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Lugano

Il Berna non ci sta, Resega espugnata per 4-1 e serie in parità

LUGANO – BERNA

1-4

(0-1, 1-1, 0-2)

Reti: 8’23 Rüfenacht (Lasch, Untersander) 0-1, 30’19 Bodenmann (Ebbett, Lasch) 0-2, 35’16 Hofmann (Lapierre, Fazzini) 1-2, 53’21 Gerber (Hischier, Scherwey) 1-4, 58’17 Plüss (Moser) 1-4

Note: Resega, 7’226 spettatori. Arbitri Vinneborg, Wiegand; Borga, Kaderli
Penalità: Lugano 7×2′, Berna 4×2′ + 1×10′ (Rüfenacht)

LUGANO – Al break del Lugano in Gara 1 risponde subito presente il Berna, e la serie riparte dall’1-1. Annullato quindi il vantaggio casalingo che i bianconeri si erano guadagnati con l’ottima prestazione in quel della Postfinance Arena, stavolta con una partita in cui sono stati i bianconeri a farsi preferire offensivamente nella prima metà dell’incontro.

Per la prima volta in questa serie, infatti, si è visto un Lugano più propositivo dell’avversario di turno, con più occasioni e fiammate dalle parti del portiere avversario, a far difetto a Klasen e compagni stavolta è stato quel killer instinct che aveva fatto le fortune della truppa di Ireland.

Paradossalmente quindi si può dire che nella partita più produttiva del Lugano di questi playoff – con un primo tempo tra i migliori della stagione considerando contesto e avversario – a fare la parte del cinico è stato l’avversario normalmente più propenso al controllo del terzo d’attacco.

Con una prima occasione capitata sul bastone di Bürgler dopo soli 16” (sgancio di Zackrisson dal primo ingaggio) il Lugano ha continuato a macinare gioco, soprattutto nella sua metà offensiva della pista, recuperando molti dischi in zona neutra grazie all’ottimo lavoro sui fianchi bernesi. L’aggiunta dei difensori alla fase d’attacco ha così prodotto un gioco piuttosto avvolgente  che ha attirato gli orsi fuori dallo slot, permettendo ai vari Hofmann, Fazzini, Bürgler e Lapierre di crearsi non poche occasioni da rete, alcune decisamente molto nitide.

Quel che è mancato ai bianconeri è stato semmai, come confermato da coach Ireland a fine partita, non tanto il killer instinct ma la capacità o la voglia di pagare il prezzo per andare a cercare il secondo, il terzo rebound, quella lotta per il disco nello slot che crea la famosa “puck luck”. Tanti dischi sporchi sì sull’ottimo Genoni, ma pochi uomini sul portiere, pochi bastoni a cercarne la traiettoria, troppi uomini fuori dalla zona più calda davanti al portiere bernese.

Oltretutto lo sforzo bianconero per cercare di recuperare le due reti che il Berna si è costruito abbastanza cinicamente con Rüfenacht e in maniera più fortunosa con Bodenmann, si è infranto sull’ottima gestione del match da parte degli uomini di Jalonen, abili nel cambiare modulo nel terzo periodo, smorzando sul nascere l’entusiasmo del Lugano nato sulla rete di Hofmann in power play.

Per la prima volta in questi playoff, infatti, il Lugano ha trovato molta più difficoltà nel cercare il proprio gioco nel terzo periodo, da quale in 7 match era sempre uscito vincitore o con la parità dei gol segnati, stavolta i bianconeri sono sembrati più scarichi, non in grado di penetrare centralmente lo slot bernese.

In generale il Lugano ha disputato la miglior partita per “coraggio” offensivo e capacità di imporre il proprio gioco, ma ha perso quel centimetro di sacrificio in più che finora gli aveva permesso di uscire vincitore dalla sfida con gli ZSC Lions e in Gara 1 a Berna, pagando pure qualche ingenuità di troppo come le due penalità per cambio scorretto.

Si riparte dall’1-1 nella serie e i bianconeri dovranno cercare giocoforza di nuovo il break in trasferta, ma la prestazione del Lugano, pur sconfitto fa capire che i bianconeri, se saranno in grado di trovare il giusto equilibrio nel proprio gioco, hanno tutte le carte in regola per giocarsela fino in fondo con il Berna.

Gli Orsi, infatti, non sembrano più il treno in corsa degli scorsi playoff, ma pur restando una squadra fortissima, permette al suo avversario di giocare profondo e di andare dove fa male. A patto però che Chiesa e compagni ritrovino quel centimetro in più da pagare per guadagnarsi un po’ più di fortuna.

fattore2

LA “PUCK LUCK” VA ANCHE AIUTATA: Molti dischi usciti di pochissimi, una traversa scheggiata, dischi rimbalzanti davanti a Genoni sui quali nessuno è riuscito ad arrivare.

Al Lugano è effettivamente mancata un po’ di fortuna sotto porta, ma spesso, in un gioco fatto di dettagli e misure infinitesimali come l’hockey, la fortuna va cercata. Un disco ribattuto con più decisione, un rebound colpito una seconda volta, un tuffo nello slot a cercare il posto in cui il disco arriverà, al Lugano è mancato un po’ di tutto questo.

In un primo periodo ottimo per gioco proposto e occasioni prodotte i bianconeri avrebbero dovuto segnare 1 o 2 gol per lanciare la propria partita, invece è stato il Berna ad uscire in vantaggio dopo quei primi 20′, e il passare dei minuti è andato decisamente a favore degli Orsi, più cinici e scaltri.

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