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Lugano

Il Lugano piega il Davos con muscoli e personalità

I bianconeri trovano la terza vittoria in quattro gare espugnando il ghiaccio dei Grigioni. Quarto shutout per Schlegel, prime reti per Chiesa e Lajunen

Il Lugano piega il Davos con muscoli e personalità

DAVOS – LUGANO

0-3

(0-0, 0-1, 0-2)

Reti: 25’46 Chiesa (Boedker, Arcobello) 0-1, 41’38 Herburger (Bürgler) 0-2, 45’53 Lajunen (Walker) 0-3

Note: Eishalle Davos, porte chiuse. Arbitri Piechaczek, Borga; Progin, Duarte
Penalità: Davos 4×2′, Lugano 2×2′

Assenti: Sandro ZurkirchenGiovanni Morini (infortunati), Timo HaussenerLoic Vedova (Rockets), Eliot Antonietti (indisponibile)

DAVOS – E pensare a quanti timori c’erano sul Lugano dopo il rientro dalla lunga quarantena, invece nella quarta partita dal ritorno sul ghiaccio i bianconeri hanno registrato la terza vittoria, andando ad espugnare la pista di un Davos che negli ultimi tempi era sembrato in timida ripresa.

Aldilà del risultato, a confermare che ormai i ragazzi di Pelletier sono tornati a regimi ordinari di marcia lo ha fatto anche lo sviluppo della partita, il che significa che non è stata facile come il risultato potrebbe ingannevolmente mostrare.

Certo, sull’arco dei sessanta minuti i ticinesi si sono mostrati come la squadra più capace di sfruttare i momenti a proprio favore – ad eccetto di quei power play nel primo tempo – e soprattutto sono stati in grado di reggere sul piano del pattinaggio e del ritmo, a riprova della ritrovata brillantezza.

Semmai da ritrovare è quella compattezza che a intervalli regolari si è smaterializzata in zona neutra, abilmente sigillata in molte uscite, stavolta presa d’assalto con più facilità dalla velocità dei vari Ambühl e Baumgartner, ma ancora una volta si è dimostrato come i bianconeri fatichino di più quando non sono in controllo del disco.

In altre situazioni, a difesa schierata il Davos ha fatto sì circolare il disco nel terzo offensivo, ma lo ha fatto con poche idee, soprattutto in quel momento dopo il gol di Chiesa – ottima la sua partita dopo un periodo poco convincente – nel quale il Lugano si è disunito e ha perso i punti di riferimento fondamentali permettendo ai gialloblù di installarsi nella propria zona.

Ma è stato solo in quel momento che i grigionesi avrebbero potuto mettere seriamente in discussione il risultato, per il resto del match il Lugano ha controllato il gioco frenando sul nascere le nervose accelerazioni dei padroni di casa, finite presto in fumo.

Se i ragazzi di Pelletier hanno dal canto loro mostrato più concretezza nei momenti giusti – salvo molti tiri da buona posizione resi meno pericolosi dall’assenza di traffico – il Davos ha mostrato troppa “baldanza” quando c’era da essere più pratici, con molti attaccanti intenti più a ricercare un’inutile e irritante estetica (peraltro poco riuscita) piuttosto che puntare dritti e decisi all’obiettivo.

Questo è stato un altro punto in cui il Lugano ha vinto la partita, con un gioco fisico più marcato e con giocatori capaci di sacrificarsi maggiormente, come dimostrato dai molti più tiri bloccati da Wellinger e compagni nello slot basso, zona dove invece i gialloblù hanno peccato di “leggerezza”, subendo due reti nate e costruite nello slot, quelle di Herburger e di Lajunen.

Proprio il centro finlandese, pur non riuscendo sempre a manovrare con il disco nella maniera migliore, è stato però uno dei giocatori bianconeri che più hanno messo in difficoltà gli avversari con il gioco alle assi, lui ed altri come Walker – autore del bellissimo assist a favore proprio del finnico per il 3-0 finale – Chiesa e Traber.

Buone notizie per Pelletier anche sul fronte della ritrovata compattezza, dopo il quarto shutout di Schlegel e ricordando il brutto week end prima dello stop con le undici reti subite tra Bienne ZSC Lions nel giro di 24 ore.

E dopo aver lavorato sul sistema difensivo, lavoro che ha dato frutti, il coach di Montréal ha cercato dei cambiamenti anche nel power play, risultato troppo prevedibile nelle ultimi uscite, e con dei pacchetti tecnici come quelli messi in pista a Davos il disco è tornato a girare come si deve, a mancare è stata la mira e la capacità di fare traffico davanti a Mayer, ma dei passi avanti evidenti si sono visti.

In attesa della sfida rognosa in programma a Rapperswil lunedì e soprattutto del terribile mese di gennaio che attende i bianconeri (14 partite in 29 giorni) Pelletier può rinfrancarsi. I segnali lanciati dai suoi ragazzi in quest’ultima settimana abbondante sono più che positivi, piano piano sono rientrati quasi tutti gli assenti – a Davos si è rivisto Suri – e anche le terze linee hanno mostrato di poter essere decisive e che non si vive di soli Arcobello, Heed e Fazzini.


IL PROTAGONISTA

Raphael Herburger: Durante l’autunno l’austriaco si era dovuto snaturare, riprendendo di fatto il ruolo nelle checker line che aveva già ricoperto a Bienne, ma quando può esprimersi tecnicamente, il numero 16 dimostra di avere delle mani raffinatissime.

A Davos Herburger ha disputato la miglior partita della stagione al fianco di due giocatori come Bertaggia e Bürgler, dimostrando di trovarsi molto a suo agio in un contesto di gioco diverso. Diversi i dischi smistati intelligentemente ai compagni e ottimi i suoi inserimenti, come quello che ha portato all’importantissima rete dello 0-2 in entrata di terzo tempo. Concretezza e qualità, finalmente.


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HIGHLIGHTS

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