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Interviste

Gianinazzi: “Dobbiamo imparare a portare ogni sera quel mix che ti permette di vincere”

Il coach ha commentato la vittoria di Zugo: “Siamo ripartiti da dove eravamo prima dell’ultima partita, siamo soddisfatti di quanto visto sul ghiaccio. Ci vorrebbe però un po’ di costanza”

ZUGO – “Siamo ripartiti da dove eravamo prima dell’ultima partita, siamo soddisfatti di quanto visto sul ghiaccio”, ha commentato così coach Luca Gianinazzi la bella vittoria del suo Lugano e Zugo, dove i bianconeri hanno trovato una doverosa reazione dopo il brutto stop casalingo di martedì.

È dunque una sorta di ripartenza la vittoria di Zugo?
“Si può interpretare in due modi: vedere la sconfitta contro il Friborgo come un passo falso all’interno di un buon momento, come penso che sia, oppure appunto come una ripartenza. Non è importante, quel che conta è la prestazione della Bossard Arena”.

In un certo senso la tua squadra deve imparare ad accettare che è cosi che si gioca per vincere, senza strafare ed evitare cose troppo complicate con il rischio di inguaiarsi?
“È un mix, bisogna capire quali sono le cose importanti che ti portano a vincere. Magari queste cose spesso non sono belle da fare, sono quelle oscure, di battaglia, di sacrificio. Non sono sempre scontate, non perché non si voglia, ma perché devi mettere il cuore oltre l’ostacolo. Quando lo facciamo difensivamente siamo solidi, dobbiamo imparare a portare queste caratteristiche ogni sera, anche se è utopia pensare di poter giocare cosi bene difensivamente per 52 partite. Chiaramente però un po’ più di costanza ci farebbe bene”.

Ti sei preoccupato durante il primo cambio dopo la rete incassata?
“Più che altro ero concentrato su quali corde e tasti dovevo toccare per cercare di girare il momentum che era dalla loro. In quegli attimi pensi a come puoi influenzare il momento, ad esempio chiamare l’arbitro verso di te per rallentare il gioco oppure inserire una certa linea. Ci è andata bene che i nostri avversari siano incappati in una penalità, lì il momentum è tornato dalla nostra”

Una vittoria del collettivo, ma ti faccio comunque un nome, quello di Marco Müller, presente ovunque, uno dei leader…
“Sta giocando molto bene da diverse partite. Porta a ogni cambio il suo spirito battagliero che lo contraddistingue, quella parte di guerriero che c’è in lui, malgrado non sia magari il più grande o grosso della squadra. Ciò gli permette di fare la differenza e aiutare la squadra”.

L’Ajoie ha conquistato 9 punti con l’Ambrì, voi 12 con lo Zugo, è davvero un campionato senza logica…
“Più che senza logica direi equilibrato e bello, fa parte dello sport, sono le emozioni, a volte sono positive, a volte negative. Alla fine è il motivo per cui noi lavoriamo e per cui la gente ci segue”.

Sei sorpreso di vedere lo Zugo così in difficoltà?
“Credo che nessuno si sarebbe aspettato ciò, basta andare a cercare qualsiasi pronostico. Tu Maffi dove l’avevi collocato? Hai fatto un disastro, li avevi messi primi? (Ebbene sì, ndr). Ecco… Praticamente tutti li avevano messi almeno nella top 3. Quindi non è molto realistico dire che ce lo si attendeva dove si trova adesso. È però la conferma di quanto il livello tra le varie squadre si sia avvicinato, probabilmente anche a causa dell’influsso dei sei stranieri. Ora tutte le squadre hanno almeno due ottimi blocchi e non c’è più nessuna partita facile”

Ora sotto con il Kloten, come prepari la partita?
“Si riguarda il match di Zugo al fine di vedere cosa si può migliorare. Un’analisi del Kloten è già pronta, analizzeremo i loro punti forti e i loro punti deboli e prepareremo il gameplan”.

Un’ultima curiosità, cambia il tuo modo di lavorare in panchina quando Cantoni è assente?
“Il mio compito non cambia particolarmente. Uno degli aspetti pratici che muta è inerente alla radiolina collegata con il nostro videocoach. Quando c’è Krister l’ha lui, in sua assenza l’ha Matti. Lui deve dunque pensare alla comunicazione con la tribuna e ai cambi contemporaneamente, non è ideale, però se bisogna farlo va benissimo. Per me in panchina cambia che non ho un partner vicino per poter scambiare qualche idea durante la partita con maggior costanza. Quando è Krister presente sono contento che ci sia, ma quando non c’è va bene ugualmente.

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