenticare per lui.

DIFENSORI

Bernd Wolf (55 GP, 1 gol, 5 assist, +1): Il “soldatino” della difesa bianconera. L’austriaco mostra a volte alcuni limiti tecnici, ma non si è mai tirato indietro quando c’è stato da battagliare. La sua piccola statura non lo aiuta in certi contesti e per un lungo periodo tra novembre e gennaio ha faticato parecchio, riprendendosi assieme a tutto il gruppo nel finale. Va spesso in difficoltà quando cerca le giocate complicate e supera determinati minutaggi di gioco, ma come difensore “complementare” è stato ancora una pedina utile, soprattutto quando lo staff tecnico ha capito che alcuni giovani non avevano ancora il livello per giocarsi il posto in National League.

Elia Riva (52 GP, 2 gol, 8 assist, +3): Forse ha veramente bisogno di cambiare aria per fare finalmente lo step successivo tanto atteso. In partenza verso Zugo il numero 37 ha vissuto una stagione piuttosto negativa, facendo anche dei passi indietro evidenti sul piano della continuità e dell’affidabilità, rendendosi protagonista di errori a volte inspiegabili. La cosa è pesata sulla sua stagione, dato che anche Luca Gianinazzi non ha esitato a lasciarlo in tribuna in diverse occasioni soprattutto in inverno inoltrato, ma anche quando ha ritrovato il ghiaccio nei playoff ha continuato a non convincere.

Samuel Guerra (58 GP, 1 gol, 7 assist, 0): Diversi mesi anonimi, a volte in pista per il semplice compitino, il difensore ticinese è letteralmente scattato a razzo sul finale di stagione per poi raggiungere il top della forma nei playoff contro il Ginevra dove è stato uno dei migliori del Lugano in assoluto, sia sul piano difensivo che su quello offensivo (primo gol in maglia bianconera e diverse proiezioni in avanti con la famosa traversa a Les Vernets in Gara-3) ma anche su quello della personalità, diventando un vero leader che ha mostrato perché ha vinto tre titoli svizzeri nella sua carriera. Si spera di vedere subito l’ultimo Guerra già a partire dal prossimo settembre.

Mirco Müller (60 GP, 0 gol, 14 assist, +14): Un periodo di appannamento lo ha passato anche l’ex NHL, tra dicembre e gennaio soprattutto, ma il numero 25 si è rivelato comunque un leader imprescindibile per la difesa del Lugano. Non ha segnato nemmeno una rete, ma nel reparto arretrato bianconero non va chiesto a lui di fare punti, e sul piano prettamente di contenimento, difesa in uno-contro-uno e primo passaggio in uscita rimane uno dei migliori del campionato svizzero, capace come pochi di sfruttare la sua stazza anche nel giocare il disco. Cresciuto a febbraio, nei playoff ha giocato alcune partite di altissimo livello risultando sempre lucido nonostante fosse tra i giocatori più utilizzati.

Calle Andersson (46 GP, 6 gol, 11 assist, -5): Partito benissimo, è stato frenato da un infortunio in autunno e al suo rientro non è riuscito subito trovare le migliori sensazioni. Un po’ timido sul fronte delle proiezioni offensive ha badato per diverso tempo soprattutto al sodo cercando di limitare certi svarioni che ne avevano caratterizzato il suo periodo al Berna, risultando però nullo verso l’attacco. Si è visto il miglior Andersson solo a tratti nel postseason, quando ha preso coraggio ed è tornato anche a fare male nello slot avversario, senza però trovare la necessaria continuità. Gli restano comunque un potenziale molto elevato e un attaccamento alla realtà non indifferente.

