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Lugano

È ancora un Lugano a due facce, alla Resega i rigori premiano il Berna

LUGANO – BERNA

1-2

(0-0, 0-1, 1-0; 0-1)

Reti: 29’57 Noreau (Ebbett, Rüfenacht) 0-1, 59’36 Lapierre (Sannitz) 1-1

Rigori: Bodenmann, Lasch

Note: Resega, 5’711 spettatori. Arbitri Vinnervorg, Wiegand; Castelli, Wüst
Penalità: Lugano 6×2′, Berna 3×2′

LUGANO – Alla fine i rammarichi sono tanti, e pare di averla già sentita questa storia, anzi, siamo sicuri di averla raccontata decine di volte in stagione. Di certo, e anche qui non diciamo nulla di nuovo, se qualcuno avesse guardato solo il secondo tempo della sfida tra Lugano e Berna, avrebbe detto che queste due squadre fossero quasi di due categorie differenti.

Solo che poi questo Lugano, con le buone intenzioni dei primi minuti (e qui qualcosa è cambiato) sembra voler cominciare a essere squadra, ad applicare nuovi schemi, e quando si trova invece con l’acqua alla gola tira fuori la voglia e la grinta di chi ha “dimenticato” di fare i compiti e cerca di completarli sul bus che li porterà a scuola.

È questo il Lugano, che da rassicurazioni, che sbaglia e si addormenta e che poi cerca di recuperare in fretta e furia, riuscendo pure a cavarsela in qualche maniera, ma che alla fine pecca addirittura di leziosità o incapacità di assumersi certe responsabilità, e allora la punizione è dietro l’angolo. Quel disco inseguito da Lapierre in 3 contro 4 a pochi secondi dalla terza sirena e buttato alle spalle di Genoni è il disco di chi ci crede sul serio, ma non basta che a crederci siano sempre gli stessi uomini, e non basta crederci solo quando i piedi cominciano a bruciare sulla brace.

Il Lugano del primo tempo dicevamo è stata una squadra che a sprazzi ha tentato di mettere sul ghiaccio degli schemi (difficile riuscirci di botto quasi a febbraio quando di schemi non se ne sono visti per 6 mesi…), che con un forecheck altissimo ha indotto all’errore (tanti per il Berna) gli attaccanti ospiti e che ha sprecato delle ghiotte occasioni da rete in entrata di partita.

Quel Lugano ha fatto un salto al terzo tempo dove gli schemi offensivi “drive the net” sono stati respinti da una zona neutra di difficile passaggio, e solo un ritorno alle basi del disco sul portiere e tanto traffico nello slot ha riportato il Lugano in partita nonostante lo scarto minimo portato dal gol di Noreau.

Già perché se il Berna stava a distanza di una sola rete, in quel secondo periodo proprio non si capiva come i bianconeri potessero uscire con punti da quel match, tanto gli orsi stavano dominando il gioco. Passaggi sbagliati e in controtempo, uscite cervellotiche dal terzo, primi tocchi sbagliati in maniera incredibile (emblematica la partita disastrosa di Furrer) e il Berna ne ha approfittato per passare cambi interi a far impazzire Merzlikins.

Klasen e compagni la tramontana l’hanno persa quando sono venute meno le basi, il pattinaggio e il forecheck continuo, i passaggi semplici e le uscite rapide dal terzo. Questo per far capire che una corazzata come il Berna certe semplici regole le mette sempre sul ghiaccio, e chi rimane a specchiarsi a certi livelli non può arrivare.

Ireland non deve solo instaurare rapidamente un sistema di gioco, ma deve anche portare una mentalità che negli anni si è vista troppo poco dalle parti della Resega, quella mentalità che rende le squadre forti delle squadre di alto livello.

Attualmente per Ireland il compito non sembra facile (eufemismo), il coach canadese deve lavorare con una rosa i cui migliori giocatori sono sotto tono e solo pochi, come Brunner (anche se sciupone) Fazzini, Ulmer e Bertaggia garantiscono un rendimento e un’applicazione regolare e degna dei loro nomi, e attenzione che anche per questo la Resega sta venendo violata un po’ troppo spesso.

È un punto e non va buttato via in questa situazione, ma ripensando a quelle occasioni nell’overtime (a Furrer fischieranno ancora le orecchie probabilmente) e a come il Lugano abbia messo sotto il Berna nei minuti finali, il rammarico c’è eccome.

fattore2LA FORTUNA VA ANCHE CERCATA: È vero, matematicamente e fisicamente la partita è stata risolta ai rigori (giocati male dal Lugano) ma è pur vero che le occasioni per finirla prima, specie nell’overtime c’erano tutte.

Il Lugano ha peccato di “puck luck”, i rimbalzi sono stati spesso a sfavore dei bianconeri, Genoni ha lasciato pochi rebound, ma certi dischi sporchi bisogna crearli, e quando si hanno quelli puliti occorre sfruttarli.

I giocatori di Ireland certi rimbalzi non li hanno sfruttati perché non erano dove dovevano stare, e quando avevano i dischi buoni hanno preferito il passaggio di troppo. Forse questo non ha deciso il match, ma forse poteva dargli una direzione diversa qualche minuto prima del 60′.

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