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Lugano

Il Lugano si tuffa nelle ortiche assieme a 2 punti fondamentali

Due volte in vantaggio, i bianconeri si fanno raggiungere e poi superare in uno scontro diretto importantissimo. Protagonista il portiere ospite Charlin

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il Lugano si tuffa nelle ortiche assieme a 2 punti fondamentali

LUGANO – LANGNAU

2-3

(1-0, 1-1, 0-1; 0-1)

Reti: 6’47 Connolly (Guerra) 1-0, 24’35 Saarela (Rohrbach) 1-1, 26’38 Morini (Guerra, Josephs) 2-1, 49’00 Diem (Douay, Zryd) 2-2, 63’40 Eakin (Pesonen) 2-3

Note: Cornèr Arena, 4’814 spettatori
Arbitri: Urban, Kaukokari; Altmann, Burgy
Penalità: Lugano 3×2, Langnau 4×2

Assenti: Julian Walker (infortunato), Yves StoffelJeremi GerberMikko KoskinenAlessandro VillaKris BennettNicolò UgazziGregory BedollaJari Näser (sovrannumero)

LUGANO – Il punticino che “muove” la classifica, buttalo via, avremmo detto solo qualche settimana fa. Il problema è che il Lugano contro il Langnau ha incamerato il suo punticino di consolazione, ma ne ha buttati via due che avrebbero fatto una bella differenza ora come ora, mentre con la sconfitta di fronte ai Tigers i pattini dei bianconeri continuano ad essere risucchiati nel fango della lotta per l’accesso ai preplayoff.

Due punti gettati per imperizia, bravura di Charlin, anche sfortuna, elenchiamole tutte, ma alla fine risulta chiaro che una partita del genere, nella situazione in cui si trova, il Lugano doveva vincerla entro il sessantesimo, poco importa come.

Frustrazione, rabbia, incredulità si muovevano nello spogliatoio nei minuti successivi alla rete di Eakin, ma anche la consapevolezza di aver mancato un’occasione d’oro in un match che il Lugano sul piano attitudinale e della volontà lo ha giocato come doveva, rispondendo alla scialba prova in quel di Losanna.

(Photobrusca & Luckyvideo)

In fondo è lì da vedere, la partita l’hanno fatta i padroni di casa, il Langnau ha messo fuori la testa con qualche contropiede quasi esclusivamente con la linea di Saarela e meno spesso con quella di Pesonen, ma il protagonista è stato sin da subito Charlin. Aiutato anche dai ferri e da qualche intervento quasi ad occhi chiusi pregando andasse bene, il portiere dei Tigers ha fermato tantissimi tentativi del Lugano, il quale però poche volte ha preso la decisione giusta nello slot, con tiri troppo centrali, deboli o tardivi, insomma la solita storia sul killer instinct.

Lo sa bene anche il coach Luca Gianinazzi, questo è un problema che attanaglia la sua squadra da tutta la stagione, e non si può pretendere di vincere segnando solo due reti a cinque contro cinque in sessanta minuti, oltretutto dopo aver prodotto uno sforzo non indifferente per portare a casa il misero punticino.

Sul piano difensivo non si possono muovere troppe critiche a Klok e compagni, il reparto il suo lo ha fatto, mostrandosi fragile però nelle due situazioni in cui il Langnau ha trovato le prime due reti, con una cavalcata di Saarela marcata in maniera troppo leggera e un posizionamento sbagliato sul 2-2 di Diem.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Ci può stare, potremmo dire, ma solo se poi la squadra in questione è in grado di gestire la partita e di portarla a casa sfruttando le occasioni create, ricordando che nessuno come i bianconeri si creano possibilità da rete in National League, e questo fa capire come il problema del loro mancato sfruttamento sia da mangiarsi le dita fino ai gomiti.

È stato soprattutto nel terzo periodo che il Lugano ha spinto maggiormente, sfruttando probabilmente anche una maggior stanchezza dei ragazzi di Paterlini, impegnati la sera prima in casa con lo Zugo, ma nemmeno il ruotare a tre linee per aumentare i ritmi ha saputo sbloccare la situazione.

E quando i minuti passano con il risultato in bilico è sempre incredibile constatare come poi la situazione si ribalti piano piano fino ad andare a favore della squadra fino a lì in difficoltà, in un ordine naturale delle cose per punire con il classico “gol mancato, gol subito”, una legge universale dello sport.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Mancano le capacità di andare a rete di Fazzini, di Carr, di Granlund, quelli che in una squadra di tanti buoni attaccanti ma pochissimi scorer veri hanno più l’aura offensiva degli altri, e se pure loro ciccano oltre a molti compagni con le polveri bagnate, allora sarà notte fonda. Ci sono soluzioni a questo? Non nell’immediato.

Si può sempre sperare – perché capiterà – nell’eccezione che conferma la regola, ma senza almeno tre-quattro giocatori che sappiano andare in rete regolarmente con “abitudine”, difficilmente si sbloccheranno le cose definitivamente dopo che il problema si trascina da mesi.

E allora Gianinazzi dovrà ancora di più fare di necessità virtù, e giocarsela in trincea e colpire appena se ne avrà l’occasione, iniziando domenica dalla fossa degli orsi, dimenticando la frustrazione di sabato sera e continuando a far lavorare la sua squadra con l’attitudine giusta. Tornare con un risultato negativo anche da Berna significherebbe complicare ulteriormente delle cose che ad oggi sono già un bel covo di rovi.


IL PROTAGONISTA

Stephane Charlin: Il portiere dei Tigers ha esultato come un bambino sulla rete di Cody Eakin nel supplementare, sapendo di aver contribuito in maniera pesantissima alla vittoria del Langnau in quel di Lugano. Uno stile non elegante o sicuro quello del numero 38, ma rivelatosi efficace sfruttando anche un po’ la dea bendata per fare il colpaccio alla Cornèr Arena.


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