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Lugano

Il Lugano di Ireland vince di nuovo in trasferta, Friborgo battuto 5-2

FRIBORGO – LUGANO

2-5

(1-2, 0-2, 1-1)

Reti: 0’13 Sprunger (Cervenka) 1-0 8’22 Klasen (Brunner) 1-1, 19’00 Bürgler (Brunner) 1-2, 31’47 Fazzini (Lapierre) 1-3, 34’41 Lapierre (Bürgler) 1-4, 47’09 Sprunger (Cervenka) 2-4, 52’03 Fazzini (Bürgler) 2-5

Note: BCF Arena, 5’875 spettatori. Arbitri Massy, Prugger; Kaderli, Obwegeser
Penalità: Friborgo 3×2′, Lugano 7×2′

FRIBORGO – Dopo aver conquistato all’ultimo respiro un importante punto nella sfida casalinga contro il Berna, sabato sera a Friborgo il Lugano era in cerca di altri punti pesanti nella lotta per i playoff.

Non pochi tifosi avranno strabuzzato gli occhi nel leggere la formazione dei bianconeri, visto che Greg Ireland ha lasciato intatta solo la terza linea, mandato in tribuna Zackrisson al posto di Wilson e dato spazio in porta a Manzato, alla sua prima partita dopo l’infortunio alla Coppa Spengler.

Purtroppo per lui è stata ancora una serata sfortunata, visto che è stato costretto ad alzare biandiera bianca dopo essere stato colpito da una discata sulla maschera nel periodo centrale.

Una mezza rivoluzione insomma, che poteva far nascere qualche dubbio, ma che alla fin dei conti è stata una scommessa che lo staff tecnico ha pienamente vinto.

Nel primo tempo infatti è stata la prima linea, che ha ritrovato Damien Brunner accanto ai due svedesi, a trovare il pareggio con Klasen, tornato al gol dopo 11 partite grazie a un ottimo lavoro preparatorio proprio del numero 98 bianconero, il quale ha propiziato anche il gol del vantaggio di Bürgler, realizzato in poweplay allo scadere del primo tempo.

Responsabile per gli altri tre gol è invece stata la seconda linea, composta da Bürgler, Lapierre e Fazzini, con gli ultimi due che hanno confermato l’ottima intesa che c’è tra di loro, intesa che si era già vista in gara-5 della finale degli scorsi playoff.

E dire che l’inizio di partita è stata un’autentica doccia fredda per i bianconeri, trafitti dopo soli 13 secondi da Sprunger, ben imbeccato da Cervenka. Memori dei numerosi crolli avuti in trasferta dopo situazioni del genere, si poteva iniziare a temere il peggio, ma qualcosa sembrerebbe essere cambiato in questa squadra, con il Lugano che è rimasto calmo ed è riuscito a sfruttare con freddezza la prima occasione pericolosa.

Da lì in avanti il Lugano ha gestito con intelligenza la gara, colpendo quando ne aveva l’occasione e impedendo al Friborgo conclusioni da zone pericolose.

Una nota molto positiva è stato senza dubbio il gioco in inferiorità numerica, con il boxplay bianconero capace di neutralizzare addirittura sei powerplay avversari, tra cui quello che ha seguito il secondo gol del Friborgo. Un momento cruciale della partita, perché l’impressione era che se i burgundi avessero segnato, il momentum sarebbe potuto girare. Così però non è stato e pochi minuti dopo Fazzini ha di fatto chiuso la gara con il suo secondo gol personale.

Sono tre punti di vitale importanza quelli conquistati dal Lugano, che grazie alla contemporanea sconfitta del Kloten aumenta di nuovo il margine sulla riga.

Ovviamente non bisogna dimenticare che questo Friborgo è una squadra in crisiHuras avrebbe addirittura le ore contate – ma nonostante ciò, la speranza è che la seconda vittoria di fila in trasferta dia alla squadra bianconera la necessaria fiducia e tranquillità per continuare a lavorare alle idee di Greg Ireland e di assimilarle con convinzione.

fattore2LA REAZIONE ALLE RETI AVVERSARIE: Quante volte questa stagione, specialmente in trasferta, il Lugano è crollato dopo aver subito la prima rete? La risposta di sicuro non è “poche”, ecco quindi che la rete subita dopo soli 13 secondi non lasciava presagire nulla di buono.

Non è stato però il caso questa volta a Friborgo, e non perché la squadra di Ireland abbia fatto chissà cosa, ma semplicemente è rimasta calma, aspettando pazientemente la sua occasione.

Lugano che non si è fatto prendere dal panico neppure dopo la seconda segnatura dei padroni di casa, cui un minuto dopo ha fatto seguito un powerplay che avrebbe potuto girare l’inerzia della partita.

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