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Lugano

Con lavoro e tanta pazienza il Lugano piega anche il Bienne

LUGANO – BIENNE

4-1

(1-0, 1-0, 2-1)

Reti: 4’53 Steinmann (Vauclair, Pettersson) 1-0, 37’38 Reuille (Kienzle, Kostner) 2-0, 48’26 Klasen (Pettersson, Ulmer) 3-0, 51’25 Bertaggia (Walsky) 4-0, 53’09 Herburger (Olausson, Umicevic) 4-1

Note: Resega, 4’582 spettatori. Arbitri Mandioni, Kurmann; Ambrosetti, Kovacs
Penalità: Lugano 5×2′, Bienne 6×2′ + 1×10′ +1×20′

LUGANO – L’ultimo sprint prima dei playoff (con una settimana di pausa) deve servire al Lugano a rincorrere quel tanto agognato quarto posto, ma con una formazione rimaneggiata a causa della penuria di centri, Fischer ha dovuto fare di necessità virtù, e i suoi tanto cari esperimenti nel line up, contro il Bienne sono diventati d’obbligo.

Fuori McLean, Filppula, e Dal Pian – oltre all’assente di lungo corso Balmelli – i bianconeri si sono presentati con il rientrante Walsky al centro del secondo blocco con Fazzini e Brunner, e Walker si è messo “in mezzo” alla coppia formata da Bertaggia e Maurer. Unica novità nel reparto arretrato è stato il rientro di Sartori, mentre in porta ha fatto di nuovo la sua apparizione Merzlikins, rischierato in porta dallo staff tecnico dopo la trasferta di Berna.

Il Lugano, quindi con soli 2 stranieri, non ci ha messo molto a prendere in mano il pallino del gioco, contro un Bienne almeno inizialmente imbarazzante sul fronte del pattinaggio e delle idee. I bianconeri si sono proposti diverse volte con azioni in velocità che hanno aperto facilmente la difesa ospite, ma il solo Steinmann ha trovato la via della rete, dopo una sgroppata di Vauclair.

Peccato solo che una serie di penalità a cavallo del 10’ – due sul conto del Bienne e una su quello del Lugano – hanno rotto il ritmo che Brunner e compagni erano riusciti a dare alla contesa, e oltre a non aver saputo sfruttare le superiorità numeriche, con oltretutto un palo di Klasen, il Lugano ha permesso qualche sporadica discesa degli ospiti, pericolosi però solo in una circostanza.

La piccola “crescita” ospite ha contribuito a rendere il secondo tempo di una bruttezza tipica di quando una squadra si chiude in difesa a spaccare il gioco avversario, e l’avversario citato non riesce a dare una certa fluidità all’azione.

Il sistema difensivo del Bienne, con due blocchi schierati praticamente con uno schema 4-1, non solo ha rintuzzato diverse azioni bianconere – 6-11 i tiri, dopo un 15-3 nel primo tempo – ma ha permesso qualche contropiede e tiro pericoloso a Arlbrandt e Olausson, grazie anche a una lunga fase di inferiorità anche doppia bianconera.

Poco di più nella squadra ospite oltre ai due svedesi, e al Lugano sono bastate un paio di accelerazioni per rimettere le cose a posto verso la fine del tempo, con alcune incursioni dei propri nordici, ma soprattutto con l’azione del quarto blocco che ha portato al gol Reuille, raddoppiando così il vantaggio.

La temuta “crisi” da terzo tempo tipica dei bianconeri stavolta non c’è stata – difficile peraltro contro una squadra venuta per spezzare il gioco e chiudersi in trincea – e grazie a un ultimo sforzo e alla pazienza il Lugano ha controllato agevolmente il risultato negli ultimi 20’, portandosi anzi sul 4-0 grazie a Klasen e Bertaggia, prima di subire la rete della bandiera a 7’ dal termine. Nessun patema d’animo negli ultimissimi istanti, Hirschi e compagni hanno così potuto festeggiare il 6° successo casalingo consecutivo.

Non si è assistito a una gran partita – eufemismo – e considerato l’atteggiamento da trincea degli ospiti e le importanti assenze dei centri bianconeri, il Lugano ha messo in pista la giusta autorità contro un Bienne a tratti improponibile, e pur senza incantare sul piano del gioco, ha mostrato una buona coesione di squadra, con tutti i blocchi intraprendenti pur se rimaneggiati.

La chiave del successo bianconero è stata la pazienza, l’aver saputo attendere i momenti chiave dell’incontro per chiudere la contesa senza farsi prendere dal panico quando il disco faceva fatica ad arrivare dalle parti di Rytz.

Questa squadra ha comunque bisogno di innesti stranieri, non solo per sostituire gli infortunati ma anche per dare delle alternative, soprattutto per ciò che concerne un power play ancora balbettante e prevedibile. Intanto, senza far troppo rumore e scalvalcando le critiche, il Lugano si porta a un punto dallo Zugo quarto, con in vista lo scontro diretto di venerdì, vincendo di nuovo anche grazie alle tanto agognate reti svizzere.

Guardando un po’ più in là senza sconcentrarsi troppo, con un Davos in caduta il terzo posto è solo a quattro punti…

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