AMBRÌ – Anche l’Ambrì Piotta ha aggiunto la sua prima nuova pedina straniera in vista della prossima stagione. Partito Philippe Maillet, i biancoblù si sono orientati su un centro dal tipico profilo two-way come il canadese Chris Tierney, a cui sarà affidato un ruolo fondamentale nel lineup.
“È un centro piuttosto completo, che può giocare a tutta pista e in tutte le situazioni. Porterà da noi una bella esperienza ed è forte agli ingaggi. Recentemente è stato spesso un punto di riferimento in inferiorità numerica, mentre a inizio carriera aveva avuto anche ruoli più offensivi”, ci ha spiegato il direttore sportivo Paolo Duca.
“Rispecchia il profilo che cercavamo, ovvero qualcuno che ci potesse dare stabilità ed anche un po’ di quantità. Se penso all’anno scorso, soprattutto nel finale, avevamo una linea molto forte offensivamente ma avevamo anche sofferto molto nel penalty killing e ai faceoff. Questo era un aspetto che volevamo migliorare”.
Quelle che citi erano due delle lacune principali che la squadra aveva evidenziato. Hai orientato la ricerca con questa premessa?
“È difficile fare questo genere di discorsi, perché nel mercato le cose cambiano velocemente. Di recente in Svizzera ci sono state delle novità, con Lammikko e Rohrer che hanno firmato in NHL, e poi c’è stata la partenza di Saarela. Altre squadre cercano dunque dei centri. Se pensiamo all’anno scorso, Maillet era forte ed aveva un certo estro e creatività, aveva la capacità di segnare… Quel ruolo la prossima stagione lo daremo piuttosto a delle ali. Avevamo bisogno di un centro solido, e confidiamo che Tierney possa darci questo ingrediente”.
Hai optato per un contratto di un solo anno, che prevede un’opzione…
“Esatto, dunque di fatto dal nostro punto di vista è come se fosse un biennale. Potremo scegliere cosa fare. È stato semplicemente una parte della trattativa, e questa impostazione andava bene ad entrambe le parti”.
Guardando ai suoi numeri si vede una certa differenza tra la prima parte di carriera e quella più recente. Cosa è successo?
“Sia a San Jose che a Ottawa è partito con squadre un po’ deboli che sono migliorate negli anni, dunque essendo un giocatore duttile ha iniziato da ruoli offensivi per poi scendere un po’ nelle gerarchie di quelle squadre. Ha però sempre mantenuto un posto. È vero che nelle stagioni più recenti ha ricevuto compiti più difensivi, ma ad esempio negli ultimi playoff in KHL ha ritrovato un po’ di verve offensiva. Noi lo prendiamo per le sue qualità di centro all-rounder – fisicamente forte – ma confidiamo che possa anche ritrovare un po’ di tocco offensivo, che ha dimostrato di avere in passato in AHL ma anche in NHL”.
Il fatto che abbia ottenuto solo 20 punti in 60 partite in KHL lo scorso anno non ti preoccupa?
“È vero, ma ha avuto alcune difficoltà di integrazione nella Dinamo Minsk. Lo hanno ingaggiato, ma l’allenatore (l’ex biancoblù Dmitri Kvartalnov, ndr) non era molto caldo nei suoi confronti e ci hanno messo quasi un anno a fargli cambiare idea. Ha trovato il suo ruolo nel finale di stagione e nei playoff, ma all’inizio era partito in quarta linea con due giovani. Vediamo cosa ci riserva il futuro, ha una buona esperienza ed è ancora abbastanza giovane per avere un impatto importante da noi”.
Ora ti mancano almeno due stranieri, che profili stai cercando? È giusto affermare che sei concentrato su due ali offensive?
“Posso dire che probabilmente partiremo con quattro attaccanti e due difensori. Ora cerchiamo chiaramente un profilo più offensivo, e poi completeremo la squadra. Vista la tipologia di Tierney, sappiamo di aver bisogno anche di elementi con il fiuto del gol”.
