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Ambrì Piotta

L’Ambrì ritrova la rabbia per vincere, il Ginevra è battuto

I biancoblù battono per la terza volta il Servette al termine di un match a tratti caotico ma di sostanza. Epilogo in bagarre, Ciaccio festeggia il secondo shutout

L’Ambrì ritrova la rabbia per vincere, il Ginevra è battuto

AMBRÌ – GINEVRA

2-0

(0-0, 1-0, 1-0)

Reti: 24’25 Zwerger (Nättinen, Müller) 1-0, 50’19 Kneubuehler (Hächler) 2-0

Note: Valascia, porte chiuse. Arbitri Wiegand, Salonen; Altmann, Stalder
Penalità: Ambrì 10×2′ + 2×5′ + 2×20′, Ginevra 9×2′ + 3×5′ + 4×20′

Assenti: Patrick IncirMatt D’AgostiniBenjamin ConzElias BianchiElia Mazzolini (infortunati), Christian Pinana (Rockets), Dario RohrbachStanislav Horansky (sovrannumero)

AMBRÌ – Prima di imparare a vincere bisogna imparare a perdere, si suol dire. E se da un lato il Ginevra si è dimostrato troppo frustrato per accettare la sconfitta nell’epilogo “da saloon”, dall’altro l’Ambrì Piotta ha nuovamente dato prova di una certa maturità dopo la serataccia di Rapperswil. I biancoblù avevano infatti incassato la scoppola e sono tornati al lavoro, venendo premiati martedì con una vittoria ruvida e di sostanza.

Che non si sarebbe puntato sullo sterile fioretto lo si era d’altronde chiaramente intuito già dalla lettura del lineup, con l’esclusione di Horansky e Rohrbach per fare spazio a Kneubuehler e Dal Pian in seconda linea, con Cereda che ha dunque lanciato nuovamente un chiaro messaggio alla sua squadra.

L’inizio di partita non è però stato tra i più brillanti. Il Ginevra si è dimostrato bravo nel dare verticalità al suo gioco vanificando il forecheck locale uscendo dal terzo con veloci passaggi, mentre l’Ambrì è apparso un po’ troppo leggero per dare all’incontro l’impronta voluta.

Già dagli ultimi 5 minuti del primo periodo i biancoblù sono però riusciti ad esprimersi meglio, pur dopo aver visto Trisconi avere la peggio da un contrasto con Tömmernes.

L’intervento è valso allo svedese la penalità di partita, anche se il suo gesto non è sembrato cattivo e di base nemmeno strettamente pericoloso, perché effettuato a diversi metri dalla balaustra di fondo. L’attaccante biancoblù ha però perso l’equilibrio ed ha avuto anche un po’ di sfortuna, finendo il suo percorso con una brutta botta che ha segnato la fine della sua serata.

Il resto della gara ha poi avuto ben poca linearità, con tantissime penalità a spezzare il ritmo delle operazioni e a rendere impossibile il ciclo delle varie linee (Zaccheo Dotti ha fatto anche alcuni cambi da attaccante vista l’assenza di Trisconi, e per un breve periodo anche di Grassi), con le due squadre che non hanno però mai trovato la lucidità necessaria per punire l’indisciplina avversaria.

In tutto questo comunque l’Ambrì il gol l’ha trovato, e poco importa se ci è voluta un po’ di fortuna – ovvero una deviazione di Völlmin – per vedere il disco messo in mezzo da Zwerger finire alle spalle di Descloux.

Il vantaggio ha rappresentato un momento importante ma la partita non ha praticamente mai preso una direzione precisa, ed il risultato ha continuato ad essere una variabile imprevedibile praticamente sino alla fine. Entrambe le squadre hanno infatti avuto parecchie opportunità per trovare la rete – facendo pure vibrare in più di una circostanza i ferri delle porte – ed è soprattutto in powerplay che i biancoblù possono recriminare per non essere stati più concreti.

Qualche combinazione interessante la si è vista, ed anche Nättinen è riuscito a rendersi più pericoloso del solito, anche se il suo letale tiro al volo innescato da Zwerger è uno schema forse già troppo conosciuto e che oramai non vediamo riuscire da un po’. A trovare il raddoppio è così stato Kneubuehler, autore di una bella deviazione su tiro di Hächler, e da quel momento l’Ambrì è riuscito a dare un po’ più di calma e ordine alle operazioni.

A voler sottolineare ciò che poteva andare meglio, oltre alle fasi di powerplay si possono chiamare in causa gli ultimi minuti, in cui i biancoblù hanno regalato due grandissime opportunità al Ginevra nonostante avessero un uomo in più sul ghiaccio, rischiando di far riaprire in extremis una sfida già in cassaforte. C’è poi stata anche quella penalità per cambio scorretto durante un 5-contro-3, ma sono tutti errori commessi da un gruppo che ogni tanto ha bisogno di inciampare per riuscire a crescere.

Furibondo invece il finale, con la bagarre scatenatasi davanti alla panchina del Ginevra che ha portato ad una miriade di sanzioni e penalità di partita, e che indubbiamente sfocerà a bocce ferme anche in alcune squalifiche. Dall’altro lato della pista festeggiava invece Damiano Ciaccio, autore del suo secondo shutout stagionale, arrivato al termine di una gara in cui l’Ambrì ha saputo lottare ed anche usare la “clava” in alcune occasioni.

È stata una partita ben lungi dall’essere perfetta, ma a livello di attitudine e combattività la squadra di Cereda ha ritrovato il filo del discorso dopo averlo perso completamente nella serata di Rapperswil. Ogni tanto capitano anche serate così, in cui si deve sgomitare per uscire vincitori da situazioni intricate, ed in questo caso la volontà è l’unica via.


IL PROTAGONISTA

Brian Flynn: Non era chiamato ad un compito facile, ovvero quello di guidare una seconda linea inedita Kneubuehler e Dal Pian che aveva il compito di lanciare un chiaro messaggio anche a livello di filosofia di gioco.

Il numero 10 ha svolto bene il compito, giocando una partita solida e ordinata, facendo bene quelle piccole cose che purtroppo a volte non balzano subito all’occhio. Ottimo agli ingaggi, non si è risparmiato nemmeno nell’epilogo, quando ha dovuto alzare le mani nella bagarre finale.


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HIGHLIGHTS

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