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Lugano

Il Lugano scivola a Davos e vede il treno fuggire

Come la sera precedente il Lugano va in vantaggio ma poi subisce la rimonta incassando ancora in shorthand. Weekend da zero punti per i bianconeri

Il Lugano scivola a Davos e vede il treno fuggire

DAVOS – LUGANO

3-1

(1-1, 1-0, 0-0)

Reti: 5’43 Arcobello (Morini, Fazzini) 0-1, 12’12 Rasmussen (Bromé, Zgraggen) 1-1, 29’40 Prassl (Schmutz, Frehner) 2-1, 52’59 Ambühl (Prassl) 3-1

Note: Eisstadion Davos, 5’236 spettatori
Arbitri: Stricker, Dipietro; Fuchs, Wolf
Penalità: Davos 4×2′, Lugano 5×2′

Assenti: Yannick HerrenNiklas SchlegelDavide Fadani (infortunati), Elia Riva (ammalato), Leland Irving (sovrannumero)

DAVOS – Poteva essere il weekend dell’aggancio al treno dei primi 6 posti, alla fine si è rivelato un’occasione persa. Il Lugano esce dalle sfide contro Zugo e Davos con zero punti e lo fa con un senso di amarezza che sarà difficile lavare via se non con una vittoria rabbiosa e di reazione contro l’Ajoie martedì.

Se la partita contro lo Zugo, giocata ad armi pari ai campioni svizzeri, è stata decisa da un’ingenuità, di quella di Davos non si può dire che un solo episodio abbia condizionato l’esito dell’incontro, ma il Lugano ha spianato la via ai grigionesi più di quanto avrebbe dovuto fare.

Guardando all’inizio di partita i bianconeri sembravano in pista indemoniati e decisi a fare un sol boccone della squadra di Wohlwend, e c’è da dire che con più freddezza la gara sarebbe potuta iniziare con un vantaggio più largo rispetto al solo gol trovato da Arcobello. In quei primi minuti il Lugano ha messo in mostra tutti i limiti di una difesa che se messa sotto pressione ne combina di cotte e di crude, lasciando presagire la volontà di riscattarsi dalla sera precedente.

Il problema è che trovato il gol del vantaggio il Lugano non ha saputo mantenere lo stesso ritmo di pattinaggio e la profondità del suo forecheck, permettendo al Davos di guadagnare metri e riequilibrare la partita non solo sul piano del gioco ma anche su quello del punteggio.

Con il Davos che trovava più spazi rispetto all’inizio di partita anche il Lugano ha cominciato a giocare in maniera diversa, trovandosi però più slegato e con i giocatori sempre più distanti tra loro, faticando a trovare varchi per arrivare nello slot piuttosto che girarci attorno. E quando non arrivano soluzioni collettive ci si attacca a quelle personali, le quali però non portano quasi mai ai risultati sperati e anzi aumentano esponenzialmente i rischi che Chris McSorley proprio venerdì ribadiva di non essere disposto a correre.

Non l’hanno ascoltato i suoi giocatori evidentemente, come dicono le due reti subite in shorthand (il 3-1 in power play ma con penalità differita sul Davos) e diversi breakaway con cui Ambühl e compagni hanno seminato più di uno scompiglio davanti all’ancora ottimo Fatton.

Prudenza, quella che tanto è cara al coach bianconero è venuta a mancare a un Lugano che soprattutto contro lo Zugo ha dimostrato però di attraversare un buon momento sul piano della forma, anche se nei Grigioni il calo avuto dalla prima pausa ha confermato anche che qualche giocatore debba ancora ritrovare il ritmo pre olimpiade.

Josephs e Carr (incredibilmente sciupone e senza lo spunto della decisione giusta al momento giusto) sul piano offensivo stanno mancando parecchio e il peso di alcune occasioni mancate – soprattutto dal numero 7 – è piuttosto importante.

Contro l’Ajoie di Vauclair, che si è permesso il lusso di far fuori i Lions, martedì i bianconeri avranno la ghiotta occasione per tornare in carreggiata sul piano dei risultati, sperando (con non moltissima convinzione) che il treno diretto per i playoff non sia corso via definitivamente.


IL PROTAGONISTA

Sandro Aeschlimann: Salvatosi qua e là anche con un po’ di fortuna il portiere del Davos ha tenuto in piedi la baracca grigionese nei primi minuti, quando il Lugano ha spinto forte sull’acceleratore e poi ha chiuso di nuovo la porta a Fazzini e compagni nel terzo tempo con alcune parate di pregevole fattura. Non è stato da meno Fatton sull’altro fronte ma il nazionale svizzero ha dovuto tirare fuori un paio di big save mica da ridere in momenti importanti.


HIGHLIGHTS

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