Santeri Alatalo (60 GP, 6 gol, 20 assist, -1): Ha ancora potuto produrre un buon bottino di punti tra cui molti assist – diversi in seconda comunque – ma è risultato meno decisivo sul fronte offensivo in generale. Nel postseason si è registrato anche lui seppure con qualche piccolo errorino qua e là, ma per lunghi periodi in regular season è stato disastroso, addirittura inguardabile in alcune occasioni tanti erano i suoi errori con il disco sul bastone. Questione di pressione? Fiducia? Non si sa, fatto sta che un giocatore del suo calibro è atteso a una prossima stagione che rispecchi la prima in maglia bianconera, quando era leader in personalità e decisivo sul ghiaccio con molta più continuità e non solo a sprazzi.

Lukas Klok (26 GP, 5 gol, 7 assist, +8): Un bel colpo invernale quello del nazionale ceco, rivelatosi l’uomo giusto al posto giusto per stabilizzare la difesa ballerina dei bianconeri. Il 27enne ha immediatamente preso in mano la situazione con personalità, diventando subito un leader del reparto arretrato, inserendosi al meglio nella nuova realtà mostrando ottime doti di all rounder, soprattutto in regular season, dove ha trovato anche un buon bottino di punti. Giocatore importante pure sul piano caratteriale è giunto ai playoff con il Ginevra un po’ in affanno e in calo di lucidità, pagando forse gli sforzi di gennaio e febbraio – risultando comunque il giocatore più utilizzato da Gianinazzi – dopo un inizio di stagione in cui aveva giocato poco tra AHL e Svezia, ma il suo contributo si è rivelato decisivo per portare il Lugano nel postseason.

Oliwer Kaski (20 GP, 0 gol, 4 assist, -9): La grossa delusione del mercato bianconero e in generale uno dei peggiori flop del campionato. Il curriculum parlava per lui e non si può criticare chi lo ha ingaggiato visti i numeri di altissimo livello, ma il finlandese non si è mai calato nella realtà bianconera, soffrendo pure dopo il cambio di allenatore ad ottobre. Mai un sussulto, mai un picco di personalità e pochissimi punti (zero reti), per colui che doveva rappresentare un punto di forza del Lugano e si è invece rivelato uno dei problemi principali.

Jari Näser, Nicolò Ugazzi, Alessandro Villa, Gabriel Mini: Non giudicabili

ATTACCANTI

Mark Arcobello (48 GP, 11 gol, 17 assist, -12): In prima fila nella “rivolta” contro Chris McSorley in estate e autunno, il capitano bianconero ha vissuto la stagione più difficile da quando è giunto in Svizzera, praticamente dimezzando il suo bottino di punti da un’annata all’altra. Aldilà delle reti e degli assist lo statunitense è risultato impalpabile anche sul piano della personalità per tutta la regular season, apparendo (almeno per ciò che si vedeva sul ghiaccio) abulico e timido anche in funzione del suo ruolo di capitano. Tenuto fuori da un infortunio nell’ultima parte di campionato è rientrato nei playoff per le ultime due partite contro il Ginevra, senza riuscire a dare un grosso contributo. Sarà da valutare per il futuro il suo collocamento nel pacchetto di stranieri del Lugano, perché i bianconeri hanno bisogno di ben altro su ogni fronte dal primo centro e capitano della squadra.

Daniel Carr (38 GP, 14 gol, 7 assist, +4): Dalla “diatriba medica” al ritorno sul ghiaccio dopo la lunga assenza, il 31enne ci ha messo parecchio a ritrovare la forma giusta, debilitato a lungo da una convalescenza che ne ha fatto perdere esplosività e forza fisica, nonché anche un po’ di coraggio nell’affrontare i colpi più duri, comprensibile dopo la commozione cerebrale. Solo nel postseason si è visto il miglior Carr, finalmente decisivo, continuo e capace di sfruttare il suo fiuto del gol, risultando tra i migliori della squadra contro il Ginevra dopo aver affinato una grande intesa con i compagni di linea, in particolare con Zanetti. Se il Carr visto nelle ultime settimane potrà confermarsi in futuro (con una preparazione intera) allora il Lugano potrà continuare a contare su uno straniero di peso, oltretutto molto coinvolto anche emotivamente nella realtà bianconera, fattore molto importante per un giocatore d’importazione.

