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Dieci anni dopo, il Lugano torna in Europa con tanta voglia di vittoria

MANNHEIM – Il ritorno in Europa del Lugano parte da Mannheim, avversario già “saggiato” alla scorsa Coppa Spengler, ma oggi allenato da Sean Simpson, che deve far dimenticare l’ultima deludente stagione di Greg Ireland.

E parlando di ex, non c’è più nemmeno Glen Metropolit tra tedeschi, che non farà così il suo ritorno alla Resega per la partita del 7 settembre.

I bianconeri tornano ad assaporare il gusto di un torneo continentale dopo ben dieci anni, da quel Super Six di San Pietroburgo nel quale, sotto la guida di Ivano Zanatta, Hirschi e compagni conquistarono il terzo posto dietro i padroni di casa dello SKA e i vincitori del AK Bars Kazan.

Prima del torneo di San Pietroburgo, il Lugano aveva pure partecipato ad alcune edizioni della Continental Cup, a dire il vero con risultati piuttosto deludenti, basti pensare alle brucianti disfatte di Gomel e Asiago.

I risultati migliori, dopo il citato bronzo del Super Six 2007, arrivarono alla fine degli anni 80, in concomitanza con i primi titoli e le qualificazioni all’allora Coppa Europa, con la finale a 4 della Resega nel 1987 (avversari l’imbattibile CSKA Mosca, il Kosice e il Färjestad), e quella di Düsseldorf del 1991, con la sconfitta in semifinale patita dal TPS Turku.

La partecipazione più bella è però probabilmente quella del 2000 con il Top Four Final di Eurolega organizzato ancora alla Resega, con i bianconeri di Jim Koleff sconfitti in una semifinale di altissimo livello solo all’overtime dallo Sparta Praga, davanti a quasi 8’000 spettatori, e nuovamente battuti l’indomani di nuovo dai finnici del TPS.

Indimenticabili in particolare le vittorie nei gironi di qualificazione sulla Dynamo Mosca e quelle sia all’andata che al ritorno con lo Slovan Bratislava, con la partita in trasferta portata “a casa” con un rocambolesco 6-5 sugli Slovacchi.

Dubé e compagni trovarono però solo il quarto posto finale dietro al Metallurg Magnitogorsk del gigante Sergei Gomolyako, ai cechi e appunto al TPS Turku in cui giostrava un certo Kimmo Rintanen e sulla cui panchina Kari Jalonen iniziava la sua carriera come assistent coach del maestro Hannu Jortikka.

L’edizione più bella da ricordare anche per la partecipazione del pubblico e per l’elevatissimo livello della competizione, tanto da far ricordare quella partita con lo Sparta Praga, nonostante la sconfitta, uno dei match di più alto livello con una squadra svizzera partecipante.

La Resega si era abituata bene negli anni, e ora tornerà a respirare quel particolare profumo d’Europa che nonostante tutto può sempre essere sinonimo di un certo prestigio.

Certo, la formula attuale della Champions Hockey League è da rivedere, soprattutto per alcuni criteri di partecipazione e la mancanza dei club di KHL, ma rimane un’occasione troppo grande per non cercare di fare la miglior figura possibile.

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