Social Media HSHS

Lugano

Il Lugano è in riserva, il Davos espugna la Resega 3-2

luganodavos

LUGANO – Per questa volta sia benedetta la pausa. È ora evidente che il rendimento a singhiozzo delle ultime settimane era il primo segnale che il serbatoio stava andando in riserva, e le partite del week end ne hanno sancito il dovuto rifornimento.

Anche contro il Davos, nonostante il rientro di Ulmer, i problemi di ritmo e lucidità sono apparsi in maniera evidente, aldilà degli errori individuali che sono costati gran parte del risultato. Contro un Davos più fresco, ma non necessariamente già vincitore in partenza, i bianconeri sono partiti col freno a mano tirato, forse timorosi di incappare in un primo tempo come quello di Kloten.

LUGANO_DAVOS_09

Prudenti sì ma anche frenati dalla maggior freschezza del Davos più bravo e veloce nelle ripartenze rispetto a un Lugano piuttosto insicuro e sempre in ritardo di pensiero e di bastone.

Anche se, dopo un primo tempo un po’ così, senza infamia ne lode, Fischer è riuscito a far alzare il ritmo delle operazioni ai suoi ragazzi, e la rete di Fazzini sembrava voler mettere la partita sui binari ideali. Il pareggio del Davos – in realtà un regalo di Merzlikins – non ha spaventato il Lugano, bravo perlomeno a mantenere alta la velocità di crociera e a ritrovare il vantaggio con Maurer, imbeccato stupendamente da Fazzini in pieno slot.

Alzare il ritmo significa però anche aumentare il rischio di errore con una squadra piuttosto a corto di fiato, e quando la partita pareva ri-stabilizzata in territorio bianconero, Ambühl ha potuto approfittare di una dormita di Schlumpf sulla linea blu per involarsi indisturbato a battere Merzlikins.

Se già nei minuti finali del periodo centrale – che non ha più visto sul ghiaccio Metropolit per scelta tecnica – c’è stata l’impressione che polmoni e testa stessero tradendo Hirschi e compagni, la conferma la si è avuta in quello conclusivo, giocato con veramente troppa fatica dai bianconeri.

LUGANO_DAVOS_20

Il palo e l’asta colpiti dai grigionesi nello spazio di un minuto e mezzo sono stati il preludio al vantaggio decisivo di Reto Von Arx, che ha approfittato della guardia leggera della difesa luganese e di un Merzlikins non proprio in posizione sul suo palo.

Grande volontà nei minuti finali, ma troppa la mancanza di fiato per poter girare la partita, anche se nei 10″ secondi finali si è rischiato di acchiappare un clamoroso pareggio in mischia, con Flückiger – che pochi secondi prima aveva sostituito Merzlikins – rientrato in panchina per far posto ad un sesto uomo di movimento.

Benedetta sia la pausa, quindi, che serva a ricaricare le pile di corpo e mente, ma anche a recuperare Pettersson e Kostner. Alcuni, come Sannitz, Fazzini, Walsky, Micflikier e Walker arrivano alla pausa in uno stato di forma che è un peccato interrompere, ma alcuni altri come Vauclair, Kparghai, Schlumpf e Merzlikins hanno decisamente bisogno di far benzina.

LUGANO_DAVOS_03

Discorso a parte per Metropolit e Heikkinen: “Pacman” è evidentemente in acido lattico, a questi ritmi non sembra in grado di reggere due partite di fila, ma a far preoccupare è il “crollo” avuto anche nella gestione del disco (suo grande atout) e negli ingaggi. Il difensore finlandese stasera ha scagliato il primo tiro dopo 54′ di gioco, gli impulsi alla manovra offensiva sono minimi e pieni di rischi, anche se difensivamente se l’è cavata senza infamia e senza lode.

Nella pausa andrà fatta una riflessione sui due ruoli – pur con la licenza B Danny Irmen già acquisita – e chissà che non serva un difensore veramente offensivo che sappia dare ritmo e fantasia come ora solo Stefan Ulmer pare in grado di fare.

Sicuramente sarebbe stato meglio andare in pausa con una vittoria, di buono c’è che queste prestazioni manterranno alta la tensione in vista dei momenti che contano.

Click to comment

Altri articoli in Lugano