Brett Connolly (45 GP, 12 gol, 26 assist, +5): Arrivato a inizio stagione per sopperire all’assenza di Carr, il canadese ha messo a segno un ottimo bottino di punti, ma pochi giocatori come lui hanno saputo dividere la critica e i tifosi bianconeri. Spesso additato come “pigro” o poco coinvolto, Connolly ha alternato partite di alto livello ad altre in cui è sparito e si è mostrato solo per alcune giocate di sufficienza, ma ha comunque saputo portare la tenuta da topscorer per diverse settimane, quando la sua classe e visione di gioco sono state comunque evidenti ed ha messo a segno tanti punti decisivi e pesanti, soprattutto tra novembre e dicembre. Sarebbe stato interessante vederlo nel contesto dei playoff e capire se avesse davvero un “interruttore” da postseason, ma è stato messo ai box da un infortunio. In scadenza di contratto, è probabile che non lo rivedremo alla Cornèr Arena nella prossima stagione.

Kris Bennett (35 GP, 12 gol, 12 assist, +1): Arrivato per giocare nei Ticino Rockets, il canadese ha subito stupito quando schierato con il Lugano a causa degli infortuni, scendendo sempre in pista con grande grinta e determinazione. Alla lunga ha sofferto un po’ la fisicità e il grande ritmo del campionato, ma quando è stato richiamato per il postseason da Gianinazzi è sembrato ancora in crescita, aiutato da mezzi tecnici notevoli con il disco sul bastone. Fino all’infortunio in Gara-3 a Ginevra è stato uno dei giocatori più decisivi e determinanti della squadra e nelle ultime partite della serie la sua combattività e il ritmo che è riuscito a raggiungere con la crescita a livello di pattinaggio sono sicuramente mancati moltissimo al Lugano. Partirà verso la Germania, probabilmente per volontà sua, ma sarebbe potuto essere una pedina interessante nel Lugano di Gianinazzi.

Troy Josephs (50 GP, 6 gol, 15 assist, +1): Dalla sorpresa della scorsa stagione al ruolo da comprimario – con periodo passato a Biasca – vestito nell’annata appena conclusa, in un ruolo che detto chiaramente può e dovrebbe essere ricoperto da un giocatore svizzero. Il meglio lo ha dato quando Luca Gianinazzi lo ha messo nel quarto blocco per dare profondità alla squadra, ma in questo caso (seppur si sia fatta di necessità virtù) è stata una licenza straniera sprecata per l’apporto alla squadra. Il canadese ha messo a segno solo 6 reti, sparendo dai radar per diverso tempo e sbagliando veramente tanto durante i playoff, seppure con il merito di aver segnato il gol decisivo in Gara-2 contro il Friborgo. Avesse mantenuto gli standard della scorsa stagione sarebbe stato perlomeno da discutere, ma alla squadra bianconera serve ben altro e appare chiaro come Josephs non appaia più adatto nel contesto bianconero.

Marco Müller (51 GP, 8 gol, 29 assist, +3): Il colpo svizzero di Hnat Domenichelli è inizialmente passato sotto una certa coltre di sottovalutazione soprattutto da parte dei tifosi, ma arrivando da topscorer rossocrociato dei campioni dello Zugo, Müller ha portato tanta qualità e leadership, sacrificandosi sempre per la squadra in qualunque ruolo abbia dovuto giocare. Il meglio lo ha dato come centro al fianco di Granlund, quando non ha trovato un grande bottino di reti ma si è messo in luce per il suo lavoro e l’intesa con il finlandese, terminando la regular season con ben 28 assist (terzo miglior svizzero del torneo). Nei playoff con il Ginevra è arrivato un po’ acciaccato e non è riuscito ad esprimersi ai livelli a cui ci aveva abituati in regular season, ma il 29enne dopo una stagione è già indiscutibilmente uno dei leader della squadra, nonché pedina fondamentale per l’attacco bianconero.

