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Ambrì Piotta

L’Ambrì continua a forgiare il suo carattere, ma l’Europa è in salita

I biancoblù giocano una buona gara specialmente dal secondo tempo. Valascia ben frequentata e match vissuto con intensità, la prima fase di CHL è positiva

L’Ambrì continua a forgiare il suo carattere, ma l’Europa è in salita

AMBRÌ – MONACO

2-3

(0-1, 1-0, 1-1; 0-1)

Reti: 5’51 Bourque (Parlett) 0-1, 21’29 D’Agostini (Kostner, Müller) 1-1, 40’48 Hager 1-2, 45’11 Müller (Zwerger) 2-2

Rigori: Sabolic, Hager, Bourque, Zwerger, Mauer

Note: Valascia, 5’031 spettatori. Arbitri Kaukokari, DiPietro; Fuchs, Schlegel
Penalità: Ambrì 5×2′ + 2×10′, Monaco 7×2′ + 2×10′ + 1xpp

AMBRÌ – La strada per la qualificazione alla prossima fase di CHL si è fatta in salita per l’Ambrì Piotta, che sabato alla Valascia ha racimolato un solo punticino contro i tedeschi del Red Bull Monaco, ritrovandosi ora davanti alla difficile impresa di recuperare quattro lunghezze nelle due partite rimanenti. Sinceramente, però, poco importa.

Ciò che conta davvero è infatti quello che la squadra ha potuto trarre da questa prima fase di avventura europea, ed in questo senso i biancoblù non possono che uscirne arricchiti. Basti pensare alle due belle serate di hockey vissute alla Valascia in questa settimana, con una squadra che ha sì avuto alti e bassi, ma che è stata anche capace di giocare con passione ed emozioni, richiamando alla pista complessivamente oltre 9’000 spettatori.

Contro la finalista della passata CHL – e vincitrice di tre degli ultimi quattro campionati DEL – la squadra di Cereda ha girato a momenti, forse di più rispetto al match con il Färjestad, ma complessivamente quella andata agli archivi è stata un’altra uscita importante, di quelle che forgiano il carattere.

Tanti ribaltamenti di fronte, qualche scazzottata e una lotta continua su ogni disco, tutti elementi utili a raggiungere quell’intensità – anche mentale – necessaria per arrivare pronti all’inizio di campionato, a maggior ragione per un Ambrì che basa il suo sistema di gioco proprio su questi elementi.

La sconfitta viene dunque velocemente ridimensionata e collocata in un contesto comunque positivo, anche se a livello di individualità ci sono alcuni elementi che devono riuscire a fare un passo avanti se vorranno avere un impatto già a partire da venerdì prossimo.

Uno di questi è chiaramente Robert Sabolic, autore di un rigore stupendo e di un secondo in cui ha sfortunatamente colpito il palo, ma per il resto il suo impatto in pista (anche a livello di personalità) stenta a decollare. Il calendario ammonisce chi si addentra in giudizi troppo affrettati – siamo ad inizio settembre e lo sloveno deve ancora giocare una singola partita di campionato! – ma sicuramente da lui ci si dovrà attendere di più.

Appare ancora un po’ slegato dal resto della squadra anche Brian Flynn, che continua a faticare agli ingaggi (33% nell’occasione) e che complessivamente viaggia a corrente alternata, forse anche a causa di una condizione fisica non ancora al massimo.

Out per parte del terzo tempo a causa di un vistoso taglio al volto e poi tornato in pista con la maglia numero 9, ha avuto sul suo bastone il rigore che avrebbe potuto regalare la vittoria all’Ambrì, ma non è riuscito a concretizzare. L’impressione è che nel suo caso si debba avere un po’ di pazienza, soprattutto ricordando quanto è stato capace di mostrare nel recente passato con lo Zugo.

Chi invece sinora promette decisamente bene è Matt D’Agostini, autore dell’importante gol dell’1-1 e complessivamente autore per l’ennesima volta di una buona prova. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Müller e Zwerger, capaci di confezionare un bellissimo gol del 2-2 ed anche loro sulla buona strada in vista dell’inizio del campionato.

Prestazione con qualche incertezza invece per Manzato, che sicuramente avrebbe potuto fare di più sul gol d’apertura dell’indiavolato ex bianconero Christopher Bourque, ma che poi si è ripreso disputando tutto sommato una discreta gara. Ha trasmesso meno sicurezza rispetto a Hrachovina qualche giorno prima, ma ha avuto poche responsabilità sulla seconda rete incassata (deviazione di Plastino) e durante i rigori.

A livello di gioco l’Ambrì è andato in crescendo a partire dal secondo tempo, quando il gol di D’Agostini aveva finalmente portato i biancoblù a muovere maggiormente le gambe, dopo una prima frazione non particolarmente dinamica. Da lì in avanti i leventinesi hanno disputato una buona gara, non priva di errori ma comunque intensa e che si sarebbe potuto anche risolvere con una vittoria nei tempi regolamentari.

Piuttosto “selvaggio” invece l’overtime, con diverse occasioni su ambo i fronti e con il coach ospite Don Jackson decisamente oltre le righe, con gli arbitri che lo hanno espulso dopo una sua sfuriata per una diatriba legata al cronometro. L’Ambrì ha così giocato l’ultima ventina di secondi in 5-contro-3, ma il gol non è arrivato.

Peccato – pure in Germania l’Ambrì avrebbe meritato qualcosa in più – ma da lunedì sarà già tempo di voltare pagina. Il campionato incombe e a separare la squadra di Cereda dal debutto contro lo Zugo ci sarà solamente il match di Coppa Svizzera di mercoledì. Poi si potrà partire sul serio, finalmente.


IL PROTAGONISTA

Christopher Bourque: Il figlio d’arte ed ex bianconero è stato una vera spina nel fianco per i biancoblù, ed in combutta con un’altra vecchia conoscenza del nostro campionato – Derek Roy – ha rappresentato la principale minaccia per Manzato.

Autore del gol d’apertura e di un rigore, Bourque si è presentato sul ghiaccio della Valascia esattamente come ce lo ricordavamo, una vera “peste” che non si può perdere di vista per un secondo.


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HIGHLIGHTS

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