Social Media HSHS

Lugano

Il Lugano supera il Berna con ordine e compattezza

Protagonisti stranieri d’attacco e special team. Per continuità e compattezza si è visto il miglior Lugano della stagione, capace finalmente di gestire i momenti

Il Lugano supera il Berna con ordine e compattezza

LUGANO – BERNA

5-2

(1-0, 3-1, 1-1)

Reti: 00’25 Thürkauf (Joly) 1-0, 22’04 Honka (Lehmann, Luoto) 1-1, 25’43 Arcobello (Joly, Mirco Müller) 2-1, 29’33 Carr (Joly, Arcobello) 3-1, 39’09 Carr (Fazzini, Arcobello) 4-1, 56’18 Vermin (Kahun, Knight) 4-2, 58’00 Arcobello 5-2

Note: Cornèr Arena, 4’945 spettatori
Arbitri: Wiegand, Hürlimann; Cattaneo, Huguet
Penalità: Lugano 5×2, Berna 6×2

Assenti: Mikko KoskinenJeremi Gerber (sovrannumero), Lorenzo CanonicaSamuel GuerraCole Cormier (infortunati), Stephane Patry (ammalato)

LUGANO – Il lavoro di una settimana questa volta sembra aver pagato, il Lugano visto all’opera contro il Berna non è stato forse quello più produttivo in quanto a numero di occasioni create, come magari era capitato in altre occasioni, ma sicuramente è stato quello più solido, equilibrato e continuo di questa stagione.

E questo è stato sicuramente il passo avanti più evidente, perché era necessario recuperare certezze – o costruirsele anche da zero in alcuni casi – e dimostrare che questa squadra mantiene il suo potenziale nonostante il periodo difficile attraversato. È ovvio che la famosa rondine non deve subito far primavera, perché i bianconeri dovranno dimostrare di aver imboccato la strada giusta già da sabato a Langnau, un luogo che riporta alla mente serate terribili passate dal primo Lugano di Gianinazzi, e come test sarà subito probante.

La settimana di lavoro comunque non ha solo portato un Lugano più concentrato, ma ha permesso a Gianinazzi e il suo staff di lavorare anche su altre cose, modificando le linee di difesa, dividendo per la prima volta Mirco Müller da LaLeggia e unendo assieme Alatalo e Andersson, con Schlegel in porta come titolare dopo la scoppola subita contro il Rapperswil.

Il rientro di Granlund ha dato nuove opportunità anche in attacco, dove si è visto per la prima volta in campionato il giovane Cjunskis e Ruotsalainen è passato all’ala come ai tempi di Kloten.

Aldilà di questi cambiamenti di forma però si è vista una squadra diversa nelle sue movenze, più rapide e sicure, ovviamente gli errori non sono spariti per magia del tutto, ma i giocatori hanno saputo muoversi compatti ed aiutarsi maggiormente uno con l’altro ed è sembrato quasi che ci fosse molta più convinzione anche nelle piccole cose.

La determinazione messa in pista dal primo cambio non solo ha prodotto la rete di Thürkauf dopo pochi secondi dall’inizio, ma ha permesso ai padroni di casa di non subire reti o grossi pericoli nel lungo box play in tre contro cinque, ottenendo dallo stesso un nuovo carico di fiducia, che non è calato nemmeno dopo il pareggio del Berna in entrata di secondo periodo, arrivato sull’unico grosso errore nello slot davanti a Schlegel.

Il Lugano ha saputo utilizzare al meglio anche il power play, e anche se il 3-1 di Arcobello è arrivato solo in scia alla penalità di Kreis, la doppietta successiva di Carr ha sfruttato alla perfezione le possibilità di giocare con l’uomo in più arrivate prima della seconda sirena.

Quasi da mangiarsi le mani però la gestione del finale, con la partita praticamente chiusa e gestita con invidiabile scioltezza, il Lugano ha chiamato un coaches challenge sul gol annullato ad Arcobello, prendendosi in cambio una penalità e il gol in 6 contro 4 di Vermin.

Improvvisamente quella partita non sembrava più così chiusa e paradossalmente sarebbe bastato pochissimo per far scorrere i brividi sulla schiena dei tifosi, e solo grazie a un paio di interventi di Schlegel – su tutti quello contro Scherwey lanciato tutto solo – hanno scongiurato che il finale si trasformasse nell’ennesimo dramma.

Sarebbe stato un vero peccato complicarsi così la vita, perché come detto fino a lì il Lugano aveva giocato la miglior partita della stagione per continuità, solidità e gestione dei momenti, evitando di far tracollare tutto al minimo tremolio.

Trascinato dai suoi stranieri, in particolare Carr, Arcobello e a “targhe alterne” anche Joly (sa passare da assist magnifici a rischi inutili e clamorosi) oltre che da un praticamente perfetto Peltonen e con diversi altri elementi in crescita soprattutto di fiducia e determinazione come Marco Müller e lo stesso Schlegel, il Lugano ha forse ritrovato una parte di se stesso.

Per cominciare a riconoscersi del tutto nello specchio però mancano ancora diverse conferme, e questo ce lo dice il passato recente dei lunatici bianconeri.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: Da potenziale settimo straniero ad arma quasi imprescindibile quasi come ai vecchi tempi. Il centro statunitense ha segnato due reti, ne ha propiziate altre due e non si è mai risparmiato, sia a cinque contro cinque che nelle situazioni speciali, andando poi a chiudere il match con il 5-2 “rubato” a Corban Knight. Per il Lugano è un lusso poter schierare un Arcobello così in forma, perché sembra un giocatore ritrovato che sa portare equilibrio come pochi altri.


GALLERIA FOTOGRAFICA

(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)


Click to comment

Altri articoli in Lugano