
DANIMARCA – SVIZZERA
2-5
(0-1, 2-2, 0-2)

Reti: 14’41 Hischier (Marti, Fora) 0-1, 22’09 Moelgaard 1-1, 28’59 Blichfeld (Aagaard, Olesen) 2-1, 35’40 Moy (Hischier, Meier) 2-2, 38’34 Moy (Meier) 2-3, 45’19 Riat (Moy, Schmid) 2-4, 58’49 Hischier (Schmid) 2-5
Note: Jyske Bank Boxen, 10’095 spettatori
Penalità: Danimarca 4×2, Svizzera 4×2
Assenti: Sandro Aeschlimann, Dominik Egli, Sven Jung, Dario Rohrbach (non iscritti)
HERNING – Non è stata a lungo convincente, ha sbattuto ancora contro certi errori di superficialità visti anche all’esordio contro la Cechia, ma alla fine la selezione di Patrick Fischer ha trovato il modo di superare una Danimarca sì generosa e maggiormente compatta rispetto alla sconfitta con gli USA, ma certamente non di grande livello e che ha ceduto al maggior tasso tecnico offensivo elvetico.
E infine sono tre punti importantissimi per la Svizzera dopo quello racimolato venerdì, una vittoria che deve fare da trampolino di lancio per i vice campioni del mondo in questo torneo, e che possa servire a lavorare con più tranquillità in vista della partita con gli USA, la terza nelle prime cinque giornate.

La squadra rossocrociata, supportata da un pubblico che l’ha fatta sentire a casa, ha mostrato dei limiti quando è stata affrontata dalla Danimarca con un forecheck più alto di quanto forse Hischier e compagni si aspettassero, e da lì sono nati tutti quei piccoli errori di gestione del disco, di posizionamento e di precisione che messi assieme possono generare grosse difficoltà.
Forse il primo tempo, chiuso con una sola rete di vantaggio nonostante la differenza abissale vista nella costruzione delle azioni offensive – Charlin ha effettuato la prima parata al 19’30…- ha illuso che la partita potesse essere su una facile discesa, ma quella certa dose di supponenza di alcuni e la voglia di riscatto dei padroni di casa hanno creato quel mix che per un attimo ha rischiato di rivelarsi fatale.

Nel secondo periodo la Svizzera ha visto i suoi momenti peggiori, e solo con le giocate del suo top six e con un Moy scatenato (nel primo periodo sembrava addirittura di dover uscire dalla prima linea offensiva) è riuscita a rimettere la chiesa al centro del villaggio. Bellissima la doppietta dell’attaccante del Rapperswil con cui ha ribaltato il risultato nel periodo centrale, ottimo e di grande calma il lavoro preparatorio al 4-2 di Riat, mentre tra un gol e l’altro Malgin e Andrighetto seminavano panico e distruzione senza però riuscire a bucare Dahm.
A risultare più in difficoltà è stata la linea di Bertschy, Hofmann e Jäger, con gli ultimi due in particolare molto in ombra, mentre perlomeno il quarto blocco, aldilà di qualche svarione, ha lavorato moltissimo per portare pressione sui danesi, con Ambühl subentrato presto a Knak nel terzetto.

Non ha convinto appieno Charlin, poco sollecitato va detto, ma che – forse per la tensione del debutto? – non ha mostrato grande sicurezza negli interventi, trovandosi più di una volta fuori posizione e lasciando rebound poco controllati.
Una vittoria di sostanza e di ricarica, che ha messo in luce qualche punto debole ma anche il grande potenziale offensivo di una squadra che in fondo, appena passa la linea rossa è in grado di creare occasioni da rete a profusione. Il punto sta nel trovare quegli equilibri e quella “testa” che possa permettere alla Svizzera di evitare certi lunghi black out, e la sfida agli USA sarà già un bel banco di prova.
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