Luca Fazzini (60 GP, 12 gol, 15 assist, -9): Ha faticato parecchio a trovare il feeling con il gol, passando lunghi periodi di inconsistenza, pagando pure personalmente la fatica della squadra ad allestire un power play funzionante, esercizio in cui il numero 17 sa dare il meglio di sé. Gli va dato atto che durante la stagione non ha mai mancato di lavorare per i compagni, fino a reinventarsi in un ruolo più profondo di quello da scorer che vestiva spesso e volentieri, per poi rivelarsi uno dei più attivi a tutta pista nel postseason. Le sue qualità però sono quelle di un giocatore letale sotto porta e arma imprescindibile per un power play vincente e le sue reti sono mancate tantissimo a un attacco che ha fatto una fatica incredibile a tramutare le tante occasioni create in gol. Nel futuro andrà ritrovato il Fazzini capace di togliere le ragnatele alle porte con il suo tiro micidiale, uno dei migliori in assoluto in Svizzera.

Markus Granlund (54 GP, 24 gol, 29 assist, +4): Le due estremità della sua stagione sono state caratterizzate da uno stato di forma non ottimale, prima per riprendersi da un infortunio subito la scorsa primavera, poi per un malanno che lo ha debilitato fortemente nelle ultime partite di playoff dopo essere rientrato. Nel mezzo però i tifosi hanno potuto ammirare un giocatore di classe mondiale, non spettacolare ma concreto, capace di fare ogni cosa alla giusta maniera e con tempistiche di visione di gioco che vanno ben oltre la media del campionato, rivelandosi come il giocatore più completo della rosa bianconera. Cresciuto esponenzialmente in inverno con il picco – altissimo – trovato nei preplayoff contro il Friborgo, Granlund ha messo a segno tante reti, moltissime pesanti, con mira infallibile nei rigori e in generale a tu per tu con il portiere. Il 29enne rappresenta il pilastro più solido della squadra che andrà ricostruita, un campione imprescindibile.

Marco Zanetti (55 GP, 7 gol, 11 assist, +1): La grande rivelazione stagionale è rappresentata dal giovane attaccante varesino del Lugano. Portato in prima squadra da Chris McSorley ma “battezzato” sul serio da Luca Gianinazzi, il piccolo numero 11 si è rivelato un attaccante difficilissimo da fermare per la sua velocità ma anche per la capacità di stare impiantato sui pattini nei contrasti con giocatori anche ben più pesanti e forti fisicamente. Zanetti non è solo velocità ed energia, ma anche intelligenza di gioco e capacità di adattamento a tutti i compagni che si è trovato a fianco, confermando anche il suo fiuto offensivo con un bottino di 7 reti e 11 assist che ne fanno il miglior esordiente di sempre in maglia bianconera. Ha ovviamente ancora tanto da lavorare, per esempio su un tiro ancora sotto la media, ma il futuro è tutto suo e della sua grande volontà.

Giovanni Morini (56 GP, 13 gol, 9 assist, -13): Per un certo periodo anche il numero 23 ha faticato parecchio a trovare le giuste dinamiche e le energie, giocando spesso in maniera più difensiva che altro non riuscendo a sfruttare le sue caratteristiche e subendo troppo con la sua linea. Poi da Natale via l’italiano ha cambiato marcia, si è trovato i nuovo molto più brillante fisicamente ed ha cominciato pure a trovare reti molto pesanti nel finale di stagione, quando è stato uno dei trascinatori del Lugano nella corsa verso il decimo posto. Contro il Ginevra è stato uno di pochi a reggere alla pari lo scontro fisico con diversi suoi avversari, ma in sostanza nel 2023 siamo tornati a riammirare il miglior Morini, trascinatore indomito e anche scorer nei momenti decisivi.

