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Ambrì Piotta

L’Ambrì è più concreto e fa suo il derby, terzo KO filato del Lugano

AMBRÌ – LUGANO

3-1

(2-0, 0-1, 1-0)

Reti: 3’12 Lauper (Adam Hall) 1-0, 4’44 Lhotak (Emmerton, Mäenpää) 2-0, 28’46 Steinmann (Pettersson) 2-1, 57’49 Mäenpää (Emmerton, Giroux) 3-1

Note: Valascia, 6’500 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Stricker, Wehrli; Fluri, Kaderli
Penalità: Ambrì 3×2′, Lugano 3×2′

AMBRÌ – Il derby è sempre un match speciale e carico di contenuti, specialmente quando le due squadre si presentano all’appuntamento con stati di forma differenti. Da una parte si aveva un Ambrì reduce dalla vittoria di Davos ed apparso in crescita nelle ultime uscite, mentre dall’altra il Lugano giungeva da una serie di sconfitte che aveva già creato qualche malcontento dalle parti della Resega.

Al termine di un incontro disputato a viso aperto da entrambe le formazioni, a prevalere per 3-1 è stato l’Ambrì, rivelatosi più cinico nello sfruttare le occasioni avute all’opposto di un Lugano che ha a lungo avuto il controllo del disco ma ha faticato a convertire.

Con i padroni di casa scesi sul ghiaccio con la stessa formazione che aveva conquistato la prima vittoria piena 24 ore prima ed i sottocenerini che hanno dovuto rinunciare a Vauclair (al suo posto di nuovo Romanenghi in formazione), la sfida tra le due potenze cantonali ha da subito offerto molte emozioni.

Dopo alcune chances mancate, al 3’12 a trovare il gol per primi sono stati i biancoblù grazie ad un secco slap al volo di Lauper subito dopo l’ingaggio. Il gol ha lanciato i leventinesi, che sulle ali dell’entusiasmo hanno continuato a spingere sul gas, mettendo in difficoltà la poco reattiva difesa bianconera.

Logica conseguenza il gol del 2-0 messo a segno da Lhotak ad appena 1’32 di distanza dalla rete d’apertura, con Emmerton che è stato il più lesto ad aggirare la porta e servire il ragazzo ceco dopo una prima respinta di Manzato sul tiro di Mäënpää.

La rete, convalidata dagli arbitri solo dopo aver consultato il video, ha risvegliato il Lugano che, anche beneficiando della piccola pausa, ne ha approfittato per riorganizzare le idee. Così, complici anche due penalità, gli uomini di Fischer hanno messo a ferro e fuoco il terzo biancoblù per diversi minuti, venendo però nell’occasione fermati da un grande Zurkirchen.

La sterile pressione dei bianconeri è continuata anche nel secondo periodo, con i sopracenerini che hanno sofferto il ritmo indiavolato imposto dagli ospiti, che spesso e volentieri hanno però cercato a testa bassa il gol limitandosi a giostrare addirittura a due linee.

Nonostante una difesa che nell’occasione non ha fatto acqua, e che si è anzi distinta per solidità e disciplina, i leventinesi sono crollati per la prima volta al 28’46, quando Steinmann ha trovato con un gran tiro a incrociare il punto del 2-1.

La rete ha momentaneamente risvegliato l’Ambrì, che con Bastl e Emmerton ha sfiorato il 3-1 in contropiede, ma il pallino del gioco è rimasto saldamente tra le mani di Pettersson e compagni. Proprio la prestazione del bomber svedese ha dell’incredibile, con il casco giallo sul ghiaccio praticamente a cambi alterni ma sempre lucido nei movimenti.

Il terzo tempo è proseguito sulla falsa riga dei precedenti, ovvero con un Lugano proteso all’offensiva e con un Ambrì chiuso in difesa e sorretto da uno Zurkirchen in stato di grazia. L’impressione destata dai bianconeri è stata quella di una squadra un po’ disunita, con gli schemi d’attacco che si sono basati più sul colpo di genio del singolo (Brunner e Pettersson in particolare) piuttosto che sul gioco corale, e questo ha reso il compito più facile alla retroguardia casalinga.

Quando poi al 57’49 Mäënpää ha segnato il definitivo 3-1 in power play (espulso Ulmer per simulazione) con una vera e propria sassata dalla blu, è apparso ormai chiaro che il derby fosse definitivamente chiuso.

Se da una parte questa è una vittoria che conferma quanto di buono visto sin qui per quanto riguarda l’Ambrì, dall’altro lato della medaglia abbiamo un KO che amplifica i cattivi pensieri sorti a causa del deludente avvio di campionato in riva al Ceresio.

Per quanto riguarda i biancoblù lodevole la partita del già menzionato Zurkirchen, da vero lottatore quella di Hall (spesso il numero 14 si è sacrificato in una sorta di marcatura a uomo su Pettersson) e sempre più da leader quella di Emmerton. Continua a mancare l’apporto offensivo della prima linea (Pestoni e Giroux piuttosto impalpabili), ma finchè la squadra potrà contare su quattro linee equilibrate il problema sarà parzialmente limitato.

Sul fronte bianconero molti gli spunti offerti dai frombolieri Pettersson e Brunner, unici perni della manovra luganese, mentre non si sono visti molto Klasen e Martensson. Impressionanti alcune accelerazioni di Hofmann, mentre desta qualche preoccupazione la difesa, che in aggiunta a qualche ingenuità di troppo sembra faticare nell’uscire dal proprio terzo.

In vista del match di venerdì con il Friborgo, Pelletier potrà lavorare con una squadra con il morale alle stelle e reduce da un difficilmente pronosticabile weekend da sei punti.

A Fischer toccherà invece capire e risolvere cosa non va in questo Lugano, una squadra sulla carta davvero temibile ma che in questo avvio di stagione sta faticando terribilmente nel trovare gli equilibri necessari (quattro sconfitte in cinque partite). La qualità evidentemente non manca ed il campionato è solo all’inizio, ma per evitare un finale di stagione con il fiatone bisogna cominciare ad agire da subito.

fattore2
UNO STERILE “TWO MEN SHOW”: Che Pettersson e Brunner siano giocatori incredibili è qualcosa d’indubbio. Inusuale è però farli giocare per oltre 30’ alla quinta giornata di campionato.

Vincere il derby sarebbe sicuramente stato un successo scaccia-crisi per il Lugano, ma invece che basarsi sugli spunti dei singoli potrebbe essere più pagante orientarsi sul gioco di squadra, filosofia che proprio all’Ambrì Piotta ha permesso di incamerare sei punti in 24 ore.

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Reto è uno studente in economia e grande appassionato di hockey a 360 gradi, si occupa delle partite dei biancoblù e della sezione dedicata alla Nazionale.

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