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Lugano

Il Lugano vede il Ginevra e torna a battagliare

La squadra di Gianinazzi rifila sette reti al Servette al termine di una partita dura e nervosa, con strascichi fino alla terza sirena. Prima rete per Ruotsalainen

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il Lugano vede il Ginevra e torna a battagliare

LUGANO – GINEVRA

7-4

(1-0, 2-2, 4-2)

Reti: 8’11 Arcobello 1-0, 21’10 Marco Müller (Ruotsalainen) 2-0, 25’32 Jooris (Haapala, Le Coultre) 2-1, 28’59 Wolf (Verboon) 3-1, 36’13 Hartikainen (Vatanen, Manninen) 3-2, 45’40 Fazzini (Arcobello, Morini) 4-2, 47’01 Thürkauf (Zanetti, Carr) 5-2, 47’46 Haapala (Hartikainen, Manninen) 5-3, 51’11 Ruotsalainen (Marco Müller, Joly) 6-3, 54’02 Haapala (Hartikainen, Vatanen) 6-4, 59’14 Carr (Thürkauf, Fazzini) 7-4

Note: Cornèr Arena, 4’513 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Urban; Cattaneo, Wolf
Penalità: Lugano 4×2 + 1×5 + 1×20, Ginevra 5×2 + 1×5 + 1×20

Assenti: Thibault Fatton (sovrannumero), Leandro HausheerStephane PatryCole CormierMarkus Granlund (infortunati)

LUGANO – Chissà se è stata l’aria da playoff che la sfida contro il Ginevra lascia sempre sul ghiaccio, fatto sta che il Lugano ha trovato la reazione che voleva dopo la disfatta di fronte al Rapperswil.

Certo, contro qualunque avversario ci saremmo comunque attesi una risposta forte dalla squadra, almeno sul piano caratteriale, certo è che affrontare i granata per il Lugano da anni non è più una partita normale. Anche il Servette non è una squadra che se la sta passando benissimo – e dovrebbe ricordarselo soprattutto Tanner Richard, prima di fare le sue solite sceneggiate del fine partita – ma una vittoria del genere per il Lugano deve fare da ricostituente per cercare di riprendere un cammino che ultimamente è stato perso dopo lungo singhiozzare.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Pur sorpreso e deluso dalla scoppola presa dai Lakers, Luca Gianinazzi non ha pensato a rivoluzioni o “purghe”, ha ricompattato il gruppo e rimesso in pista la stessa formazione, con l’eccezione di Koskinen come portiere di partenza, iniziare con rimescolamenti totali già a questo punto il coach bianconero non l’ha ritenuto, probabilmente a ragione, necessario. Prova ne è che sul piano dell’attitudine si è rivisto di nuovo un Lugano adatto alla situazione, pronto e con la voglia di lottare, anche quando gli ospiti l’hanno messa su un piano più scorretto e ne sono nate le prime bagarre.

Simbolicamente, la rabbia presa da Mirco Müller dopo il check alla testa dell’ex compagno Bertaggia ai danni di Morini, ha dato una risposta sulla compattezza del gruppo, anche se poi occorre sorvolare sulla decisione degli arbitri di punire anche il numero 25 con la penalità di partita, decisione che ha lasciato tutti perlomeno perplessi, dato che il difensore ha pure subito una carica da Richard nello stesso momento, e a Bertaggia nemmeno ci è arrivato.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Questo però ha dato la possibilità in un momento comunque tirato della partita ad altri difensori di aumentare il loro spazio sul ghiaccio, ma va detto che l’ordine e la fisicità di Müller sono mancate parecchio. Capace di andare due volte in doppio vantaggio prima dell’allungo finale, il Lugano ha mostrato infatti i soliti limiti in impostazione e nel contenimento quando costretto ad inseguire il disco, cadendo in quegli errori che oggi hanno ancora regalato due reti, stavolta però mitigate dal risultato positivo.

Da rivedere assolutamente alcuni cambi dopo le reti segnate, in particolare sul 5-2 e 6-3, con i bianconeri troppo arretrati e propensi a lasciare il disco sul bastone degli avversari. In questo senso non ha convinto ancora una volta LaLeggia, troppo lento nelle decisioni e leggero nelle marcature (esempio, il gol di Haapala arrivato subito dopo il 5-2 di Thürkauf) e nemmeno lo ha fatto la decisione di spostare Andersson in power play al posto di Alatalo, ma in generale sono le decisioni prese sotto pressione ad andare contro alla squadra, incapace di semplificare una manovra d’uscita ancora troppo complicata.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Con il Ginevra perlomeno sono arrivate finalmente quelle reti che corrispondono in gran parte alle occasioni create, con finalmente cinque gol a parità numerica, oltre a una in shorthand e una in power play. A togliersi il peso maggiore è stato sicuramente Ruotsalainen, con la prima rete in maglia bianconera, arrivata al termine di una partita fatta di nuovo di tantissimo pattinaggio e altre occasioni create e sprecate, chissà che lui e Marco Müller non abbiano finalmente trovato la via giusta per sbloccarsi definitivamente.

Per il Lugano comunque questa vittoria deve solo significare che il gruppo è rimasto coeso ed è in grado di superare le avversità, da sabato a Davos cominciano gli esami più duri, ossia quelli che richiedono di confermarsi. Magari con qualche altro miglioramento per evitare brividi inutili e brutte sorprese.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: È andato leggermente in calando dopo un primo periodo in cui si è rivisto il miglior Arcobello, autore di un gol in shorthand e di tantissimi dischi gestiti con maestria, ma alla fine è rimasto uno dei più lucidi e precisi nelle giocate. Bellissimo anche il lavoro preparatorio con cui ha atteso Fazzini all’entrata del terzo per l’altrettanto bel gol del numero 17, e per la sostanza lo statunitense se n’è andato dalla pista con l’80% (!) di ingaggi vinti. Che lusso.


HIGHLIGHTS

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