Calvin Thürkauf (60 GP, 14 gol, 12 assist, -5): Partito abbastanza bene ad inizio stagione, il Thürkauf ammirato la scorsa stagione lo si è visto solo nei playoff. Per la maggior parte della regular season l’ex Columbus ha litigato con la rete, ha sbagliato cose banali ed è sembrato soffrire particolarmente della situazione difficile in cui si era infilata la squadra, cercando spesso e volentieri la soluzione personale che non porta quasi mai a nulla. Poi, appena prima dei preplayoff, è stato responsabilizzato da Gianinazzi a portare i galloni da capitano per via dell’assenza di Arcobello e da lì via si è visto un altro Thürkauf, più sicuro di se stesso, capace finalmente di ritrovare il feeling con la rete con più regolarità e mostrare un carattere vincente e forte, quello dei tempi migliori.

Raphael Herburger (58 GP, 2 gol, 9 assist, -3): Non si è mai tirato indietro e in particolare sotto la guida di Luca Gianinazzi si è adattato a qualunque ruolo, anche nel quarto blocco, mostrando particolare attaccamento alla causa. Il problema è che la produttività dell’austriaco è minima rispetto alla mole di lavoro, soprattutto a causa della sua proverbiale mancanza di killer instinct. Può essere un buon jolly in una squadra più profonda, ma nello scacchiere del Lugano il 34enne fatica ora a trovare una sua collocazione, detto anche che come centro fa piuttosto fatica agli ingaggi. Alcuni rumors lo volevano sul piede di partenza, è possibile che venga sostituito da uno dei giovani in arrivo alla Cornèr Arena.

Julian Walker (14 GP, 0 gol, 1 assist, -1): Ha saltato praticamente tutto il 2022 per il brutto infortunio rimediato la scorsa stagione a Zurigo e la sua presenza è mancata terribilmente, sia sul piano fisico che della leadership. Frenato ancora per un paio di settimane appena rientrato, il 36enne ha però dimostrato di potersi meritare appieno un posto nel line up, grazie a delle caratteristiche fisiche e di pattinaggio che ne fanno uno specialista del forechecking, nonché una personalità che nei playoff contro il Ginevra ha saputo tenere testa alle provocazioni avversarie. Sarà ancora utilissimo nel Lugano che verrà.

Jeremi Gerber (51 GP, 1 gol, 8 assist, 0): L’ex Berna ha caratteristiche interessanti, soprattutto sul piano fisico, ma ha faticato parecchio a trovare stabilità nel line up del Lugano, risultando spesso sul foglio partita qualche tredicesimo attaccante. Ha un buon potenziale come forechecker, ma fatica tremendamente a vedere la porta, e dovrà lavorare molto in vista di una concorrenza che si farà ancora più agguerrita in futuro.

Stephane Patry (23 GP, 1 gol, 0 assist, -1): Ha delle buone qualità il numero 78 bianconero, sia sul piano atletico che quello tecnico e potrebbe in futuro diventare un giocatore interessante. In questa stagione è stato debilitato da diversi infortuni, tra cui l’ennesima commozione cerebrale che lo ha tenuto fuori per mesi, ma una volta rientrato ha mostrato buoni numeri, tra cui una certa “sfacciataggine” e un caratterino che non guastano mai.

Yves Stoffel (24 GP, 1 gol, 0 assist, -5): Era atteso a un passo avanti, invece ne ha fatti un paio indietro. Capace finalmente di trovare la prima rete in National League nel primo successo di Luca Gianinazzi, l’ex EVZ Academy non ha saputo farsi largo nella concorrenza e quando è stato chiamato in prima squadra non ha più lasciato il segno dopo quel gol, facendosi ricordare solo per quel grave errore di supponenza e superficialità costato una rete nella sconfitta di Rapperswil a gennaio.

Loic Vedova (36 GP, 0 gol, 0 assist, -8): Tenuto sempre di “picchetto” in caso di infortuni, non si è mai tirato indietro e ha sempre lottato come un leone. Purtroppo soffre sempre di più il livello e la fisicità di National League e ha chiuso la stagione senza alcun punto.

Riccardo Werder, Gregory Bedolla e Gianluca Cortiana: Non giudicabili.

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