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Interviste

Bertaggia: “Non è tempo di guardare la classifica, l’unica cosa che conta ora è vincere”

L’attaccante è stato tra i migliori in pista: “Tutta la squadra ha giocato bene e il mio lavoro rimane lo stesso. Abbiamo dato dei buoni segnali, ma il lavoro resta tanto e non dobbiamo montarci la testa, continuiamo su questa via”

LUGANO – Se tra i tifosi bianconeri serpeggiava preoccupazione per la ripresa del campionato, questa era giustificata. In autunno, nella prima partita che ha fatto seguito alle due pause riservata alla nazionale, il Lugano aveva rimediato due scoppole: sia a Zurigo che ad Ambrì la squadra allora allenata da Sami Kapanen era uscita sconfitta con un pesante 7-2.

Da quanto emerso dalla partita di venerdì sera contro il Friborgo, Serge Pelletier sembrerebbe aver sfruttato meglio i giorni di pausa, riuscendo a trovare la sua prima vittoria da allenatore del Lugano.

“Onestamente era da un po’ che non vedevo il Lugano giocare così”, racconta un esausto Alessio Bertaggia. “Siamo stati furbi, riconoscendo i momenti dove non dovevamo spingere, andando invece avanti quando ne avevamo l’occasione. Siamo stati molto solidi su entrambe le linee blu, sia quella offensiva che difensiva. Credo che ci siano stati dei buoni segnali, però non dobbiamo montarci la testa, ci sono ancora un sacco di partite da giocare. Abbiamo comunque già fatto dei passi nella giusta direzione, ma subito dopo anche alcuni indietro, perciò è importante rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare a testa bassa su questa via”.

Dopo due sconfitte avete trovato la prima vittoria con Pelletier. Durante la pausa avete avuto tempo un po’ di giorni per lavorare e conoscervi. Quali sono le tue impressioni?
“Ovviamente le prime partite che abbiamo giocato con lui non avevamo ancora messo a punto il sistema, era anche difficile assimilarlo in un lasso di tempo così corto. Dopo Natale invece abbiamo avuto un po’ di tempo per lavorare, ci sono ancora delle cose da mettere a posto, ma contro il Friborgo abbiamo fatto nel modo giusto le cose che ci ha chiesto lo staff, anche se sicuramente potremmo farle ancora meglio”.

Pelletier aveva dichiarato che durante la pausa avete posto l’accento in particolare sull’entrata nel terzo offensivo. Sei soddisfatto di come avete messo in pratica questo aspetto del gioco?
“Sì. Credo che dobbiamo giocare in un modo che ci permetta di limitare le giocate ad alto rischio. Bisogna accettare il fatto che gli avversari possono avere un buon posizionamento che non permette di entrare nel terzo con il disco sul bastone e in quei casi dobbiamo semplicemente cercare di buttare il disco nel terzo. Anche in zona difensiva è importante che quando c’è da buttare fuori il puck, lo si faccia, per evitare di regalare occasioni inutili alla squadra avversaria”.

Dal cambio in panchina sei stato schierato con Klasen e McIntyre. L’intesa sembra migliorare sempre di più, contro il Friborgo siete stati la linea più pericolosa e offensivamente avete tolto le castagne dal fuoco…
“Credo che tutta la squadra abbia giocato molto bene, non mi piace dare merito solo ad una linea. Credo che la forza di ogni squadra si ripercuota poi sul singolo giocatore, se tutti giocano nel modo giusto ogni elemento può poi beneficiarne. Il mio lavoro rimane lo stesso e non cambierà assolutamente”.

La classifica si stava facendo complicata. Grazie alla vittoria contro il Friborgo e con un eventuale successo nell’importante trasferta a Berna, nel giro di due giorni potreste riaprire completamente i giochi…
“Si sa che la classifica è stretta, però onestamente non la guardiamo, non ce n’è ancora bisogno. Dobbiamo vincere partite, non ci sono mezze misure, non c’è da guardare chi è sopra e chi sotto, dobbiamo vincere le partite, punto”.

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