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Lugano

Lo Zugo vince gara 7, il Lugano è al capolinea della stagione

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ZUGO – La semplice crudeltà dei playoff ha emesso il suo verdetto: Zugo in semifinale, Lugano in vacanza forzata. Ancora una volta l’avventura dei bianconeri termina allo stadio dei quarti di finale, ma mai come questa stagione l’esito è stato incerto fino all’ultimo. Le emozioni e l’incertezza che queste due squadre hanno regalato ai propri tifosi sono state impareggiabili, e alla fine un vincitore doveva pur esserci.

Nella partita decisiva il Lugano si è presentato praticamente al completo, con di nuovo Morant tra le sue fila. E proprio il francese era molto atteso per la sua capacità di mettere la sfida sul livello muscolare e per la maniera efficace con cui aveva sinora quasi annullato del tutto Linus Omark, l’uomo più temuto tra quelli di Shedden.

Nonostante il Lugano ci abbia messo la grinta e i muscoli, lo Zugo ha impostato la gara su un ritmo forsennato, buttandosi in avanti a capofitto ma riuscendo anche a garantire la dovuta copertura a Markkanen. E il Lugano ha fatto una tremenda fatica a trovare degli spazi per giungere sul portiere finlandese, dovendo sempre girare al largo grazie all’ottimo fore checking dei padroni di casa.

DSC_7375(© A. Branca)

Se il primo periodo è terminato solo sul 1-0 in gran parte lo si deve a Flückiger, che nonostante le tre reti incassate ha forse disputato il miglior incontro della stagione. Nel secondo periodo il Lugano ha tentato perlomeno di adattarsi il ritmo infernale degli svizzero centrali ma riuscendoci solo in parte, dovendo anche garantire la necessaria protezione al proprio portiere. Poi improvvisamente è arrivato il pareggio ospite con Linglet, che ha sfruttato una sgroppata e un bellissimo assist di Mclean, e finalmente ci si poteva aspettare un Lugano che giocasse alla pari del suo avversario.

Ma una penalità sul conto di Morant ha subito spezzato l’equilibrio, regalando in maniera fortunosa la rete del nuovo vantaggio allo Zugo. Il Lugano ha comunque guadagnato fiducia e temperamento dal provvisorio pareggio di Linglet, ma a spegnere ogni bollore ci ha pensato il terzo gol dello Zugo – in realtà un’autorete di Vauclair – e da lì in poi, nonostante i bianconeri ce la mettessero tutta, sembravano non averne più. L’assalto finale è stato portato con convinzione sì ma senza lucidità e con le gambe tagliate, contro uno Zugo esaltato e galvanizzato. La quarta rete a porta vuota è stata poi pura cosmesi.

Eishockey NLA / HC Ambri Piotta - EV Zug(© Y. Leonardi)

È finita così, con il Lugano più meritevole sull’arco della serie ma non nell’ultimo match, dove va riconosciuto che lo Zugo ha veramente giocato “la partita”. Ma le recriminazioni bianconere non devono venire dall’ultimo atto, bensì dalle sciagurate gare 4 e 5, in cui si è fatto recuperare i vantaggi, anche doppi, per poi venire sconfitto. Anche questo è un segno che la squadra ancora non è ancora assemblata in ogni tassello per essere veramente vincente, perché spesso a mancare è stato l’apporto di quei due o tre giocatori che nei play off devono contribuire a rendere la squadra competitiva fino in fondo.

E questi difetti – pur avendoli limati non di poco, e questo va riconosciuto a Huras – il Lugano se li è portati dalla regular season, in particolare l’incapacità di gestire i risultati e di giocare le sfide fino in fondo. Inutile dire che i futuri bianconeri Fritsche e Walsky – oltre a Kparghai – conoscendoli e entrambi di indole nordamericana, porteranno in squadra tutto un altro carattere rispetto a alcuni partenti o probabili tali, e non sono stati scelti a caso per completare un progetto di squadra vera e vincente.

DSC_4969(© A. Branca)

Questo non vuole essere un attacco verso qualcuno in particolare, ma è semplicemente la constatazione che la natura e il carattere di alcuni giocatori non sono adatti a certi progetti che prevedono ambizioni molto alte.

Ma ora è inutile star qui a parlare dei singoli, per i bilanci ci sarà tempo in altre sedi, ora è tempo di metabolizzare l’eliminazione, e anche di cominciare a costruire la prossima stagione, quella che dovrà essere per forza un rilancio ai massimi livelli.

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